𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 | 𝐌𝐚𝐭𝐭𝐡𝐞𝐨 𝐑𝐢𝐝𝐝𝐥𝐞

Capitolo 32.

L'orologio segnava le 20:00 in punto.

Era Natale e questo significava solamente una cosa, la festa in maschera.

Avrei dovuto iniziare a prepararmi ma continuavo ad osservare la collana nella sua scatolina imbottita. Non sapevo se indossarla quella sera, probabilmente Draco si sarebbe chiesto chi me l'avesse regalata e avrebbe iniziato a farmi mille domande per poi scoprire che era stato Mattheo, e a quel punto... bhe non so nemmeno io fino a dove si sarebbe spinto.

Sentivo sempre la sua oppressione, alcune volte più delle altre. Da un lato ero stanca di farmi trattare come una bambola, ma infondo come aveva detto Pansy lo faceva per proteggermi, ancora non so da cosa però.

Chiusi gli occhi sospirando.

Come sarebbe andata a finire questa storia?

Il mio odio per Mattheo non era sparito del tutto, anche se c'era stato del tenero io non dimenticavo di certo.

Mi alzai dal letto stropicciandomi gli occhi e mi incamminai verso il bagno.

La sera precedente dopo quel bacio Mattheo si era limitato a sbattere la porta e uscire senza salutare un'ultima volta.

Era strano.

Tutto intorno a me prendeva una strana piega in quel periodo.

Al mattino invece, girovagando per Villa Malfoy neanche la sua ombra.
Mi chiedevo tanto cosa facesse tutto il giorno.

Arrivata in bagno mi specchiai e sbadigliai, avevo sonno.
Iniziai a togliermi la t-shirt bianca e i pantaloni del pigiama rimanendo solo con il reggiseno e gli slip.

Mi portai i capelli dorati dietro le orecchie così da riuscire a vedere bene la manovella per regolare la temperatura dell'acqua all'interno della doccia.
L'aria era gelida, svariati brividi mi percorsero la spina dorsale.

Mossi la manovella verso il bollino rosso che segnava l'acqua calda. Prima di infilarmi nel getto d'acqua portai due mani dietro la schiena per slacciare il reggiseno, quest'ultimo cadde sui miei piedi ed io passai ad abbassarmi lievemente per togliere anche gli slip.

Completamente spoglia lasciai che l'acqua bollente accogliesse il mio corpo.

Mentre l'acqua scorreva io sollevai il capo è chiusi gli occhi facendo in modo tale che l'acqua ricadesse proprio sul mio viso.

In quel momento era come se non esistesse più nessuno attorno a me, ero solo io.

Presi a spalmarmi delicatamente il bagnoschiuma alla vaniglia su tutto il corpo.
Amavo la sensazione di pulito, mi rilassava sapere di pulito.

Massaggiai delicatamente anche i capelli facendo sì che lo shampoo li oltrepassasse per bene.

Dopo un po' chiusi il getto d'acqua e attorcigliai attorno a me un'asciugamano bianco che fermai al petto.

Uscii dalla doccia e presi una spazzola in legno cominciando a spazzolare i capelli bagnati fino a quando qualcuno bussò alla porta.

«Merda» gettai la spazzola nel lavandino deducendo fosse già ora di scendere di sotto.

Aprii la porta del bagno con ancora il corpo inzuppato. I miei piedi avanzavano sul pavimento formando una scia bagnata dietro di me.

«Scendo fra un secondo» dissi appoggiandomi con un orecchio alla porta per riuscire a sentire la persona che si trovava dall'altra parte.

«Posso?» domandò quest'ultima.

«No, non puoi» risposi.

«Come mai?» continuò.