Sconosciuto
Appena mi sveglio mi sento leggermente disorientata. So bene che ieri io e Rosanne siamo venute alla festa, quello che non mi ricordavo è che lei si fosse infilata nel mio letto, probabilmente dopo che io mi ero già addormentata da un pezzo. Anche volessi muovermi, sarebbe impossibile dato che il suo corpo sovrasta il mio. Povo a scuoterla, ma lei nemmeno se ne rende conto, perfino il suo subconscio sembra K.O. Mi chiedo se abbia bevuto ancora dopo che le ho detto di smettere, sebbene io sappia benissimo che lo ha fatto.
Libero un sospiro intrappolato fra le mie labbra. Controllo l'orologio; tra un'ora circa io dovrei essere in facoltà. Considerata la posizione di casa di Riccardo, non dovrebbe essere un problema, se solo Rose si togliesse da sopra di me.
«Rosanne. Rosanne!» la chiamo a voce alta per l'ennesima volta. Il meglio che ottengo è un mugugno spesato in protesta. Non mi resta altra soluzione che usare la forza bruta e farla rotolare il più lontano possibile, giusto quanto basta per alzarmi.
Mi dirigo silenziosamente alla ricerca delle mie scarpe, le quali devono essere state spostate da un'altra delle tante anime ubriache che adesso sono sparse chi sul divano, chi sul pavimento, chi sul tavolo della cucina.
Quando finalmente le ritrovo, sebbene in tempi separati, mi affretto a infilarle e tornare indietro da Rosanne. Ancora una volta provo a svegliarla, ma non serve a nulla, così scrivo un due righe sul primo pezzo di carta che mi capita e glielo infilo nella tasca dei jeans, ben infondo in modo che non possa perderlo. Dopodiché, il più silenziosamente possibile, esco di corsa e raggiungo la mia auto, parcheggiata proprio dietro quella di Rose.
Sei un tipa stramba Rosanne. Credevo non ti piacesse bere, eppure sembra che tu ci stia prendendo gusto ormai. Mi chiedo se sia un bene o meno. Non credo che la tua ragazza ne sia felice, sempre che lo sappia, o forse dovrei dire sempre che le importi dal modo in cui ancora ne parli. Bevi forse perché le cose a casa non vanno bene? Sarebbe meglio se tu ne parlassi, invece che annegare le paranoie nel decimo Margarita tutte le volte. Anche se, stranamente e nonostante il modo in cui ti atteggi, nemmeno dopo il dodicesimo il tuo sguardo mi sembra quello di una persona ubriaca.
Superati un paio di incroci e qualche guidatore che ha trovato la patente sotto lo zerbino della zia, raggiungo l'università quasi in perfetto orario. Passando di fronte alla caffetteria saluto Tom con la mano, dopodiché mi precipito in aula, attirando non più di sei paia di occhi su di me.
E tutta questa corsa solo per centoventi miseri minuti.
Sbuffo e ravvio i capelli che sono sfuggiti alla mia acconciatura improvvisata, riuscendo a recuperare veramente fiato solamente qualche minuto dopo.
Suppongo che sarà la tua ragazza a venire a recuperarti. Spero solo che non si arrabbi troppo con te. O che se lo farà, tu saprai come reagire. Non capisco nemmeno perché tu ci stia ancora assieme. Non che tu ne parli molto, ma dal poco che dici mi è chiaro che tipo sia, almeno ai tuoi occhi. Anche il solo fatto che non venga mai con te alle feste è indice di come di te non le importi, sempre che il tuo gran dire dei tuoi tentativi di convincerla ogni volta non sia una bugia. Mi chiedo quando sarai pronta ad accettarlo anche te, Rosanne.
Dopo queste due ore tutt'altro che vuote di nuove informazioni, comincia il mio turno al bar, il che implica un'altra corsa. Spesso mi sembra ironico come il mio posto di lavoro sia di fronte alla mia università, eppure io debba puntualmente perdere un polmone per non ritardare.
Quando giungo finalmente nel camerino, non ho più nemmeno un briciolo di ossigeno nel sangue. Mi sembra che qualcuno mi stia rubando l'aria, ma questo non è abbastanza per permettermi di non presentarmi dietro al bancone meno di un minuto dopo.
«Heilà ragazza!» mi saluta Tommaso. Faccio appena in tempo a sussurrare una risposta prima che io mi ritrovi già investita di ordini, dal classico caffè al cappuccino ristretto con latte di soia scremato ed una punta di polvere di mandorle fresche. L'aspetto più triste e disperato in tutto questo è che me lo hanno davvero appena chiesto.
Sospiro per l'ennesima volta, prima di notare una macchina ferma al semaforo, la quale risveglia in me l'istinto di fermarmi a fissarla appena troppo a lungo. Il veicolo, la persona alla guida e perfino la ragazza sul posto del passeggero mi sembrano estremamente familiari. Prima che io possa dare una seconda occhiata per chiarirmi le idee, tuttavia, l'auto è già sparita e tutto quello che ne resta è un'immagine sbiadita impressa nella mia mente.
Quei lineamenti, quella carrozzeria così cangiante hanno destato in me memorie di tempi lontani. Tempi felici, leggeri, in cui non sapevo né come si facesse un cappuccino né che cosa la vita avesse in serbo per me. Quando ancora invece che rimuginare sul passato, passavo le giornate a riempire il futuro di colori e piani, condividendoli con la persona che amavo, coinvolgendola in essi senza preoccuparmi di quanto potessero essere a lungo termine. Anni durante i quali i miei sospiri non erano stanchi e nostalgici, ma leggeri e felici, così pieni di aspettative e fame di vivere, conoscere, esplorare. Giorni in cui i miei occhi non si perdevano nel vuoto perché strappati al presente da un passato recente che mi faceva sperare di poter rimanere intrappolata nei miei sedici anni per il resto della vita, ma perché proiettati in un futuro lontano che profumava di possibilità e tempi immensamente felici.
Traggo un profondo respiro e scuoto la testa per scrollarmi tutte queste sensazioni di dosso. Non mi sembra il migliore dei momenti per ritornare all'adolescenza e alla spensieratezza dei miei diciott'anni. All'epoca speravo che non mi sarei mai ridotta a dire una frase del genere. La realtà dei fatti è che si può restare spensierati dentro solo quando nella propria vita si ha chi ci rende felici e leggeri; questo sarebbe stato l'unico modo. Gli anni sarebbero avanzati comunque, ma solo con Lei al mio fianco sarei potuta facilmente rimanere una sedicenne per sempre.
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I Frutti dell'Ignoto
RomanceSequel di "Al di Là del Nulla" La vita è portatrice di sorprese. A volte succede che una vecchia memoria si materializzi come nuova realtà presente, portando grandi promesse che nascondono tremende minacce. Che cosa succederà a Chiara quando sarà la...