27. Il Matrimonio

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-quando torni?
Mi chiede Jin impaziente.
-ancora qualche giorno... Ormai non ho molte pagine da leggere...
-ti sarai fatto un'idea...
-si tesoro ho certezza dell'amore di Jeon...
-e di Jimin?
-non lo so... erano molto diversi... L'uno potente e con sentimenti assoluti... L'altro debole e incerto. Forse queste ultime pagine mi chiariranno tutto. Jin... Non ridere... Te lo dico perché so che lo farai...
Loro sono ancora al castello...lo sento. Non se ne sono mai andati.
Jin ride ovviamente...
-dai non sparare cazzate per mettermi paura...
Insiste sghignazzando
-ho sentito i loro passi... Sono diversi sai? Pesanti quelli di Lord Jeon... Leggeri quelli di Jimin... Il sigaro del conte...la risata del ragazzo... Spesso trovo i fogli a terra se mi assento qualche minuto e di certo non è Frederick che lo fa, sa quanto sono preziosi ed antichi. Sento che sono qui, c'è sempre una strana atmosfera. E se fisso il loro quadri mi sembra che il loro sguardo sia vivo... Sto impazzendo...
-Tae... Ne sei certo?
-si
-vieni a casa... Potrebbe essere pericoloso... Ho sentito parlare di entità sofferenti che si manifestano...non ci ho mai creduto... Ma se fosse...? Hai sufficiente materiale per scrivere qualcosa, ti prego torna da me. Non farmi stare in ansia.
-ancora qualche giorno Jin... Poi verrò via...
La telefonata mi ha messo un po' in agitazione ma sento che è qualcosa che devo portare a termine per poi poter scrivere il mio libro.

Perciò l'indomani puntuale sono alla scrivania di Lord Jeon con in mano quella sorta di diario... Riapro il librone pesante, con il marchio stampato a fuoco sul cuoio raffigurante lo stemma della casata dei Jeon... Mi ricongiungo al punto delle memorie dov'ero arrivato. Metto quel piccolo foglietto "tu ed io per sempre" in parte davanti a me, io lo so che questa è una storia d'amore... Lo sento... E sento anche molto altro... E come se le mie emozioni venissero dettate da qualcun altro... Da qualcuno che vuole che io sappia come sono andate le cose.
Lord Jeon continua nel suo racconto, con una scrittura frettolosa come se non avesse più tempo per scrivere.

Dopo l'incontro con Beth Jimin è venuto a cercarmi qui nello studio. Aveva gli occhi rossi dal pianto.
Si è avvicinato a me finalmente, ma non è riuscito a sostenere il mio sguardo. Ha inchinato il volto...dicendo semplicemente
-"perdonami"
l'ho stretto a me, mai ho pensato che dovesse scusarsi in qualche modo... Sono io che avrei dovuto fare di più. Ma come? Io un nobile legato a stupidi obblighi dinastici era impossibile per me intervenire oltre.
Quell'abbraccio e quel calore mi rassicurano, mi hanno fatto dimenticare tutto e sentire solo l'immenso amore per lui... Il mio Angelo biondo ha compreso.
-stavo per impazzire... L'attesa che tu ricordassi di noi è stata lunga...
Dico soltanto...
Mi si siede in braccio...con la sicurezza di chi sa che quello è il suo posto.
Baciandomi teneramente mi rasserena, accarezzandomi il volto con quella dolcezza che solo Jimin può permettersi perché gli appartengo.
Apro un cassetto con fare sicuro e tiro fuori una scatolina aprendola... dentro uno dei vistosi anelli di mia madre... Il più bello...il più antico... il più prezioso, lo faccio perché è il momento giusto... Ho aspettato troppo. Glielo infilo inginocchian domi e dicendogli con voce tremante
-ti sposo... Ora...con quest'anello ti sposo Jimin.
Sorride per il mio gesto plateale.
-anch'io ti sposo ma non ho nulla da darti.
Risponde semplicemente continuando a baciarmi.
-Credo che tutto te stesso basterà e penso anche che dovremmo andare di sopra... Perché non ho intenzione di rimandare ancora la notte delle nostre nozze.
Dico serio sollevandolo di peso.
Non ci sono obiezioni questa volta.
-Sono tuo Lord Jeon tutto tuo.
Mi sussurra sorridendo sulle mie labbra.
Il letto grande dei Jeon... Dove tre quarti dei miei avi ed io siamo stati concepiti è il luogo per suggellare il nostro amore.
Jimin si lascia prendere con trasporto e desiderio come non aveva mai fatto.
Le nostre sono mani che accarezzano che esplorano, le bocche unite per confermare il nostro amore e quando separate solo per darci piacere reciprocamente, sono una costante delle ore che passiamo insieme. Quando entro in lui non rispondo più di me stesso, sentirlo godere ad ogni ondata di piacere che ci travolge mi eccita e disinibisce di più, non ci sono pudori, timori... Ma solo l'audacia di prendere e dare.
Due giorni chiusi in questa stanza...per raggiungere il nostro equilibrio ce li facciamo bastare. Tanto c'è Lady Beth per tutto il resto  è un ottima padrona del casato. Poi affronteremo il mondo ma saremo più forti insieme.

Tiro un sospiro di sollievo perché si sono ritrovati...
Ma è breve... giusto il tempo di gioire che sprofondo nella più totale incertezza trovandomi con un documento fra le mani ingiallito dal tempo che mi fa rabbrividire...è meno rovinato rispetto agli altri fogli guardo la data... Risale a quindici anni dopo dalla data del suo ultimo scritto.
È un certificato di morte.
Piombo in una totale tristezza.
Di quei quindici anni c'è poco, se non una lettera di Lady Beth che passa il Natale dai suoi genitori con il figlio il piccolo Conte Jules e con il segretario-l'amante Namjoon nella quale si dice felice di sapere che Lord Jeon e Jimin stanno bene. Scendo di sotto con il librone e chiedo a Frederick.
-venga le preparo il solito the'.
Gli racconto in breve che il libro sembra fermarsi... A quel certificato. E Frederick racconta...invitandomi poi dopo qualche minuto a rientrare nello studio di Jeon, perché è lì che regna l'atmosfera di questa storia... Dove il Conte ci ha tramandato i suoi scritti.


INDIMENTICABILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora