5.L'incontro

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Il giorno dopo inizio la mia vita a Gyeongserdon
-Lord Jeon come da disposizioni di suo padre sono pronto ad adempiere al mio compito di starle a fianco nella cura dei suoi interessi.
-grazie avvocato Kim.
-la prego mi chiami Namjoon, sarà tutto più semplice.
Oggi direi che sarebbe il caso di fare il giro della tenuta, i contadini affittuari la devono conoscere è stato via ormai tanto tempo.
-sono d'accordo....facciamoci un giro di ricognizione per capire qual è la situazione.
Oggi non piove così decidiamo di uscire a cavallo, per me sellano lo stallone di mio padre, Namjoon mi spiega che l'aveva acquistato un anno fa ma l'ha cavalcato poco perché poi si è ammalato.
Black così si chiama, è una bella bestia di un nero lucente gli accarezzo il collo per familiarizzare, quando mi sembra di essere di suo gradimento lo monto e raggiungo Namjoon che mi sta aspettando fuori dal castello. Dopo quindici minuti di cavalcata vediamo in lontananza un piccolo gruppetto di casette malandate, dal camino di ognuna di esse esce un nuvolo di fumo, i caminetti sono accesi e fa piuttosto freddo. Più ci avviciniamo e più mi rendo conto di quanto sia sconvolgente il posto, il lezzo è insopportabile le fogne sono rivoli esterni che si riversano nelle strade sino ad arrivare ad un fiumiciattolo vicino.
Queste non sono case ma baracche fatiscenti. Mio padre ha spremuto questa gente fino ad ottenere questo scempio.
Ho sempre pensato ai contadini come parassiti attaccati ai nostri pantaloni, ma ora mi vergogno di lui e della sua infame gestione, se il Re vedesse questo mi toglierebbe il contado.
La gente sentendoci arrivare esce dalle case per recarmi omaggio inchinandosi davanti al nuovo signore.
Scendo da cavallo...constatando con disappunto di avere i piedi nel fango di nuovo... Qui la pioggia e il fango sembrano una costante.
-Conte Jeon...no...non è consigliabile
Cerca di dire Namjoon preoccupato per la vicinanza della mia regale persona a questi bifolchi, ma io non lo ascolto, se c'è una cosa che ho imparato sulla mia pelle e fare e dire quello che penso.
Mi avvicino a quella povera gente, sporca e mal nutrita.
-chi è il capo villaggio?
Chiedo a voce alta.
-signore non c'è n'è uno...
Dice un ragazzo.
Li guardo ancora scioccato da quello che vedo.
-nominatene uno e domani mattina dopo le 10 mandatemelo.
Rispondo con tono perentorio.
-credo che possiamo andare... Dico rivolto a Namjoon.
-signore devono pagare la quota del mese dato che siamo qui riscuotiamo.
Suggerisce Namjoon.
-no...lasciamo perdere questo mese.
Dico nauseato da quello che ho visto.
Mi giro per tornare al mio cavallo, quando vedo qualcuno che lo sta accarezzando.
Mi avvicino è un ragazzo non molto alto in punta di piedi accarezza Black che sembra gradire. Anche lui è malconcio come gli altri contadini.
Ha una cuffia di lana grigia in testa da cui escono dei ciuffetti di capelli biondi, ha gli occhi verdi e non abbassa la testa come gli altri quando lo guardo. Lo riconosco è il ragazzo che si nascondeva ieri dietro a suo padre mentre eravamo al funerale del mio.
Mi porge con un accenno di sorriso una mela selvatica di quelle gialle e rugose, ha le mani piccole e le unghie sporche.
Mi sento a disagio per la sua sfrontatezza e colpisco via la sua mano facendo volare via il frutto.
Il suo osare mi infastidisce, aver toccato il mio cavallo senza permesso è inaudito, come lo è avermi offerto del cibo in quelle condizioni igieniche. Questa gente deve imparare a stare al suo posto...penso mentre cavalco via... Certo però che quel posto è da brividi... Devo fare qualcosa... Ma la consapevolezza di dover agire nel migliorare le cose si confonde con lo sguardo lanciato mi dal ragazzino con la cuffietta grigia... di sorpresa, delusione per poi riprendersi e correre dietro a quella mela rotolante come fosse la cosa più preziosa del mondo.
Il mio cuore di solito arido e privo di emozioni oggi l'ho sentito... Ed è stato strano.

I miei occhi sono corsi su quel secondo foglio... Rivedo nella mia fantasia il visetto di Jimin con la cuffietta grigia calata in testa... E la sua sfrontatezza nel porgergli un frutto... Che coraggio... Tanto quanto ce ne vuole a me per restare qui con questo temporale.

INDIMENTICABILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora