26. Un domani migliore

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Entro nel bar delle mie amiche e mi accomodo al bancone, mentre loro mi raggiungono subito appena finiscono di servire ai tavolini due coppie di anziani. Le saluto debolmente e poi poso le braccia sul legno del bancone e ci soffoco la testa dentro, sperando di essere risucchiata da un buco nero. Sono davvero esausta. È stata una giornata estenuante.

"Nora, che succede?" sento una mano accarezzarmi i capelli e poi la voce di Bianca pormi questa domanda, così sollevo il viso e le guardo entrambe negli occhi in modo alternato.

"Rosanna, oggi a lavoro era insopportabile. Non so che diavolo le prenda, ma non faceva altro che ridacchiare come una stupida liceale che vuole fare la bulletta con la più piccola." santo cielo, perché non può semplicemente lasciarmi in pace? Stavo così bene nelle ultime settimane che sembrava non mi vedesse nemmeno. Preferisco essere ignorata che derisa. "Poi ho scritto un pezzo e la direttrice ha chiesto un parere, lei ha demolito il mio lavoro e poi finto che fosse dispiaciuta, mi parlava con quel tono accondiscendente. Dio quanto la odio, non la sopporto più. A volte penso seriamente di mollare questo lavoro e cercarne un altro lontano da lei."

"E dargliela vinta?" Luna me lo chiede quasi sotto forma di rimprovero "Non esiste proprio, quella stronza deve capire che quello è il tuo posto, che può fare e dire quello che vuole ma che tu stai dove sei."

"Non so se sia davvero così... in fin dei conti lei c'è da più tempo, ha più esperienza... e io non sto vivendo appieno il mio sogno di fare la giornalista, perché c'è sempre lei che rovina la mia quiete." ci provo a ignorarla, ho tenuto a bada tante persone di merda nella mia vita, ma con lei sembra più complicato... forse perché ha il potere di distruggere tutto ciò per cui ho duramente lavorato.

"Non ti azzardare a pensarlo nemmeno, questa è solo una che ti teme e pensa che tu possa rubarle tutto. È spaventata da te e cerca di metterti all'angolo, tu continua per la tua strada e non permetterglielo." Bianca ha ragione, lo so, solo che alcune volte diventa più complicato anche solo pensarci. Quando sono stanca come oggi, sembra davvero più difficile reggerla.

Faccio per risponderle, ma mi blocco quando qualcuno fa il mio nome con un tono stupito. Mi gelo all'istante, non c'è nemmeno bisogno che io lo guardi per capire chi è. Pedro.
Sospiro pesantemente e mi volto verso di lui. I suoi occhi cangianti si scontrano con i miei e la sua bocca si apre in un sorriso sincero. È contento di vedermi, ma come fa? Sembra che tutto gli sia dovuto.
Pensavo che sarei stata fortunata e che sarebbe ripartito senza che lo rivedessi, ma a quanto pare la giornata non è stata già abbastanza pesante e il destino ha deciso di rincarare la dose.

"Pedro... stavo giusto andando via." Faccio per alzarmi dallo sgabello ma lui si avvicina a me, mi posa una mano sul braccio e scuote il capo. E ora che cosa vuole? "Sono di fretta."

"Ma dai, siamo entrambi qua, beviamo qualcosa. Non credo che se fai tardi di qualche secondo caschi il mondo. Parto dopodomani." si accomoda nello sgabello accanto a me e ordina una Coca-Cola, Bianca lo serve subito e lo esamina attentamente cosa aria ostile, ma lui non sembra accorgersi. Sia lei che Luna non sono sue grandi fan dopo il racconto, ma chi lo sarebbe? È solo un codardo e bugiardo.

"Beh ho un appuntamento con il mio ragazzo, quindi non mi piace farlo aspettare." gli sorrido falsamente mentre mi alzo dallo sgabello e mi sistemo la catena della borsetta nella spalla "Buon viaggio Pedro."

La sua espressione cambia, si fa più cupa, e annuisce con fare distratto. "Sì ho sentito che frequenti Pulisic, dovrei essere arrabbiato che esci con un giocatore della mia squadra del cuore e non ne sapevo nulla! Avresti potuto dirmelo." cerca di fare il simpatico, ma non gli riesce per niente. Niente di quello che dice potrà farmi smuovere anche solo minimamente.

Una nuova vita||Christian PulisicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora