Capitolo 71 - Qualcuno di diverso

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Chiara

Esco di corsa dal locale. La figura castana è lontana ormai, ma la inseguo. Costringo le mie gambe a superare i loro limiti per raggiungerla. Non chiamo il suo nome, non farebbe che complicare le cose. Mi sento come nei sogni: corro, corro e corro ancora, ma non sono abbastanza veloce.

data«p«id=0e7cfeb35d354aab06356352306d4ca7,ùQuando la raggiungo, le afferro il polso in modo deciso ma delicato.

«Aspetta!»

Uno schiaffo si abbatte su di me. Sento il sangue fluire alla mia guancia, ma non sento dolore. Non aveva alcuna intenzione di farmi male, solo di farmi indietreggiare un po'.

«Giulia, credimi, ti prego.»

«Non osare, Chiara! Crederti? Per quale motivo dovrei farlo? Pensi che non ricordi cosa mi hai detto quel giorno in auto? Dovrei credere anche a quello?! Stammi lontana. Sono solo una stronza, dopotutto. E non mi ami. Quindi continua a evitarmi come hai fatto fino ad ora, almeno abbi il buonsenso di non riavvicinarti a me se non sei nemmeno capace di essere sincera!»

Come puoi dirmi tutte queste cose? Mi conosci. Sono sempre io. Incasinata, complicata, tormentata. Innamorata. Irrimediabilmente io. Perché non te ne accorgi? Perché non mi vedi?

«Giulia... Per favore.»

«No Chiara. Adesso basta. Basta con le tue suppliche inutili. Ho sopportato tutto questo per anni. Il fatto che tu ora riesca a controllarti non ti arroga il diritto di mentirmi!»

«Io non ti sto mentendo!»

«Smettila! Sei solo una sporca bugiarda! A te di me non è mai importato! Tutti i tuoi "ti amo" sono svaniti di fronte ad un fottutissimo incidente d'auto; i tuoi per sempre si sono polverizzati di fronte ad un coma; le tue promesse hanno smesso di esistere non appena quella ad avere bisogno di affetto e comprensione e supporto sono stata io e non tu! Questo è quanto è valso il tuo amore. E non credere che io non ci credessi, perché ci ho creduto. Ti ho aspettata. L'ho fatto per settimane, mesi, anni, ma tu non c'eri!»

«Io c'ero! Ogni giorno, ogni ora ero lì! Tuo padre che urlava, lui e tua madre che litigavano, lei che era ridotta uno straccio quanto me. Ci sono stata ogni giorno, ogni dannatissimo giorno! Giulia, ero al fianco di tuo padre al tuo cazzo di funerale! Al funerale, lo capisci?! Ho passato gli ultimi tre anni e quattro mesi a parlare con una fottutissima lapide!»

Mi spinge via. Lo fa ancora. I suoi occhi sono pieni di lacrime, ma la rabbia non potrebbe mai passare inosservata sul suo volto. Non mi crede. Non si fida di me. Mi guarda come si fa con gli sconosciuti. Come se tutto quello che eravamo si fosse annullato e avesse cessato di esistere in qualsiasi tempo e luogo in un istante.

«Se mi ami, sii onesta! Credo di meritarmi un briciolo di onestà dopo tutto questo tempo. Se mi ami ammettilo. Ammettilo che semplicemente era diventato tutto troppo difficile per te, o chissà quale altro è stato il motivo, ma te ne sei andata. C'è molto più disonore nel mentirmi che nell'ammetterlo, Chiara.»

Non me ne frega un cazzo dell'onore! Come puoi pensare questo di me? Anni, abbiamo speso anni insieme, ogni dannato giorno. Come puoi parlarmi come se io non fossi niente di tutto quello che hai conosciuto? Come puoi guardarmi e pronunciare delle simili parole? Come puoi accusarmi in tal modo, se sai chi sono? Mi guardi come se fossi diversa, Giulia, ma l'unica a vedermi cambiata sei tu.

«Giulia, a me non importa dell'onore. Ti ho detto la verità, posso portarti a vedere la lapide se vuoi, puoi chiedere tu stessa ad Alissa se non ti fidi di me, diamine, chiedilo a tua madre. Io ero lì, sono sempre stata lì.»

Una risata isterica abbandona le sue labbra. Per la prima volta da molto tempo vorrei davvero solo mettermi a piangere, al modo dei bambini, rumorosamente e disperatamente.

Mi sento così frustrata. In cosa potrebbe mai riuscire qualcuno che non è nemmeno capace di ottenere la fiducia della persona che lo ama e di cui è innamorato? Mi sento impotente. Non so nemmeno più cosa dire, come lottare. Non sono e non sarei mai stata pronta ad una guerra con lei. Contro chiunque, contro il mondo, ma non contro di lei.

«Non mi interessano le finte prove che puoi darmi. E lascia mia madre fuori dalle tue menzogne. In questo modo stai sputando su tutto quello che siamo state, te ne rendi conto?! Io ti ho amata con tutta me stessa Chiara. Mi stai mentendo senza pudore. Non osare mai più intrufolarti nella mia vita privata. E sì, sto con Rosanne. Lei è gentile, mi tratta con riguardo, mi stringe a sé la notte. C'è stata, è stata con me quando tu non c'eri. Lei è presente, tu non lo sei stata. Lei mi dà tutto quello che tu mi hai fatto mancare in questi anni. Dal momento in cui tu te ne sei andata, la mia vita non sono più affari che ti riguardano.»

«Giulia, tu non mi stai minimamente ascoltando. Per favore, ti prego, dammi retta, io-»

«Basta Chiara. Basta. Sono stanca di ascoltare le tue bugie. Evidentemente dopo quel giorno quello che abbiamo avuto è rimasto importante solamente per una di noi.»

Mi dà le spalle e prosegue. Tento un ultimo gesto disperato e la fermo di nuovo, implorandola come mai ho fatto prima.

«Stammi alla larga! Ho sopportato tutti i tuoi casini, tutte le tue crisi senza mai dire niente. E anche quando ero in lacrime, ero sempre io a consolare te. Non è bastato a farti restare e adesso non è nemmeno abbastanza perché tu mi porti un minimo di rispetto?! Non sei altro che un'egoista Chiara! Non so che cazzo ti sia successo, ma non sei nemmeno lontanamente chi ho conosciuto e amato, anzi ti dirò di più, quella persona per me è morta! Morta!»

Quell'urlo mi lacera i timpani. La lascio andare, sotto gli occhi dei passanti. Il briciolo di autocontrollo che avevo in me mi abbandona del tutto, facendo tornare vecchie sensazioni, più forti, molto più forti, di quanto non lo siano mai state prima.

Sono certa, come è tipico degli umani, di avere un cuore solo. Eppure in questo preciso istante posso sentirlo finire in pezzi per la quarta volta.

I Frutti dell'IgnotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora