Capitolo 25.

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«Cazzo!» di colpo sentimmo la porta della Sala comune sbattere così forte da farci sussultare.

«Porca puttana!» esclamò ricomponendosi Pansy che si trovava stesa sulle mie cosce.

«Sta zitta Parkinson» le ordinò Mattheo in preda ad accendersi una sigaretta nel bel mezzo della stanza.

«Non parlarle in quel modo!» intervenne Blaise puntandogli il dito.

Io rimasi ancora seduta sul divano, con il mio libro fra le mani che si godeva il caldo che emanava il fuoco.

«Si può sapere perché ve la prendete così tanto?» domandò Pansy.

Calò il silenzio. «Che c'è, il gatto vi ha mangiato la lingua?» ripeté.

Deglutii.

«Pansy non ti sembra chiaro?» esclamò Blaise.

«Essermi chiaro cosa?» azzardò la ragazza rivolgendomi un'ultima occhiata.

«Abbiamo perso, Pansy» alzò la voce Draco innervosito dalle sue domande.

La mora si risedette sul divano e fissò il fuoco.
Io al suo contrario distolsi lo sguardo dal libro e lo rivolsi ai ragazzi che sembravano parecchio alterati.

Mattheo aspirò del fumo dalla sua sigaretta e mi guardò nel mentre che lo rilasciava. Distolsi nuovamente lo sguardo e chiusi gli occhi cercando di controllarmi nel dire qualcosa.

«Non perderò altro tempo» disse Draco togliendosi nervosamente il cappotto salendo le scale per i dormitori.

«Già anche io, Kaitlyn vieni con me?» mi propose Pansy rialzandosi nuovamente.

«No, resterò qui ancora un po'» dissi.

«Va bene, ti aspetto in camera» terminò la ragazza.

Blaise, come lei si incamminò verso la sua stanza portandosi con se una lunga scia di sconfitta.

Quando realizzai che ero rimasta da sola con Mattheo il cuore iniziò a battermi così forte che dovetti bere un bicchiere d'acqua che era poggiato sul tavolino d'innanzi a me per riuscire a placare quella sensazione.

«Che c'è angioletto, vuoi che me ne vada?» udii alle mie spalle.

«No, resta pure» esclamai senza pensarci.

«Quindi vuoi che resti?» domandò attorcigliando le sue mani attorno al mio collo.

«Non ti sto obbligando, Mattheo» iniziai a sudare freddo, il suo tocco mi faceva davvero quell'effetto?

«Se lo dici tu» disse accarezzandomi la mandibola con il pollice. «Sei bollente, angioletto».

«Davvero?» esclamai sorpresa. Questa fu una scusa per alzarmi da quel divano e liberarmi dalle sue braccia.

Mi allontanai di poco e lo guardai per intero.
Il suo cappotto nero come il mio, indossato poco fa metteva il risalto le sue spalle larghe e in particolare notai i suoi capelli erano più scompigliati del solito.

«So che non vuoi vedermi da quella sera» prese ad accarezzare i bottoni che richiudevano il cappotto.

«Di quale sera stai parlando?» portai le braccia al petto.

«Lo sai benissimo» mi trucidò con un ghigno mentre iniziò a sbottonarsi la giacca.

«No, non lo so» dissi aggrottando le sopracciglia un po' spaesata, guardando qua e là.

«Lascia che ti rinfreschi la memoria, allora» poggiò l'indumento sul sofà e si avvicinò alla mia figura.

Sapevo benissimo di cosa parlasse, quella sera è rimasta impressa nella mia testa ogni singolo giorno, ed era causa di alcune mie notti insonni.

A pochi centimetri dal mio viso lo vidi chiudere gli occhi trascinando la sua mano sul mio fianco destro.

«Perché chiudi gli occhi?» chiesi vedendolo così perso tra qualcosa che sembrava essere proprio lì difronte a lui.

«È il tuo profumo, Kaitlyn» rispose. Appena pronunciò il mio nome rabbrividii.

Io non lo odiavo. Una parte di me lo odiava, l'altra ne era attratta.
Facevo fatica ad ammetterlo però ne ero fottutamente attratta.

Riaprì gli occhi e dopo poté immergermi in essi.
Mattheo prese a baciarmi il collo, premendo le mani sui miei fianchi.

«Mattheo» lo richiamai.

Lui si staccò immediatamente, «Se qualcuno ci vedesse?» in quel momento mi apparve l'immagine di Draco alle prese con Mattheo.

«Non ci scoprirà nessuno» sussurrò.

«Draco ti riempirà la faccia di pugni» dissi ancora una volta.

«Che lo facesse» terminò stringendomi ancora una volta a se.

Continuò a lasciare baci umidi sul mio collo e sull'incavo del collo, fino al momento in cui mi lasciò un bacio sulla punta del naso all'insù e mi fissò dritto negli occhi.

Porsi una mano dietro la sua nuca e l'altra sulla sua spalla senza staccargli gli occhi di dosso per un momento.

«Puniscimi se dopo questo continuerò a farti del male» mormorò scrutando i lineamenti del mio viso con cura.

«Quale male intendi?» i suoi riccioli mi puntavano dall'alto.

«Puniscimi soltanto» mi zittì completamente con delle sole parole.

Poco dopo lo vidi inclinare la testa verso la sua sinistra per avvicinarsi ancora di più ed incollare le sue morbide labbra, alle mie.

Senza staccarci, entrambi stringemmo le nostre prese, lui sui miei fianchi, ed io sulle sue spalle e ci spostammo lievemente verso la sua destra dando più vita al bacio, ma presto questo fu interrotto da un rumore assordante.

Spazio autrice: Nonostante il ritardo volevo augurarvi buone feste

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Spazio autrice:
Nonostante il ritardo volevo augurarvi buone feste.🫶🏻 Spero che questo corto, ma atteso capitolo vi sia piaciuto, e come sempre ci vediamo al prossimo, baci.🖤

𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 | 𝐌𝐚𝐭𝐭𝐡𝐞𝐨 𝐑𝐢𝐝𝐝𝐥𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora