CAPITOLO X

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Si incontrarono tutti come consuetudine nella sala grande ma questa volta il clima era ben diverso, infatti Terry era in un angolo della sala e dai suoi occhi si percepiva anche un po' di rabbia e delusione.

Tracy, una volta che i terrestri si disposero davanti a lei, disse: «Quest'oggi andrete su un pianeta chiamato "interno 12". Un pianeta molto diverso dagli altri, qui infatti non avrete la classica superficie, ma noterete tanti piccoli pianeti leggermente più grandi delle vostre dimensioni. Lì incontrerete altre 2 squadre di spedizione che come noi saranno composti da altri terrestri ma di altre galassie. Potrete interagire con loro perché la lingua è la stessa. Ah un'ultima cosa, questa volta ad accompagnarvi sarò io, Terry ha bisogno di una pausa. Non credo che questo possa causare problemi per voi.».

I tre passarono da un entusiasmo pazzesco per la notizia di vedere loro simili a un forte senso di agitazione e anche delusione perché a sto giro il loro compagno di viaggio era la monarca Tracy.

Senza nemmeno fare l'appello si misero in viaggio verso interno 12.

Il viaggio non fu dei più piacevoli, anche se durò appena sette minuti.

Durante quei 420 secondi non fu detta una parola.

Appena atterrati notarono che c'erano altre sei persone e due alieni, nessuno dei terrestri aveva il coraggio di interagire con gli altri simili, ogni squadra era lì da sola e isolata dalle altre e solo gli alieni interagirono.

Non dialogavano come noi terrestri, la loro comunicazione avveniva attraverso la lettura delle loro menti.

Che figata dire! Ci pensate? Parlare con qualcuno senza ascoltare la sua voce! Spettacolo.

Bum Bum fu il primo che interruppe quel silenzio: «Salve mi chiamo Ste ma potete chiamarmi Bum Bum.»

Ah avevo dimenticato Bum Bum ha un vero nome ed è Stefano ma noi lo continueremo a chiamare Bum Bum.

Alla sua presentazione nessuno dei presenti rispose ma solo una ragazza che scoppiò a ridere.

Diciamo che Bum Bum a quella risata non reagì bene e rivolgendosi ai suoi compagni disse: «Ca...o ride questa?!»

Anth e Catapan lo tranquillizzarono e Tracy con tutta la simpatia guardò la sua squadra dicendo: «Qualcuno vi ha dato il permesso di parlare?»

Nessuno dei tre rispose.

Alla fine del loro silenzioso colloquio, un alieno, che chiameremo Alieno X, disse: «Ragazzi ora potete interagire e qui su interno 12 troverete dodici frammenti. Saranno quindi presi quattro per squadra, questo pianeta non è abitato ma è molto difficile spostarsi fra un posto e l'altro quindi potete aiutarvi fra di voi, noi aspetteremo qui, buon lavoro.»

Logicamente le tre squadre erano scettiche, cioè fidarsi di qualcuno che non conosci e che per di più è di un altro pianeta, se non galassia!

Più facile a dirsi che a farsi.

Tutti attivarono i loro radar e si incamminarono verso il primo frammento che si trovava a circa 200 metri da loro.

Come vi dicevo questo pianeta aveva, un suolo fatto da piccoli pianetini, quindi per potersi spostare c'era solo un modo, saltare.

Pianeti appena più grandi di un grosso giocatore del NBA. L'unica arma a favore dei terrestri era la poca forza di gravità e piccoli propulsori che potevano darti la forza per un buon salto.

Bene, le tre squadre si misero sul ciglio del pianetino per poi saltare sul altro, ma essendo tutti terrestri nessuno aveva il coraggio di saltare ma, signori miei vi stupirete, il primo a saltare riuscendo anche fantasticamente, fu l'uomo che aveva fin ora aveva dormito per più della metà della sua vita.

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