Capitolo 54 - Mostri gemelli nelle loro divergenze

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Chiara

Ophelia è una donna abbastanza intelligente per interpretare la mia espressione al meglio. Vorrei poter dire che in questo momento mi sento delusa da Jane, oppure che sono arrabbiata con lei. La verità è che non riesco a metabolizzare le parole della signora di fronte a me, non comprendo come lei possa sapere con tanta precisione cose che Jane mi ha detto anni fa o mentre eravamo sole sul divano di casa mia.

«Ascoltami, Chiara. Jane potrà sembrare la persona più gentile e comprensiva che tu conosca. Potrà aver assecondato qualsiasi tuo comportamento errato. Probabilmente ti ha anche detto che hai fatto bene a picchiare Richard. Ma non è per bontà di cuore. E ci sarà sicuramente qualche altra ragazza, qualcuna di cui tu non sai assolutamente nulla, alla quale avrà detto che sei completamente fuori di testa, le avrà raccontato che la maltratti, magari che non sei presente oppure che non vali nulla e che la relazione è tenuta in piedi solo da lei.»

Guarda l'orologio e resta sovrappensiero per pochi attimi, poi volge le sue attenzioni su di me una nuova volta.

«A questo punto, con ogni probabilità, le avrà anche già detto di averti lasciata e che con te ha chiuso definitivamente, solo per farla sentire importante.»

La maggior parte della mia testa vorrebbe potersi rifiutare di ascoltare anche solo una delle cose che mi sta riferendo, ma so bene che resteranno impresse nella mia memoria fino a che non confronterò Jane. Quasi certamente, anche dopo. Che siano vere o false, ormai sono incise come sulla pietra e si insinueranno nei vicoli più oscuri della mia mente come dubbi a proposito di qualsiasi altra persona sia nella mia vita, qualsiasi altro essere umano potrei mai incontrare.

«Non ha senso, perché restare con me se cambia ragazza ogni tre mesi, o quello che è?»

Domanda stupida, posso sentire la risposta prima ancora che lei la esponga ad alta voce.

«Hai una casa in un posto molto meno sperduto di questo, sei estremamente permissiva con lei e da te potrà sempre ottenere tutto quello che vuole. Ti sa rigirare su un solo dito: per ogni tuo errore tu provi sensi di colpa, lei prima fa sì che tu venga divorata dal tuo stesso rimorso e dopo ti perdona, in modo che tu ti senta in debito. Più tu sei autocritica, più tu ti odi e ti consumi, maggiori sono i vantaggi che lei ottiene.»

«Perché mai dovrebbe farlo? Non ha senso!»

Bugia. Questo è uno dei discorsi più sensati e filati che Ophelia abbia fatto sin dalla prima cena, quadra alla perfezione.

Il mio tono di voce si fa più alto. Sono consapevole, almeno parzialmente, che me la sto prendendo con Ophelia perché se io non lo facessi vorrebbe dire che avrebbe ragione e Jane, di conseguenza, mi avrebbe effettivamente usata tutto questo tempo.

La donna di fronte a me sorride appena, guardandomi con aria un poco rassegnata.

«Capisco che sia difficile da accettare per te. Immagino siano circa tre anni che state insieme. Però pensaci bene. Come altro credi che facessi a sapere le cose che ti ha raccontato per tenderti una trappola?»

Ha ragione lei, Jane? Dovrei credere a questa donna, che sembra essere lo specchio della sincerità? Oppure a te, la ragazza che sta con me e che ha bruciato ogni briciolo delle salde fondamenta su cui ho costruito la mia vita pur di avermi in questo modo logoro? Sono così confusa Jane. Non riesco a immaginare che questi anni per te siano stati solo una lunga serie di mattoncini di Lego, una costruzione ben articolata secondo i tuoi piani.

«Perché quella è la sua vita reale e tu non vuoi che io ci stia assieme, quindi ti stai inventando un contesto scioccante. Be' sappi che non sono io a volere una relazione, Jane per me non è nulla più di una buona amica. Se riesci a convincerla tu a non starmi alle calcagna, prego, provaci pure. Sei davvero la benvenuta, sono anni che cerco di attenuare le sue ossessioni. Ma taglia corto con queste calunnie.»

Non voglio crederle, non posso. Il mio cervello non può concepire che sia stata tutta una finzione. Non riuscirei nemmeno a immaginare una cosa del genere. So che se accettassi tale realtà, tutti i ricordi collasserebbero in un unico punto del mio cervello, rendendomi catatonica oppure la persona che ero prima di incontrare Giulia. Non credo sarei in grado di portare il peso della consapevolezza che qualcuno che mi ha baciata, che ha dormito nella mia casa e vissuto di fianco a me per tutti questi anni, qualcuno in cui ho investito tempo, emozioni e giorni di vita, qualcuno che considero un'amica e ormai una di famiglia, qualcuno di cui sto imparando a fidarmi almeno in parte mi abbia solamente presa in giro per tutto il tempo.

L'idea che un soggetto simile possa aver convinto sia me sia Alissa mi fa quasi paura. Entrambe siamo sempre state delle ottime lettrici, come avremmo potuto farci ingannare così facilmente?

Dovrei smettere di pensare di te così, ti chiedo scusa Jane. So che ci sei stata spesso per me in questi anni, hai sopportato molto. Ma proprio non capisco: se questa donna ha torto, come posso spiegarmi tutti quei comportamenti che hanno scatenato in me milioni di dubbi? Ophelia mi sta offrendo una possibilità plausibile, assolutamente realistica, capace di placare la fame di tutti gli interrogativi che popolano la mia testa. O quelle sono solo paranoie?

Proprio per questo una parte di me pensa che non dovrei crederle. Tra i bugiardi dal maggiore successo ci sono quelli che ti studiano, poi ti offrono bugie nelle quali tu già credi almeno in parte.

Dall'altro lato, tu mi hai sempre offerto tante promesse, una dopo l'altra, e nessuna spiegazione. Ophelia non so chi sia, l'ho vista un paio di volte in vita; tu non so chi sia nonostante questi tre anni insieme. Non so più che pensare. Dove mi dovrei girare? Cosa dovrei credere? Di chi mi dovrei fidare? Chi è che sta giocando con la mia mente per trarmi un inganno, tu o lei?

«Puoi anche convincerti che io stia mentendo, Chiara. Sappi solo che se ti ha tenuta alla sua mercé per tutti questi anni significa che ha dei progetti per te. E più tempo passa, più questi si fanno vicini. Sono tanto più prossimi quanto più a fondo è entrata nella tua intimità, nella tua vita e nella tua mente.»

Con la testa rimbombante di queste sue ultime parole, mi alzo senza dire nulla ed esco dalla villa. Il cellulare squilla, una certa "Alisa" – o qualcosa del genere – mi cerca per una promozione imperdibile di qualche tipo, ma non l'ascolto. Credo di percepire la mia voce dire che non ho tempo e scusarsi prima di chiudere la chiamata e seppellire il telefono nella tasca dei pantaloni.

A chi devo credere, Jane? Chi di voi due mente? Chi mi sta dicendo la verità? In quali mani dovrei riporre la mia fiducia a questo punto? Dammi tu delle risposte Jane, perché le uniche che mi sono state offerte ti dipingono come un essere spregevole tale e quale a me, come un altro mostro in cui posso facilmente specchiarmi trovando molte più similitudini che differenze.

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