Capitolo 47 - Le certezze sono la domanda umana che riceve meno offerta

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Sconosciuto

Mi sveglio prima di Rose, come alla festa, e lei è sempre nella stessa posizione. Mi godo i minuti di silenzio prima che si desti, dato che sono sicura sia abbastanza presto.

Ancora non riesco a spiegarmi esattamente per quale motivo fra tutte le persone che conosce abbia scelto di venire da me. Che si senta al sicuro? Sarebbe bello se fosse così, sebbene io non mi senta una persona molto integerrima a pensarlo. Dopotutto, è impegnata con questa ragazza di cui non mi ha mai nemmeno detto il nome.

Nella penombra del mattino rivolgo lo sguardo alle fotografie sul muro. Solo ora realizzo che Rose non è mai stata nella mia stanza prima, siamo sempre rimaste solo in salotto. Forse inconsciamente non ho mai voluto che lei le vedesse. Ammetto che vorrei che Lei restasse qualcosa che appartiene solamente a me, nonostante io non possa escludere la possibilità che in questi anni sia appartenuta a qualcun'altra. Non pretendo di essere la sola persona che abbia mai amato come lei lo è per me, non potrei mai farlo. Tuttavia, non nego che vorrei potesse essere così.

Rilascio un sospiro imprigionato fra le mie labbra da qualche minuto prima di scuotere leggermente la ragazza bionda, la quale emette un grugnito di protesta. La invito più volte ad alzarsi, ma anche solo mettersi a sedere sembra richiederle più energie di quante lei ne abbia. La prima cosa che fa è guardarsi intorno con curiosità, almeno fino a che il suo sguardo cade sulle foto che fino ad ora avevo tanto inconsciamente cercato di proteggere.

Rose le osserva, poi guarda me. Ripete questo gesto per ben quattro volte, prima che io le chieda che cosa la turbi. Lei scuote la testa, eppure mi sembra che abbia la tipica espressione di qualcuno che ha appena trovato la conferma a tutti i suoi sospetti. Una parte di me sarebbe pronta a giurare che per una frazione di secondo un piccolo sorriso di compiacimento sia comparso sul suo volto.

Ne avevi su di me? Per caso la conosci? L'hai vista da qualche parte? No, credo che se sapessi chi è Lei me lo avresti detto. So che non ne parlo molto, ma penso che se l'avessi mai incontrata a questo punto non me lo terresti nascosto. Vero, Rose?

Le do qualche minuto per riprendersi dal sonno profondo, prima di parlarle.

«Credo che ora dovresti tornare dalla tua ragazza. Non potete non discutere di quanto successo.»

La bionda annuisce lentamente, non molto convinta dalle mie parole. Sembra sul punto di dire qualcosa, ma una telefonata improvvisa ci interrompe. Lei risponde immediatamente, seppur con un'aria scocciata tanto improvvisa da dare l'impressione che Rose sia una sorta di interruttore.

Non so chi ci sia dall'altra parte, ma c'è sempre questo Mr. Qualcuno che quando ti chiama tu rispondi immediatamente, come se si trattasse di affari importanti. Quali sono i tuoi veri segreti, Miss Craigh?

Come sempre pronuncia frasi brevi, vaghe eppure piuttosto decise, come se fosse abituata a parlare in presenza di un pubblico dal quale non vuole essere compresa o ascoltata. Queste brevi telefonate assomigliano sempre a quella scena del film di Dracula, dove il vampiro si muove attentamente nell'ombra in pieno giorno e nessuno sembra notarlo.

Davvero nessuno si accorge di questo lato di te?

La bionda torna a guardarmi, ancora una volta la sua espressione torna ad essere quella di una giovane donna che si sia appena svegliata, come se nulla fosse successo. Ignorando tutti i miei dubbi, mi rendo conto che probabilmente non avrò mai occasione migliore di questa per porle il fatidico quesito.

«Hai intenzione di continuare a stare con lei?»

Una domanda azzardata, me ne rendo perfettamente conto. Mi sento alquanto in imbarazzo sotto il suo sguardo confuso ed interrogatorio. La verità è che vorrei sapere se con lei avrei mai qualche speranza. Sono mesi che aspetto il momento giusto per dirle che mi piace, ma riterrei sbagliato farlo mentre lei non è ancora single. Ho quasi ceduto il giorno della festa, quando lei mi ha dato quel bacio di cui il giorno dopo nemmeno si ricordava, però ho preferito tenermelo per me anche in quell'occasione.

Rosanne mi osserva e si volta verso di me con molta cautela, probabilmente analizzando la mia espressione che cerco di nascondere mantenendo gli occhi fermi sulle mie stesse mani.

«Posso essere sincera con te?» chiede all'improvviso, cambiando del tutto atteggiamento.

C'è qualcosa nel modo in cui mi osserva che sveglia un piccolo angolo della mia coscienza. A sua volta, quest'ultima mi urla di non darle il permesso, di fermarla prima che possa proferire parola. Non riesco bene a capire se siano i miei valori, la mia morale oppure me stessa che questi avvertimenti cercano di proteggere. Tuttavia, la mia curiosità mi sussurra tante cose all'orecchio, dolci promesse. In un momento simile, queste certezze hanno la meglio su qualsiasi altra cosa, compresa la mia tanto amata razionalità.

La mia attenzione si sposta su Rose e con un cenno del capo acconsento.

«Credo di provare qualcosa per una persona, solo che lei non si fa mai avanti.»

Il modo in cui mi fissa negli occhi sembra volermi bruciare le iridi. Lei non dice nulla ed io non sono da meno. Non che io non sia in grado di leggerla o viceversa, probabilmente siamo solo entrambe in attesa che una delle due decida di prendere in mano le redini, chiarisca la situazione; o meglio, la definisca una volta per tutte.

«Magari quella persona non lo fa per una pura questione morale» affermo dopo qualche altro secondo. «Magari aspetta anche che sia tu a fare una mossa, prima.»

Chiunque sarebbe in grado di vedere che Rose è perfettamente cosciente di quale sia l'azione a cui mi riferisco. Mi rivolge un piccolo sorriso.

«Forse io per fare questa... mossa ho bisogno di certezze.»

«Forse anche quella persona.»

Ormai la nostra conversazione è sostenuta più dalle espressioni facciali che dalle parole. Rosanne si avvicina di poco a me.

«Io penso che quella persona sia già in possesso di certezze sufficienti» dice, prima di guardarmi le labbra per un secondo. Il suo viso è decisamente più vicino al mio del necessario, ma in questo momento non ho le abilità mentali per interporre fra noi chissà quale tipo di muro.

«Non pensavo lo ricordassi.»

Rose sorride appena, prima di lasciarmi un bacio sulle labbra che dura diversi secondi. Non so con quale forza di volontà riesco a non ricambiare quel gesto e spingerla via dalle spalle. Ovviamente dopo una simile conversazione, Rosanne insiste appena, provando a spostare le mie braccia. Tuttavia, faccio una certa resistenza, abbastanza a lungo da invitarla ad uscire da casa e andare a parlare con la sua ragazza, quella che non ha ancora lasciato. Consiglio che lei sembra seguire di buon grado.

La porta si chiude e io comincio a risistemare la mia stanza, con la testa ancora ferma sulla bionda.

Più ti conosco, meno ti capisco Rosanne. Ma forse, infondo infondo, non credo tu voglia realmente che io ti comprenda del tutto; probabilmente la sola persona cui vuoi riservare questo privilegio sei tu.

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