Il tempo passa. Anche quando sembra impossibile. Anche quando il rintocco di ogni secondo fa male come il sangue che pulsa nelle ferite. Passa in maniera disuguale, tra strani scarti e bonacce prolungate, ma passa. Persino per me.
- New Moon (The Twilight Saga), Stephenie Meyer -
Svegliarmi e sentire come prima cosa il contatto con Jane mi rende nervosa. Spesso le ho detto di non intrufolarsi nel mio letto, tuttavia pare ci provi gusto nell'ignorare le mie richieste.Lei è voltata di schiena. Mi limito ad aprire gli occhi e guardarla. Mi chiedo se tutto questo per lei sia salutare. Nella nostra relazione, se così si può davvero definire, sono stata molto più presente all'inizio che adesso. La verità è che ogni volta che lei mi bacia mi vengono i conati di vomito. Evito il più possibile il contatto fisico, quando lo cerca spesso la respingo. Perché nonostante io sia costretta in questo rapporto, credo che Jane meriti di meglio di così.
Percepisco un suo leggero movimento, ma appena realizzo che ha intenzione di far finta di non essersi svegliata rimango immobile a mia volta.
Sarei curiosa di sapere dove saremmo ora se io non fossi riuscita ad accettare, per una volta, l'idea di provare ancora delle emozioni e avessi lavorato arduamente per tentare di affrontarle e domarle almeno in parte. Ci ho impiegato più tempo del dovuto e sicuramente l'ho ferita e non poco, proprio come è successo in passato.
Proprio come con Alissa e Giulia. Perché alla fine non faccio che ripetere gli stessi errori. Non ho mai saputo affrontare niente, non davvero. Nemmeno la morte dei miei genitori, all'epoca la sola cosa che riuscii a fare fu compatire me stessa. Con Giulia feci lo stesso. Sono tutt'oggi certa di non aver mai meritato il suo sacrificio, dopo tutto il dolore che ho fatto provare a tutte quelle persone. Le famiglie adottive, Alissa, Giulia stessa. Alla fine, dubito di essere mai stata altro che un misero mostro.
Jane si volta per accarezzarmi piano la guancia. Mi scosto da lei, cercando di non offenderla troppo.
Un mostro, già, mi ci sento davvero. Probabilmente perché lo sono.
«Hey» richiama la mia attenzione. Rispondo in un sussurro, ma spostare il mio sguardo su di lei sembra troppo faticoso per me al momento. «A che pensi?»
Scrollo le spalle in risposta. Non saprei nemmeno esattamente cosa dirle. Ma, in fondo, sono certa che abbia intuito, chissà come, quello che mi passa per la testa. Lei sa sempre a cosa sto pensando. Non so se io lo faccia per ridurre al minimo i dialoghi forzati o perché mi interessi davvero che mi conosca, ma cerco di essere il più trasparente possibile con lei.
«Smettila di torturarti così Chiara. Sono qui» afferma con tono calmo. Mi chiedo come ancora non si sia stufata di me. Chiunque altro si sarebbe già stancato di star sempre dietro a me e ai miei crolli emotivi. E, a dirla tutta, non sarebbe un male per nessuna delle due se lei si arrendesse.
«Ti amo. Ed è stata una mia scelta non allontanarmi da te. Sei tremendamente complicata e un tantino fuori di testa, lo ammetto. Ma è anche per questo che mi piaci.»
Alzo lo sguardo su di lei, solo per trovare i suoi occhi già puntati sul mio volto. Un rimprovero tacito aleggia nel modo in cui mi osserva. Mi scuso con un'occhiata breve, ma lei sorride comunque.
Senza aggiungere altro si alza, lasciandomi sola sul letto, dove rimango a fissare il soffitto nero. Ormai sono quasi due anni che stiamo insieme. Entrambe abbiamo superato l'ultimo anno di liceo, sebbene in modi molto diversi. Jane ha ottenuto una meritatissima lode, mentre io mi sono stupita del mio brillante 72.
Non ci sarei mai arrivata se Alissa non avesse speso giornate intere a torturarmi con le sue tecniche di studio intensivo. Ad essere sincera sospetto che ci sia stato anche lo zampino della Livardi, ma di sicuro non ho mai avuto alcuna intenzione di andarmi a lamentare. Calpestare il piatto in cui mangio non è mai stato tipico di me.
Attualmente lavoro sempre nello stesso posto, in fabbrica, ma Marco mi ha fatto il gentile favore di spostare i miei turni ad orari più vivibili per me, ora che ne ho la possibilità, e di estendere i tempi di lavoro così da aumentare un poco il salario.
Jane, invece, ha scelto la strada più difficile e sta attualmente studiando per diventare biologa marina, almeno questo mi ha detto. I suoi genitori sono sempre assenti come quando ci siamo conosciute, tutt'ora non ne parliamo quasi mai. Credo sia uno dei pochi aspetti sotto i quali Jane è rimasta testarda e immatura.
«Hey, pelandrone, siete pronte o vi serve un invito scritto?!» urla Alissa, entrando impetuosamente dalla porta principale. Sì, ha ancora le chiavi di casa mia, purtroppo e mio malgrado sottolineerei. Accompagna sempre me al lavoro, almeno quando comincio al mattino, e Jane all'università. Mi rammarica però ammettere che questo non sia il solo motivo per il quale continua a fare irruzione nel mio salotto, non negli ultimi tempi.
La sua relazione con Keyana non è stata fortunata quanto quella fra me e Jane, sempre che quest'ultima lo sia. Hanno superato molto bene il primo anno e mezzo, dopodiché i loro litigi sono diventati sempre più frequenti, lunghi e colmi di cattiverie, delle quali la maggior parte venivano pronunciate dalla brasiliana. Questo fino a che, recentemente, le loro strade non si sono divise in modo definitivo.
Soprattutto per questa ragione permetto ad Alissa di comportarsi in tal modo. Ha bisogno di supporto, per quanto si atteggi da dura, ed io lo so bene. Jane, comprendendo quanto sia importante per me quella pazza, ha semplicemente assecondato la mia richiesta di darle un po' di tempo prima di sbatterla di nuovo fuori di casa con un educatissimo lancio della ciabatta. In fondo, non sembra che alla bionda importi molto di Alissa o di quello che fa.
E tu Jane?
Rivolgo la mia muta domanda alla porta di accesso alla camera, vuota se non per la presenza della mia migliore amica.
Per quanto sopporterai tutto questo? Arriverà il giorno in cui sarà troppo per te e vorrai solamente evadere, forse più di quanto vorrei farlo io adesso. Mi avrai manipolata abbastanza perché io mi fidi di te per allora? Questo implicherà che il tuo improvviso voltafaccia mi ferirà irreparabilmente? O magari ci sarà un giorno in cui io saprò oppormi e sfuggire a questa assurdità che tu tanto ami chiamare relazione stabile, ma che per me è piuttosto una sorta di cattività forzata. Allora tu che fine farai?
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I Frutti dell'Ignoto
Roman d'amourSequel di "Al di Là del Nulla" La vita è portatrice di sorprese. A volte succede che una vecchia memoria si materializzi come nuova realtà presente, portando grandi promesse che nascondono tremende minacce. Che cosa succederà a Chiara quando sarà la...