22. Unisciti A Noi.

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Ed io me lo immagino Jimin con quella veste leggera i capelli biondi lunghi fin sulle spalle... Una bellezza eterea.
Mi immagino anche che la vecchia forse è uscita di casa e Jimin ignaro su ogni cosa...e voglioso di recuperare i suoi ricordi sia uscito mettendosi un'abbondante scialle sulle spalle.
Credo che appena fuori abbia fatto entrare in sé stesso, ispirando forte, quell'aria fredda tentando di rinsavire... di ricordare... Di colmare quel vuoto nella sua mente.
Immagino che abbia camminato fino al fiume tentando di rammentare quel paesaggio cercando spunti ai quali appigliarsi...per aprire una porta che giustifichi la sua realtà ignara di tutto.
Ma immagino anche che qualcuno lo stesse osservando...qualcuno che come il Conte sia rimasto stregato dalla sua bellezza... Avido di quell'immagine quasi surreale nella boscaglia.
Un spirito fatato del bosco... Ma lui lo sa che non lo è... Sa che è un ragazzo in carne ed ossa, quand'era dalla vecchia ha potuto ammirare quel viso stupendo da vicino... E un desiderio di possesso è nato non lasciando più spazio ai suoi altri pensieri.
Ecco perché il conte Jeon sui suoi scritti del 1431-10-22 scrive
MEISEL SEI UN UOMO MORTO.

Immagino che Meisel si sia avvicinato sorridendo amichevole.

Fra la boscaglia i loro sguardi si incrociano e Meisel esce allo scoperto
-Chi sei? Un elfo... O forse un Angelo caduto dal cielo... O forse solo un piccolo umano incosciente che si prenderà un bel raffreddore.
Commenta sorridendo approcciando Jimin.
-temo solo un piccolo umano incosciente signore.
Risponde ingenuamente Jimin.
-stavo venendo a trovare la vecchia per le sue erbe preziose e ti ho visto.
-lei sa chi sono io signore?
Jimin tenta di carpire qualche informazione sulla sua persona.
-chi non lo sa?!? Sei il compagno segreto di quel bastardo.
Jimin spalanca gli occhi per quel linguaggio arrogante.
-il conte Jeon
dice infine.
-perché lo definisce un bastardo signore?
-perché non doveva permettere alla sorella del Re e al Re stesso che sfogasse il suo sadismo su di te... Siamo tutti indignati per questo. Lui non ha fatto niente per impedirgli di farti del male.
-davvero? Io non ricordo nulla se non il fatto che mi sono svegliato accudito dalle amorevoli mani di Zeris.
Meisel ride...
-amorevoli...se non ti ricordi nulla è per quella pasticciona di una megera... Ha sbagliato le dosi della pozione antidolore.
-pozione antidolore? Non ne so nulla signore
-l'aveva ordinata lui perché tu non soffrissi... Me l'ha confidato il boya. Jeon si è solo assicurato che tu non patissi il dolore non che ti ferissero quasi a morte, ora che lo sai non vorrai tornare da lui? Poteva salvarti ma non voleva mettere in gioco la sua preziosa posizione. Con quello che ti ha fatto meriterebbe la morte.
Commenta Meisel insinuando la colpevolezza di Jeon.
-lui... lui ha permesso tutto questo? Non può essere dice di amarmi.
-è falso... È solo un nobile schifoso che soddisfa le sue voglie...e tu sei il suo giocattolo.

Jimin si tiene la testa con le mani, è difficile non ricordare nulla, desidera solo starsene in qualche posto dove nessuno solleciti la sua memoria... Dove nessuno cerchi di strappargli ricordi che lui più non ha.
-non tornare dalla vecchia... Vieni con me al campo dei ribelli, starai bene... Sarai rispettato. Non sarai il giocattolo di nessuno.

Jimin chiude gli occhi e la sua voce trema nel rispondere.
-ho bisogno di tempo... Il Conte freme affinché io ricordi... Ha detto che a breve dovrò tornare al castello.
-Jimin... A lui non importa se ricordi o meno... Ti vuole solo nel suo letto.
Fidati di me... Se chiedi in giro ti diranno che sono dalla parte del popolo, è vero sono un ladro ma derubo solo quelli come Jeon.
-lasciami pensare qualche giorno poi se mi accorgero ' che è vero quello che dici verrò con te... A patto che nessuno mi tormenti perché io ricordi... È doloroso per me affrontare il vuoto della mia mente. Zeris ha ordine di sollecitarmi... Affinché tutto torni come prima...ed io soffro terribilmente.
Meisel prende le mani di Jimin fra le sue.
-vorrei che capissi quanto mi esporrei con il Conte Jeon per aiutarti... Rischierei la morte sicuramente. Ma mi sono fatto avanti per parlarti perché un giovane puro ingenuo come te non sa quanto schifo possono fare i nobili.
-non ti conosco Meisel...
-qualche giorno Jimin... Solo qualche giorno... Altrimenti ti riporterà al castello e non ne uscirai più.
Jimin si avvolge nel suo scialle rabbrividendo e come è arrivato sparisce nella boscaglia seguendo il fiume tornando da Zeris.
Mentre Meisel osserva la sua figura delicata con lo sguardo pieno di desiderio, soddisfatto per l'erba gramigna seminata nei pensieri di Jimin... Il dubbio che Jeon si stia approfittando di lui ormai ha radici nella sua mente.

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