CAPITOLO XVII

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I due partirono.

Il pianeta su cui erano diretti aveva un qualcosa che ad Anth avrebbe sicuramente fatto piacere; eh si era un pianeta psyco.

Terry, inizialmente, decise di non dirgli le caratteristiche di quel pianeta, perché già dai piccoli animali che lo abitavano, il solo guardarli negli occhi lo avrebbero mandato in trip e sappiamo tutti cosa succede quando Anth va in modalità Trip.

Anth: «Come si chiama il pianeta?»

Terry: «Si chiama P7STY6...»

Anth: «Caratteristiche del pianeta? Terreno? Abitato o no? Sei di poche parole, tranquillo torneremo da Tracy.»

Diciamo che le preoccupazioni di Terry erano più rivolte ad Anth che a sé stesso.

Terry: «Anth, ora stammi a sentire. Questo non è un pianeta come gli altri, è uno dei più temuti.»

«Cosa mi nascondi?»

«Anth qui gli abitanti sono piccoli e non hanno intelletto. Sono quasi uguali alle rane del tuo pianeta, l'unica differenza che hanno le orecchie a forma di stella e sono di vari colori, ma ai tuoi occhi da terrestre appariranno fluo.»

Cazzo si, che ficata! E sei preoccupato per questo? Io pensavo a tipo dei dinosauri.»

«Anth, non guardarli mai negli occhi. Mai! Sono pericolosi quasi quanto i detriti, ti mandano in TRIP! Capisci?»

«Ah, potevi dirmelo prima»

«Se non metterai dei pensieri in quella testa ne usciremo in meno di mezz'ora. Pensala come banco di prova, i tuoi dubbi esistenziali ti ammazzano anche senza detriti o rane psichedeliche, è un consiglio.»

Anth non rispose, era quasi infastidito.

Ma ormai era in ballo e tirarsi indietro significava solo perdere tempo, e di tempo nessuno ne aveva in quella situazione.

Anth era seccato, non tanto per le parole del suo amico, ma molto di più con sé stesso, perché lui sapeva di avere un carattere, anzi un IO molto complesso, talmente complesso che era difficile persino conviverci.

Lui alle cose a cui teneva, gli dava molto peso e importanza, tanto da portarlo a pensare solo a ciò che al momento era importante per lui.

Però da tempo era molto passivo e privo di emozioni per ogni cosa gli accadeva nella vita, tutto tranne questa proposta di viaggio.

Eppure non riusciva a spiegarsi come mai solo a lui i detriti gli facessero quell'effetto.

Questa era la domanda che si portava dentro dopo il suo primo Trip.

Pensava che forse il suo IO volesse comunicargli qualcosa, che era probabilmente bloccato da questa sua apatia.

A volte, nelle sue sedute notturne dava la colpa alla sua amata "maria", ma subito dopo tornava sui suoi passi e la ringraziava, anche perché solo con lei ormai riusciva a provare qualcosa e abbattere questo scudo che si era creato fra lui e le sue emozioni.

Beh caro Anth, se fossi lì con te ti direi che queste tue domande, queste continue ricerche di risposte non aiutano in questa missione, e oltre alla buona riuscita della stessa, ti portano varie paranoie, vivila così, come va.

A volte, come dice il buon vecchio Ted Mosby, non ci sono delle spiegazioni o dei segnali, se anche siamo alla continua ricerca di un qualcosa, alla fine mentre aspetti, ciò che desideri, lo conosci già.

Un po' come quando non sai prendere una decisione e allora fai testa o croce. Presupponiamo che scegli testa e mentre la moneta è in aria dopo un tuo lancio e ti cade in mano, mentre la stai prendendo ciò a cui stai pensando e sperando, è quella la tua scelta, anche se la moneta ti dirà croce.

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