37. Allagato e vuoto

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Devo ammetterlo, la serata sta procedendo meglio di quanto credessi. Elia Caprile, per quanto mi costi dirlo, non è male. Ho scoperto che oltre questa strafottenza evidente che salta subito all'occhio insieme a quel suo essere leggermente pieno di sé, ha anche un lato simpatico e pure uno intelligente. Abbiamo affrontato vari argomenti, dalle cose più banali e sciocche a quelle più profonde, e sono sinceramente colpita. Non mi sarei certamente aspettata questo epilogo, quando stamattina mi preparavo per andare allo stadio, ma ora non sono dispiaciuta di essere qua.

Non ho pensato quasi niente a Christian da quando sono seduta a questo tavolino... cioè, non tantissime volte... va bene, non posso mentire a me stessa, non è esattamente vero... ci ho pensato eccome, inevitabilmente, facendo alcuni paragoni tra lui e il portiere seduto davanti a me, ma ho cercato subito di scacciare il pensiero e la sua immagine. Lui non è più parte della mia vita, non posso lasciarmi condizionare così. Mi ripeterò questo ogni volta che tornerà a fare visita nella mia mente, ignorando quella fastidiosa sensazione che mi fa pizzicare la gola e gli occhi consapevole di doverlo eliminare e allontanare da me ancora.

"Mi piacerebbe rivederti comunque." Elia mi riporta con i piedi per terra, così gli ripresto la mia attenzione "Mi sono trovato bene stasera, e magari sarebbe bello riorganizzare qualcosa anche a Milano. Potrei venirci quando sono libero dagli allenamenti. Magari per una cena, o un cinema... puoi decidere tu."

"Verresti da Empoli a Milano solo per una cena con me?" glielo chiedo con tono sconvolto, facendogli chiaramente capire quanta poca autostima io abbia. Non avrei mai immaginato che fosse così interessato da farsi tre ore di guida solo ed esclusivamente per rivedermi.

"Ti stranisce così tanto? Magari mi prenderei una stanza in un hotel per passare la notte e ripartirei il giorno dopo." fa spallucce come se fosse una cosa da niente e avesse già deciso "Se tu accetterai, per me non ci sarà nessun problema. Mi farebbe più che piacere."

Spalanco la bocca più volte, sentendomi davvero stranita. Non dovrei essere così meravigliata, Christian è venuto dall'altra parte dell'Italia per me. Ma lui era lui, semplicemente, e nessun altro ragazzo che non fosse l'americano ha mai mostrato così tanto interesse per me. Nemmeno Pedro. Lui ha preferito perdermi senza manco provarci, sono stata subito e facilmente sostituibile.

"Certo, a me piacerebbe rivederti." accetto senza nemmeno soffermarmi a pensare, voglio solo scacciare questo dolore da dentro e non sentire più quel vuoto che mi fa precipitare. Voglio provare davvero ad andare avanti... ne sono capace, no?

Il sorriso sul viso di Elia si allarga all'istante, mentre mi schiaccia un occhiolino. È felice, ma cerca di mascherarlo con l'ironia. "Sapevo avresti detto sì, morivi dalla voglia che arrivasse questo momento. Fin dal giorno che ci siamo incontrati a San Siro." mi sforzo di sorridere sentendo le sue parole, mentre la mia stupida testa rievoca di quel giorno ricordi che non dovrebbe. "Scherzavo... non volevo essere inopportuno." qualcosa nella mia espressione mi ha tradito, e ovviamente lui se ne è accorto. Non so proprio fare la faccia da poker.

"Cosa? No, assolutamente!" scuoto la testa in maniera forse un po' troppo frenetica. Non voglio che pensi che il problema sia lui o qualcosa che ha detto. "Non hai detto nulla di male, sono solo alcuni ricordi che mi hanno distratta. Scusami."

Arriccia le labbra e quasi posso vedere il meccanismo del suo cervello girare, sembra non sappia se dare voce ai suoi pensieri, ma alla fine lo fa. "Ti ha fatto molto male?" la sua domanda mi fa trasalire. Dritta al punto mi colpisce in pieno. Come l'ha capito? Come ha capito che c'è qualcosa che mi tormenta? Pensavo di essere brava a mascherare il mio reale stato d'animo, in fin dei conti ho passato l'intera serata a ridere e parlare fittamente senza lasciare trapelare niente, o almeno così pensavo.

Una nuova vita||Christian PulisicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora