CAPITOLO XIII

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Anth in preda di un gran entusiasmo, andò nella sala di lancio e mettendo la sua tuta pensò cosa fosse accaduto qualche minuto prima nella sua stanza.

Era molto contento, ma anche un po' fatto.

Routine direte, beh, io direi più che ormai stava andando in trip.

Chiese alla navicella di accompagnarlo su interno 12, e mentre la navicella lo portava sul pianeta lui chiuse il suo cannoncino.

Dalla finestra notò un grosso fascio di luce viola proprio come quello della linfa e dei suoi detriti, ma decise di ignorarli anche perché era un orario dove non si potevano fare missioni, ma soprattutto perché era da solo ed era inutile avvicinarsi.

Tempo 5 minuti ed atterrò e bello fattino iniziò la ricerca del pianetino dove potersi godere al meglio il momento.

Era attratto da Saturno, in generale, ma soprattutto da tutti quei pianeti che avevano un disco attorno.

Anth, nella sua testolina, pensava che quel disco potesse, in un certo modo, sia proteggere che far compagnia al pianeta stesso.

In preda a questo suo strano pensiero, si mise a cercare dei pianetini simili, e con una piccola ricerca lo trovò.

Insomma, appena scelse il posto giusto ci salì utilizzando i suoi propulsori e una volta comodo rivolse il suo sguardo verso il sole della galassia in cui si trovava e iniziò a viaggiare.

Ah e la tuta, ormai, era in pieno ganja style.

Aveva una specie di accendisigari su una gamba, perché come potete ben sapere non c'è fuoco senza ossigeno, qua siamo ad alti livelli.

E ora, direte, come farà a fumare nello spazio, senza la depandance, visto che quel pianetino aveva un area molto piccola?

Beh, il nostro eroe era stato 3 giorni con Spacy per poter fare una modifica al casco, per poter fumare senza morire; e amici belli amici cari, ci riuscirono.

Il casco aveva tre specchi, dove da quello più esterno si apriva un foro a forma di filtrino dove si

appoggiava la bomba e poi dallo strato più interno del casco c'era tipo una cannuccia che in

modo perfetto passava per i 3 fori e mentre si posizionava, il vetro si chiudeva dentro di esso, in

ogni singolo strato, quando non si aspirava.

Insomma ingegneri andate a studiare ancora per qualche anno e poi fateci sapere.

Anth iniziò a gustarsi il suo cannoncino spaziale, finché una volta giunto a metà dell'opera sentì una mano sulla sua spalla, ma era troppo fatto per poter reagire come aveva fatto qualche ora prima con Tracy, ma in ogni caso si girò e vide che era la sua cottarella, Irle.

Iniziò lei il discorso dicendogli: «E chi lo avrebbe mai detto che al buon Anth gli piacesse girar tutto solo nello spazio.»

«Più che altro cerco un posto tutto mio in questa missione... ormai erano anni che non avevo una famiglia, un gruppo, la troppa solitudine a volte ti porta il conto...»

«Beh, vivi da solo, posso immaginare, non è bello. Io ormai è una vita che giro nello spazio in cerca di non so cosa, forse me stessa...»

«Sai, che forse la vera solitudine porta a conoscerti, io non dico di aver piena conoscenza di me, ma il non contare su nessuno mi ha fatto venire alla luce lati di me che pensavo di non avere... e non mi riferisco solo ai pregi... mah... alla fine ti diro... forse mi piaccio di più.»

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