Capitolo 21.

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«Dopo la sgridata di Piton questa mattina non credo che riuscirò a mettere qualcosa nello stomaco» bofonchiò Pansy.

«Andiamo, non è successo niente di male» la rassicurai.

«Kaitlyn non capisci la gravità della situazione!» mi rimproverò.

«Non pensarci troppo, infondo sei sempre stata brava nella sua materia, potrai recuperare» poggiai la mia mano destra sulla sua spalla mentre ci incamminavamo verso la Sala grande dove avremmo pranzato.

«Cercherò di non pensarci...» concluse la ragazza.

Purtroppo aveva subito un rimprovero da parte del professor Piton, alla quale sosteneva che lei fosse disattenta alla spiegazione.

Era sempre attenta quando c'era Pozioni, ma quel giorno non so come mai aveva la testa altrove, dopotutto capita a tutti.

Mentre entravamo nella Sala grande adocchiai Mattheo seduto al mio solito posto.

«Ti dispiace?» picchiettai due dita sulla sua schiena, richiamandolo.

«Si» si voltò lentamente rispondendomi freddo.

«Non deve invece» incrociai le braccia al petto, «È il mio posto» terminai chinandomi di poco verso di lui.

Scosse il capo con un ghigno stampato in viso, «Assurdo, sei come una bambina di cinque anni».

«Scusa?» esclamai spalancando la bocca.

«Kaitlyn, andiamo» Pansy mi prese per il polso e mi costrinse ad allontanarmi.

Insopportabile, dannatamente insopportabile.

Forse non avrei dovuto, dopotutto la tavolata era immensa, però fra tutti posti, proprio il mio. Lo faceva apposta, sia per darmi ai nervi, sia per cercare in ogni modo di avermi intorno.

Perché, semplicemente perché cercava ogni scusa per avvicinarmi a se, perché se ha quasi tentato di uccidermi? Forse non sarei mai riuscita a trovare una spiegazione.

«Ci sediamo qui?» mi propose Pansy indicandomi proprio due posti più infondo, precisamente più vicino ai professori e a Silente.

«Come mai vi siete spostate?» ci domandò Draco sedendosi di fronte a noi.

«Ogni tanto ci sta» la ragazza mi fece l'occhiolino per poi rigirarsi subito verso Draco.

«Hai trovato il tuo amico?» chiesi vaga cominciando a giocare con una forchetta.

«Si, dovrebbe arrivare a momenti» si sistemò per un secondo i capelli, cosa che non accadeva quasi mai, «Mi aveva detto che doveva incontrarsi con-» venne interrotto da Pansy che cambiò subito argomento.

«Quando sarà la prossima partita?» Pansy afferrò il bicchiere di cristallo fra le dita.

«Fra pochi giorni» rispose lui, «precisamente non so quando, però posso assicurarti che è molto vicina».

Subito dopo questa risposta i due si misero a chiacchierare su questioni che riguardavano il Quiddich, cosa che personalmente a me non interessava affatto, quindi spostai lo sguardo attendendo l'arrivo di Blaise.

Mentre il mio sguardo era fisso sulla porta d'ingresso, distrattamente lo poggiai sulla tavolata, dove a cogliermi di punto in bianco fu Mattheo, che mi guardò con il pugno stretto fra le labbra.

«Kaitlyn, sei d'accordo?» la voce di Pansy mi fece sobbalzare.

«Come? cosa? quando?» dissi.

«Pensi anche tu che i Tassorosso non abbiano meritato la vittoria contro i Corvonero durante l'ultima partita?» spiegò Draco.

«Oh, uhm... no, no, assolutamente» riposai la forchetta sul tavolo non sapendo la minima esistenza di quest'ultima partita. Ma dove vivevo?

«Visto?» il biondino sbattè una mano sul tavolo facendo traballare lievemente i piatti e altre posate varie lì presenti.

«Draco!» lo ripresi. Nel frattempo Pansy iniziò a ridere nascondendosi di poco. «Non c'è niente da ridere».

«Eccolo» esclamò il ragazzo adocchiando il suo migliore amico che camminava nella sala per raggiungere il tavolo dei Serpeverde.

«Scusate il ritardo» disse Blaise prendendo posto affianco a Draco.

Dopo l'intervento di Silente, come ogni giorno, iniziammo a mangiare.

***
Durante tutto il tempo Mattheo non aveva fatto altro che osservarmi, per questo non riuscivo nemmeno a masticare.

Dopo il pranzo tutti gli studenti si erano alzati per andare nei loro dormitori, oppure da qualche altra parte nel castello.

Noi, ci alzammo continuando a blaterare come sempre del più e del meno.

Proprio nel momento in cui volevo esprimere la mia sugli incantesimi mortali qualcuno mi afferrò violentemente il polso riuscendo a farmi indietreggiare.

«Ho scoperto di te e Theodore, angioletto» di colpo sentii un forte dolore alla testa, «So che ha osato metterti le mani addosso».

«Dovrebbe importarti?» risposi a tono.

«Preparati angioletto, perché se lo rivedo leggerai sulla Gazzetta del Profeta qualcosa che non ti piacerà» si alzò dal tavolo e mi strinse ancora più a se accostandosi vicino al mio orecchio.

Rimasi impassibile sul posto, «Tu sei pazzo...» pronunciai silenziosamente assicurandomi che si fosse allontanato.

«Mh, tu dici?» il ricciolino si voltò nella mia direzione, e camminando all'indietro, con le mani nelle tasche arricciò il naso, alzando a malapena un sopracciglio.

Annuii con il capo e lui in risposta roteò gli occhi scuotendo la testa.

Spazio autrice: Infondo non si odiano dai

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𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 | 𝐌𝐚𝐭𝐭𝐡𝐞𝐨 𝐑𝐢𝐝𝐝𝐥𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora