In qualche settimana la sua ferita si era già rimarginata grazie alle cure della sua umana.
Aveva un nome un po' strano poco comune tra i mortali.
Il suo nome era Rea.
Un po' insolito ma cadeva a pennello con la sua bellezza fuori dal comune.
Ares continuava ad accompagnarla nelle sue visite portandole spesso la borsa con le erbe, nonostante le proteste dell'umana.
Faceva ogni servizio dai ammalati, feriti, dolori di ogni tipo fino ai mocciosi fastidiosi e tutto senza chiedere mai denaro in cambio.
Alcuni le davano cibo in cambio,forse morsi da qualche senso di colpa.
A un occhio più attento sarebbe stato ovvio che l'umana era l'emarginata del villaggio, la maggior parte dei abitanti erano molto scettici ad avere contatti con lei, nonostante però avessero bisogno delle sue conoscenze mediche.
Era molto ironica la mente umana tanto subdola e contorta alla pari con la mente delle divinità.
Anche se a volte gli umani erano capaci di tanta cattiveria da far invidia ai peggiori esemplari di dei.
C'è da dire anche che l'umana era fin troppo gentile e ingenua. Aveva sempre il sorriso stampato in faccia, sempre educata e cordiale con chiunque.
Al villaggio la mattina salutava chiunque vedesse per strada anche se molto spesso non riceveva risposta indietro.
A lei non importava, era di una bontà quasi fastidiosa. Era probabilmente quel tipo di umana che non viveva molto a lungo in mezzo a delle vipere come certi umani.
Ares era infastidito da come veniva trattata, non che avesse qualche briciolo di bontà dentro di sé, lui era mille volte peggio ma se c'era qualcuno aveva il diritto di maltrattarla era esclusivamente lui.
Come osavano quel zotici maltrattare la sua umana?
Per il momento Ares si disse che doveva starsene tranquillo e vedere come si evolveva la situazione.
Doveva avere pazienza.
Peccato che la sua pazienza fu messa alla prova fino ad esaurirsi completamente in un pomeriggio.
La sua umana era uscita presto per andare a prendere dei alimenti al mercato. L'aveva lasciato a casa da solo con un sorriso smagliante promettendoli che sarebbe tornata presto.
Quando era tornata Ares tagliava della legna fuori,visto che non aveva detto una parola lui non si era nemmeno accorto della sua presenza.
L'aveva vista quando era rientrato in casa ed si era seduto su una sedia vicino al tavolo.
Ares la osservava stranito, da quando era tornata non si era mai girata verso di lui restando in rigoroso silenzio, il che era strano per una persona come lei, molto spesso l'aveva anche sorpresa a parlare da sola, mentre preparava da mangiare o semplicemente leggeva ad alta voce i suoi libri di erbe.
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War God // Kim Taehyung
FanfictionAres, il detestabile dio della guerra si tramuta in umano per sedurre una ragazza che l'ha completamente stregato con la sua bellezza. Il problema sorge quando scopre che la ragazza è l'unica atea di tutta la Grecia, e quindi non solo non crede nell...