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Dopo qualche giorno Rea si decise finalmente di uscire dalla sua camera

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Dopo qualche giorno Rea si decise finalmente di uscire dalla sua camera.

Girò un bel po' tra i corridoi prima di trovare l'uscita giusta verso esterno. Era talmente grande da aver paura di perdersi tra gli interminabili corridoi.

La residenza era abbastanza silenziosa a parte il chiacchiericcio di qualche servo.

La residenza della divinità era decorata con attenzione con un gioco di bianco e nero, vasi di fiori sparsi qua e là dandoli un aria più accogliente e meno tetra; contro ogni sua aspettativa non c'erano quadri di massacri appesi sulle pareti, né armi ad ogni angolo l'attenzione nel decoro era tale da sembrare quasi finto ogni cosa era al posto giusto, attirando la giusta quantità di luce e ombre.

Ma quando la donna uscì all'aperto finalmente le sembrò di respirare finalmente, il leggero venticello le muoveva i ricci lasciati morbidi sulle schiena e le sollevava l'orlo della tunica.

Non aveva visto da nessuna parte la divinità, anche se in realtà non lo vedeva da un paio di giorni, sapeva dalle ancelle che si assicurava sempre che lei mangiasse, ma non veniva mai a trovarla nella sua stanza e da un lato la rassicurava di non aver più a che fare con quei occhi, che non riusciva a dimenticare nemmeno quando dormiva.

Mentre dall'altro lato le lasciava un senso di tristezza, non era più abituata a tutta quella solitudine, si chiese sé quella fosse la sua nuova vita da ora in poi.

Il giardino era curato tanto quanto la residenza stessa, l'assorbimento dei fiori era vario ma armonioso da non sembrare esagerato.

L'aria era fresca e leggermente floreale a causa dei fiori. Camminò senza una meta precisa osservando l'assorbimento dei fiori, con la testa persa nei suoi pensieri.

Si avviò in quello che sembrano stalle percorrendola piano in cui c'erano vari cavalli di ogni tipo, stupidamente guardò se ci fosse anche il destriero che Ares avevo portato nel suo mondo ne rimase delusa però, quando non lo vide.

Superò le stalle e finì in quella che sembrava un grande cortile da cui si sentivano varie voci e urla maschili e di armi che si scontravano.

Rimase a una distanza ampia per non farsi vedere ma dare anche un occhiata dalla curiosità.

L'atmosfera generale era di pura euforia si sentivano urla di incitamento e risate, tutti completamente presi dal combattimento che si stava svolgendo al centro del cortile.

La maggior parte di loro erano mezzi svestiti con la parte superiore della tunica legata in vita lasciando il petto scoperto completamente mantide di sudore.

Vide un certo dio della guerra che si allenava con quelli che probabilmente erano le sue guardie.

Si mimetizzava bene però tra di loro, esternamente non pareva che avessero due gradi completamente differenti, ma sembrava un loro pari.

War God // Kim TaehyungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora