CAPITOLO V

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Aprirono gli occhi e si trovavano a bordo di una navicella spaziale uguale a quelle di Star Wars.

Purtroppo quella sensazione di sballo si interruppe subito, perché di fronte a loro apparve un altro alieno e con una voce leggermente più femminile di Terry gli disse: «Benvenuti a bordo di SP005Cy7 o anche a lei volete cambiare il nome visto che non siete abituati a lettere e numeri insieme nella vostra lingua? Questa sarà la vostra casa; tra poco vi mostrerò i vostri alloggi, oggi riposerete, da domani invece inizieremo a prepararvi per la missione».

Anth: «Si, sinceramente questo nome mi risulta un po' difficile, penso che la navicella la rinominerò Spacy, sai è anche un nome spaziale, anche se so che probabilmente in nessuna lingua questo nome abbia un senso!»

Qui mi permetto di dire che sarebbe servita la classica emoticon del tipo con il sorriso e una goccia sopra la testa!

La navicella, o per meglio dire Spacy, interagì con loro dicendo: «Sapevo che voi terrestri foste fantasiosi ma devo dire dall'alto della mia super intelligenza che questo nome mi piace».

I terrestri non capivano da dove venisse quella voce ma mentre parlava vedevano che le luci della navicella passavano da soffuse a led, cambiando anche colore, come una discoteca in pieno stile Psy.

Bum Bum preso da una strana euforia iniziò a vagare quasi correndo per la sala, ed era contentissimo, come un bambino che per la prima volta va in una sala giochi.

Catapan, invece, dall'alto della sua diplomazia chiese all'altro alieno: «Invece tu come ti chiami?»

«Mi chiamo TR009C66Y e sono la compagna di... come lo chiamate voi Terry. A noi è stata affidata la missione di scegliere tre reietti che prenderanno per noi dei campioni di linfa per poterli poi analizzare. Bene, ora che sono finite le presentazioni vi mostro le vostre stanze e vi lascio. Voi terrestri avete una piccola scorta di energie ed è necessario che vi carichiate per poter affrontare la giornata di domani».

Anth: «Ok giusto, ma possiamo chiamarti Tracy? Sai il tuo nome per la nostra ignoranza ci risulta difficile».

E anche lei con uno strano ghigno di soddisfazione annuì: «Si, permesso accordato».

Tracy fece cenno di seguirla e si diressero dentro a dei corridoi lunghissimi e senza nemmeno una porta. I corridoi erano a cerchio e sembrava di girare in tondo; ad un certo punto si trovarono davanti a tre porte vicine con tre numeri.

Lei indicò la prima che appunto era la numero uno e disse a Bum Bum che quella era la sua, poi indicò la numero due e fece un segno a Catapan e infine la numero tre era quella assegnata ad Anth.

Bum Bum, appena entrato, vide che la sua stanza era enorme e c'era persino una sala pesi.

Ah perché non vi ho detto che Bum Bum aveva il fisico degno del miglior spartano di 300, il film, quindi quella sala faceva proprio a caso suo.

Aveva perfino una scorta di proteine per almeno tre anni.

Catapan, anche a lui fu assegnata una stanza enorme, ma la sua però era di gran classe con anche un bancone con tutti i migliori distillati del pianeta.

Ma la cosa che più lo sbalordì fu un simulatore di corsa dove poteva scegliere se guidare una macchina da formula uno o una moto da motogp, tra sé e sé disse "Bene, è ufficiale da qui non esco più!"

Anth, invece, aveva una stanza vuota con solo un lettino.

Così iniziò ad avere delle perplessità perché si sentiva tipo in una cella di galera, ma ignaro delle comodità e del lusso delle stanze dei suoi amici iniziò a sistemare la sua roba.

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