TRIP

CAPITOLO XXVII

Anth decise che era arrivato il momento di prendere in mano la sua vita e iniziare a viaggiare per trovare la strada maestra.

Lasciò quindi quel paesino di cui nemmeno Dio sapeva l'esistenza e iniziò il suo viaggio.

Dopo qualche mese passato in lungo e in largo capì che gli serviva un posto dove sentirsi libero. Libero di essere sé stesso, libero da pregiudizi e restrizioni che riguardassero il suo essere.

Quindi si ritrovò a Amsterdam.

E io direi strano che un fattone si ritrovasse lì.

Sfruttò tutto il suo tempo in quella città per potersi concentrare su sé stesso e iniziò a scrivere tutto ciò che provava o sentiva.

Forse è questa la sua strada, forse è questo il suo destino! Boh lo scopriremo solo vivendo.

In quei momenti in cui era con un pc o con carta e penna in mano, si sentiva veramente felice e libero di raccontarsi e viaggiare con la mente.

D'altronde la felicità è soggettiva ed ognuno di noi dovrebbe fare ciò che desidera e inseguire i propri sogni.

Un giorno, però, era affacciato dal balcone di casa.

Casa che tra l'altro aveva comprato, anche imprenditore ora, ma facile con i soldi gratis.

Mentre scriveva staccò un attimo gli occhi dallo schermo e si mise a guardare le stelle. Gli tornarono in mente i suoi cari amici e la loro avventura. La voglia di ripartire nello spazio era tanta.

Ci aveva già pensato di andare di nuovo lì ma ogni volta che lo faceva l'angoscia e la nostalgia di Terry lo frenavano.

Beh questa volta, sono con Anth.

Si ha ragione.

Raccontandovi questa storia l'ho vissuta anche io, e so perfettamente cosa Terry significasse per Anth.

Sicuramente era il suo migliore amico, gli somigliava anche molto: un alieno abituato a numeri e algoritmi, tutto seguendo un perché o un per come, non avendo una vita libera, libera di provare emozioni, ritenute dalla sua società inutili.

Con Anth aveva trovato la forza di ribellarsi al suo sistema societario, fino ad arrivare a fare ciò che veramente voleva.