8.Loro Sono Ancora Qui

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Spengo la lampada ad olio sono troppo stanco ed è ora di tornare all'albergo... Jin mi aspetta e sarà pure preoccupato.
Vado verso la porta ma un brivido scende lungo la mia schiena...perché fuori sento dei passi leggeri... Apro la porta ma non c'è nessuno... Mi convinco che la mia è suggestione e forse un po' di stanchezza.
Esco non accorgendomi che i fogli che ho messo ordinatamente sul tavolo sono a terra. Lo saprò da Frederick l'indomani.
Attraverso il corridoio e scendo.
Saluto Frederick dicendogli che ho lasciato tutto di sopra, che tornerò domani.
Mentre viaggio in auto penso a quanto deve essere stata dura la vita di Jimin almeno tanto quanto fosse solitaria quella del Conte
Rifletto che forse mi atterro' al diario del nobile quando scriverò il libro.
Jin mi accoglie fra le sue braccia è stata dura per lui stare solo tutto il giorno, affronto la cosa...
-Torna a Seul... Qui ce l'ho lunga... Ma è fantastico sai... Quando sono in quella piccola biblioteca e leggo gli scritti del Conte mi sembra di esserci da spettatore... È accurato libero nei pensieri nei suoi scritti...senza censure... Nel mio libro ne verrà qualcosa di buono grazie a questo.
Jin sensibile com'è capisce e l'indomani riparte ed io ritorno al maniero.
Lascio l'auto un po' più giù per capire cosa si prova a fare un pezzo della strada che percorreva no a piedi o a cavallo.
L'odore della natura è forte nonostante la prima città non sia troppo lontana. Incrocio una donna anziana con un cestino pieno di funghi. La saluto educatamente... Si ferma con me un attimo.
-li vuole? Sono ottimi... Li vendo...
-no grazie, sto andando su al castello, scriverò un libro sulla storia del Conte e di Jimin.
La informo.
-davvero? Gli renda giustizia allora! Povera creatura che infausto destino incontrare il conte... Per me Jimin non è morto di peste come dicono... Jeon era geloso e l'ha ucciso ecco cosa penso.
-non ho ancora fatto le mie considerazioni ma ci penserò...
Dico giusto per rispondere.
-Jimin appare lo sa? Gliel'hanno detto? Al castello si sentono i passi... Nella cella dove lo rinchiuse una notte il pianto... E l'hanno avvistato sul fiume...
-e il Conte?
-di lui si sente il puzzo del suo sigaro... Fumava dei sigari sottilissimi spagnoli...
mi dice la marca li conosco e sono molto costosi e ricercati tuttora.
C'è chi dice pure che si sentono le sue urla il giorno in cui Jimin morì.
Quando entro al castello Frederick mi assale per i fogli caduti a terra, quando capisce che non ne so niente mi dice...
-è qui... Come Jimin non se ne sono mai andati.
Salgo le scale lasciandomi indietro Frederick, entro nella biblioteca, poggio un cestino che mi sono fatto preparare dall'albergo con del cibo... Ho intenzione di restare fino a stasera.
Mi siedo a quel tavolo voglioso di saperne di più.
Le mie mani si riappropriano di quei preziosi scritti e di nuovo mi immergo nel loro mondo.

INDIMENTICABILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora