2. Una giornata svoltata

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Appena finisco di lavorare, decido di farmi una passeggiata nei dintorni, visto che ho finito prima il turno. Voglio esplorare la zona e conoscere meglio il posto che dovrò frequentare quasi ogni giorno per il prossimo periodo, voglio davvero sentirmi parte integrante di qualcosa, mettere radici, costruire rapporti... spero che presto riuscirò a farlo.

Mi perdo per un po' a osservare le varie vetrine, immaginando gli acquisti che farò con il primo stipendio, ma poi vengo colpita da una libreria particolare.

È molto carina, le enormi vetrate mi permettono di osservo all'interno, vedo che è arredata in modo classico, interamente di legno, e nella parete destra è presente anche un piccolo bancone come se fosse un bar. Leggo la lavagnetta posata sul marciapiede e vedo che servono bevande calde e dolcetti, credo sia davvero geniale unire l'idea di libreria a quella di un bar, attira più lettori.

Decido di entrare e vengo accolta immediatamente da un dolce tempore e da un bellissimo odore di cioccolata e vaniglia.
Dietro il bancone del bar intercetto immediatamente due ragazze che stanno osservando lo schermo del computer portatile e battibeccando, ma appena si accorgono che sono entrata, posano l'attenzione su di me, salutando cordialmente.

"Ciao... sono qua da poco e sto esplorando un po' la zona, ho notato questo posto e non sono riuscita a non entrare, è un'idea davvero geniale la vostra."

Loro due si guardano e sorridono, evidentemente felici che qualcuno abbia apprezzato la loro attività, poi fanno il giro del bancone e si avvicinano a me, tenendomi le mani a turno per presentarsi.

La più bassottina tra le due, ossia quella alta qualche centimetro più di me, con i capelli castani alle spalle e gli occhi azzurro tendente al verde è la prima a stringermi la mano. "Io sono Bianca, piacere."

"Io sono Nora."  dopodiché mi giro verso l'altra, è un po' più alta della prima, ha anche lei gli occhi chiari, ma direi di un azzurro più cristallino, e i capelli rossi. Anche a lei stringo la mano e le sorrido, mentre lei si presenta dicendomi il suo nome, Luna.

"Sei sarda?" Bianca mi porge questa domanda con curiosità, sedendosi su uno degli sgabelli davanti al bancone, così io annuisco. "Ti sei trasferita qua da sola? O sei con la tua famiglia? Scusa, non vuole essere un interrogatorio..."

Ridacchio per le sue parole e scuoto la testa "Tranquilla, non mi dà fastidio. Negli ultimi giorni non mi è capitato tante volte di fare due chiacchiere, perciò mi fa più che piacere. Comunque sono di Cagliari, mi sono trasferita qua per lavoro, da sola. Avevo bisogno di staccare e ho trovato un posto qua a Milano."

"Che lavoro fai? Accomodati pure." Luna mi fa gesto di sedermi nello sgabello accanto a Bianca e io lo faccio, ritrovandomi così tra le due.

"Faccio la giornalista. Mi sono laureata da poco."

Entrambe assumono un'espressione meravigliata e sbalordita. "Wow, complimenti. È un lavoro davvero bellissimo. Lavori nel giornale qua vicino perciò?! Come ti trovi?"

Annuisco davanti alla domanda di Bianca e sospiro "Mi piace molto, però è un po' triste... nel senso, pensavo che avrei fatto amicizia, pensavo che avrei trovato un bell'ambiente, come se fossi in una grande famiglia, almeno a Cagliari era così, ma mi sbagliavo. Sono tutti molto competitivi." il tono di voce preoccupato mi tradisce un po', insomma non le conosco e non dovrei parlare dei miei problemi con loro, non è giusto scaricare i pensieri sugli altri, ma davvero sono le prime due persone amichevoli che mi si presentano davanti...  fatta eccezione per il ragazzo americano che vive al piano di sopra, io e lui ci incontriamo spesso, scambiamo sempre due parole in ascensore, ma poi ognuno scende al proprio piano e tutto muore così.

"Mi dispiace, ma se tu sei riuscita ad entrare non hai nulla meno di loro." Luna mi risponde al pensiero che non ho espresso a voce alta... ho pensato spesso negli ultimi giorni che magari non fossi tagliata per questo lavoro, per questo tipo di ambiente, ma Luna ha ragione, se mi hanno assunta è perché so il fatto mio. "Per quanto riguarda il fare amicizia, hai trovato questa libreria, magari non è un caso. Possiamo uscire insieme noi tre qualche volta."

Una nuova vita||Christian PulisicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora