Capitolo 22.

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Erano passati diversi giorni da quando Mattheo aveva ancora una volta, rinunciato ad uccidermi.

Più il tempo passava più ci pensavo, non potevo controllarlo, ma le mie domande erano troppe, non potevo fermare la mia voglia di aprire bocca e chiedergli perché non lo facesse nonostante gli fosse stato obbligato.

Ma ahimè, devo tacere se non voglio veramente finire nella tomba affianco a quella di mio padre.

«Non ci sto capendo nulla!» esclamò Pansy sbattendo un pugno sul libro di Erbologia.

«Ehi, calma. Se vuoi ti aiuto» risposi girando il capo verso di lei.

«No, non preoccuparti» rifiutò gentilmente.

Quel pomeriggio ci trovavamo all'interno della Sala Grande, assieme ad altri studenti dove erano soliti svolgere i compiti.

Per due ore sono stata capace di leggere solo un rigo pensando al più e al meno.

Siccome non riuscivo ad andare oltre quel misero rigo, iniziai a sfogliare per noia codesto libro, il libro di Storia della Magia.

Proprio quando meno me l'aspettai nel mezzo delle pagine adocchiai un bigliettino, e spalancai gli occhi.

Facendo attenzione a Pansy che osava posare i suoi occhi ovunque, lo girai.

Appena puoi ci vediamo nell'aula di Pozioni.

M.M.R

Era una trappola, me lo sentivo.

«Cos'è quello?» chiese curiosa Pansy alzando lo sguardo verso di me che tenevo il bigliettino nascosto sotto il libro.

«Un libro?» risposi tutt'un fiato.

«Sotto il libro, Kaitlyn» la sua espressione si fece più seria.

«Non c'è niente qui Pansy» esclamai decisa.

«Farò finta di crederci» terminò posando nuovamente lo sguardo sul libro di Erbologia.

***
«Per domani si studiavano le Relazioni con il mondo Babbano ed io non lo sapevo?» Blaise prese posto di fianco a me come al solito con area frizzante e leggera.

La sua voce mi portò alla realtà facendomi realizzare che stavo studiando le pagine sbagliate.

Due ore dopo l'unica cosa che avevo saputo trarre e che avrei raggiunto Mattheo Riddle nell'aula di Pozioni...

«Non era questo?» domandai sapendo benissimo che non fosse quello che ci era stato assegnato.

«No Kait, erano le Leggi britanniche sulla Magia Oscura» portò la mano sinistra sul mio libro cominciando a sfogliarlo per arrivare alle pagine che effettivamente avrei dovuto studiare.

«Cazzo» sussurrai.

«Eh già» continuò il ragazzo.

«Scusatemi, vi lascio soli» chiusi immediatamente quel libro alla quale onestamente non mi importava nulla e iniziai a dirigermi verso l'aula di Pozioni.

La mia curiosità era troppa, non avrei resistito un minuto di più.

E come se lui mi stesse chiamando, sin dal principio sentivo la sua voce che mi risuonava nella testa dicendomi di lasciar perdere tutto ciò che stavo facendo per andare da lui.

Chissà che cosa aveva da dirmi... Se solo avesse da dirmi qualcosa.

Con lentezza aprii la porta della stanza, codesta era buia ma leggermente illuminata in alcuni punti.

Quotidianamente Piton rimaneva anche nelle ore pomeridiane nell'aula di Pozioni, ma a quanto pare quel giorno no...

Se ci avrebbe visto lì molto probabilmente ci avrebbe fatto prendere dei provvedimenti seri, anche se era una cosa da nulla.

«Mi aspettavo non venissi, angioletto» la sua voce mi fece socchiudere gli occhi.

«Cosa hai da dirmi?» chiesi voltandomi verso la sua figura che si trovava alle mie spalle.

«Avevo voglia di vederti» disse solamente.

«Dio... mi fai perdere solo tempo» esclamai.

«Questo non è affatto tempo perso» mise una mano dietro il mio collo accarezzando con il pollice il lobo del mio orecchio.

«Non hai il permesso di toccarmi».

«Invece quello stronzo si?» inclinò il capo verso la mia sinistra inarcando le sopracciglia.

«Mattheo, per favore non-» fui bloccata dalla sua mano sinistra che si posizionò sul mio fianco destro, avvicinandomi ancora di più a se. «M-mattheo che stai facendo?» balbettai sentendo il mio cuore battere ad una velocità per niente umana.

«Sta zitta, Kaitlyn» esclamò infilando il suo capo nell'incavo del mio collo.

Nonostante fosse il mio nome, ogni volta quando lui osava chiamarmi Kaitlyn mi faceva strano. Ormai mi ero abituata a quel nomignolo che mi aveva dato.

«Sai una cosa?» pronunciò prima di lasciarmi un'umido bacio proprio lì dove i suoi ricci mi solleticavano.

«Cosa, Mattheo?» lui rialzò la testa, ed io rimasi a guardarlo dal basso.

«Mio padre mi ha ordinato di ucciderti...» mi spostò una ciocca di capelli d'orati dietro l'orecchio.

«Come se non sapessi» dissi sentendo ancora una volta le sue mani roventi come il fuoco sulla mia pelle.

«Dovrò farlo, angioletto...» confessò chinandosi di nuovo.
In quel momento d'istinto affondai la mia mano destra nei suoi morbidi ricci mentre lui prendeva a baciarmi il collo.

«Mattheo, non puoi» lo richiamai sistemando la mia mano destra lì dov'era prima.

«Come mai?» chiese con voce rauca mentre continuava nel suo intento.

«Devi uccidermi» risposi ritrovandomi una sensazione di vuoto avvolgermi tutto il corpo.

Lui dopo questa risposta si allontanò dalla mia pelle e mi guardò un'ultima volta negli occhi smeraldi.

Io ricambiai lo sguardo ammirando il mio volto riflesso nelle sue iridi castane.

Spazio autrice: Allora

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Spazio autrice:
Allora... avrei parecchio da discutere su questo capitolo, voi che dite? Come sempre fatemi sapere se vi è piaciuto, baci.🖤

𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 | 𝐌𝐚𝐭𝐭𝐡𝐞𝐨 𝐑𝐢𝐝𝐝𝐥𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora