Capitolo 24.

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Ero stata un'idiota, una completa idiota.

Rivelare tutto a Pansy non era stata l'idea migliore, ma mi sarei aspettata un'altro comportamento da parte sua.

In quei giorni non era più la stessa, faceva fatica a parlarmi, addirittura a rivolgermi un misero sguardo.

Era cambiata, da un giorno all'altro, all'improvviso sentivo che non era più la stessa di prima.

Facevo fatica ad ammetterlo, ma mi mancava. Mi mancava il suo supporto, i suoi sorrisi e noi due insieme.

Come Draco aveva annunciato qualche giorno prima nella Sala Grande, ci sarebbe stata una partita di Quiddich. Quel giorno era arrivato, ed io ad essere estremamente sincera non ne avevo nessuna voglia.

Non avevo voglia di vedere Pansy ripensando ai vecchi tempi, non avevo voglia di vedere Draco sapendo che mi stava nascondendo qualcosa e soprattutto non avevo voglia di vedere Mattheo dopo quello che era successo.

Ma mi feci forza e mi iniziai a preparare, per fortuna, o sfortuna Pansy era già uscita dalla camera da un bel po'.

Pettinai i lunghi capelli biondi e applicai un fermaglio per fermare quei pochi capelli che mi andavano d'avanti al viso.

Sopra il cardigan color panna indossai un lungo cappotto nero, essendo ai primi di dicembre si gelava ad Hogwarts.

Infine aprii il cassetto del comodino di fianco al mio letto e presi dei guanti neri come il cappotto, che lasciavano di poco le dita scoperte.

Mi guardai per l'ultima volta allo specchio e mi scappò quasi una lacrima innocente, mi mancava la vecchia Kaitlyn, insomma, che stava scucendo? stavo crollando, non solo io, ma tutto il mondo che avevo intorno.

Da dove erano venuti fuori tutti questi problemi, fragilità e dolore mai provati prima?

Come tutto il resto della mia vita non riuscirò a darmi una risposta.

Decisi di uscire immediatamente dalla mia stanza. Con tutte le mie fragilità sarei andata avanti, avrei cercato di risolvere tutti i problemini che si erano creati, e il dolore l'avrei sempre provato, non potevo liberarmene.

I tacchi dei miei stivali vibravano sulla pietra mentre scendevo le scale per raggiungere la Sala comune dei Serpeverde.

Non trovai nessuno, si sentiva solamente il rumore della legna che scoppiettava nel camino. Emanava un'area di immensa tranquillità, sarei rimasta lì con piacere, magari in compagnia di un libro.

Mi richiusi la porta della Sala comune alle spalle e iniziai ad incamminarmi verso il campo.

Nei corridoi non c'era quasi nessuno, si respirava aria pulita e fresca, seppur un po' fredda. Infatti vedevo del fumo fuoriuscire dalle bocche di quei pochi studenti che avevo beccato a chiacchierare.

All'improvviso infilai le mani all'interno delle tasche del cappotto, percepii le mie guance diventare rosee e il mio naso farsi sempre più gelato.

Arrivata al campo notai delle ragazze Corvonero squadrarmi da capo a piedi.

Io rimasi indifferente guardandole leggermente come avevano fatto loro.

La partita era Serpeverde contro Corvonero, non avrei scommesso la vittoria su nessuno dei due, se la cavavano entrambi più che bene, ero abbastanza curiosa di sapere l'esito finale.

Presi posto aspettando l'inizio della partita.

Notai Amelia e la sua amica salutarmi con la mano, ed io ricambiai. Quella bambina era talmente carina che mi scioglievo ogni volta vedendola. Le sue ciocche bionde leggermente più chiare delle mie attorcigliate spesso in uno chignon, i suoi paraorecchie bianchi come la neve la rendevano più sfiziosa.

Tutt'un tratto sentii qualcuno sedersi di fianco a me. «Posso?» la sua voce era talmente familiare che mi voltai all'istante.

«Certamente» risposi osservando la sua chioma castana e le sue unghie laccate di nero.

«Mi spiace» confessò guardando dritto d'avanti a se.

«Come?» dissi voltandomi ancora un po' per osservarla meglio.

«Mi spiace Kait» ripeté, «Ho capito di essermi comportata di merda, non dovevo reagire così, mi sono fatta prendere un po' troppo la mano e forse non dovevo dire cose alla quale tu non ne sei a conoscenza».

«Apprezzo la tua sincerità, anche io ci ho riflettuto abbastanza...» arricciai il naso a causa del freddo, «Ti perdono» terminai.

«Mi aspettavo che non lo facessi» Pansy prese a giocherellare con i bottoni del suo cappotto.

«L'ho fatto perché non hai tutti i torti, per quanto Draco sia stronzo e mi tratti male a volte fa di tutto per proteggermi, come del resto i suoi genitori. E poi lo sai che senza di te mi sento persa» confessai.

«Ti voglio bene Kaitlyn» la ragazza sorrise e mi avvolse in un'abbraccio che in quel momento era l'unica cosa di cui avevo realmente bisogno.

«Buon pomeriggio studenti e professori, vi do il benvenuto alla partita tra Serpeverde e Corvonero» annunciò una ragazza Serpeverde al megafono.

Iniziò un coro di esulti da parte di entrambe le squadre appena i giocatori entrarono in campo con le loro scope.

Per primo adocchiai Draco che mi fece un saluto con la mano, sorridente, dopo seguì Blaise che fece un cenno con il capo a me e alla mora, e dopo ancora Mattheo, che con un ghigno in viso mi sorrise, ed io mi limitai a spostare lo sguardo su l'altra squadra e sorridere a malapena.

***
Le due squadre erano pari.

L'ansia iniziava a sentirsi quando uno dei due cacciatori si avvicinava di poco al boccino d'oro.

Proprio quando mi voltai distrattamente udii: «Corvonero vince la partita!».

«Cosa?!» Pansy si alzò di scatto.

«Non ci posso credere» continuai io incredula di quello che era appena successo.

«È una presa per il culo!» urlò un ragazzo Serpeverde alle nostre spalle. «Andiamo Jack, non ti arrabbiare ci sarà una prossima volta» lo rassicurò un suo amico con una mano impregnata sulla sua spalla.

«Andiamo» mi incitò Pansy.

«Non aspettiamo gli altri?» chiesi.

«Sarà meglio lasciarli soli» mi attorcigliò un braccio attorno al collo e mi strinse a se mentre ci indirizzavamo per la Sala comune.

«Sarà meglio lasciarli soli» mi attorcigliò un braccio attorno al collo e mi strinse a se mentre ci indirizzavamo per la Sala comune

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Spazio autrice:
Heylá, scusate l'assenza ma lo sapete già.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e soprattutto mi scuso per avervi lasciato così nell'ultimo.
Ci vediamo presto, baci.🖤

𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 | 𝐌𝐚𝐭𝐭𝐡𝐞𝐨 𝐑𝐢𝐝𝐝𝐥𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora