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Certamente Ares sapeva che la sua donna era una donna testarda, ma ne ebbe ancora conferma ancora una volta una volta tornati nella sua residenza

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Certamente Ares sapeva che la sua donna era una donna testarda, ma ne ebbe ancora conferma ancora una volta una volta tornati nella sua residenza.

La donna si era categoricamente rifiutata di mangiare qualsiasi cosa che le sue ancelle le portassero, non importava quanto appetitose parevano,senza carne con verdure fresche di stagione la donna non gli dava nemmeno mezza occhiata.

La sua cuoca che era con lui da almeno due decenni che sapeva soddisfare ogni suo capriccio, sembrava essere a un passo da dare le dimissioni, faceva salti mortali per prepararle qualcosa che lei mangiasse, fallendo quando tornavano indietro intatte.

La mortale se ne stava in silenzio stesa sul letto a guardare i tendaggi del letto in totale solitudine.

Il dio si disse di aver pazienza con lei, di darle il tempo giusto per farle metabolizzare l'accaduto. Ma il fatto che non mangiasse lo infastidiva quasi quanto il fatto che fosse così preoccupato per lei.

La sua pazienza già fragile si sfumò il terzo giorno in cui lei continuava a digiunare.

Entro a passo di marcia nella sua camera senza avere l'accortezza di non spaventarla.

Ares non era una divinità con tatto né con delicatezza, quel poco che aveva dimostrato solo quando si era trattato della sua umana.

La donna si tirò su sui cuscini quando lo vide e restò nella stessa posizione anche quando il Dio si accomodò su una poltrona distante dal letto.

"Per quanto hai intenzione di non mangiare?"

Il tono del dio era roco e basso così differente dalla sua versione mortale, l'aspetto era differente, l'uomo biondo a cui era abituata sembrava sbiadire in confronto all'uomo che aveva difronte; dai capelli scuri a occhi neri che non si perdevano un suo minimo movimento.

Rea lo fissava attraverso i tendaggi chiari cercando di non guardalo troppo anche se era difficile distogliere lo sguardo. La terrorizzava e la affascinava allora stesso modo. Faticava a credere che si trattasse della stessa persona con cui aveva passato ogni singolo giorno nel suo mondo.

Era indubbiamente bello.

Traspirava potere e intimidazione da ogni poro. Rea sapeva che per quanto piccola si facesse sui cuscini, non sarebbe riuscita a sfuggire a quello sguardo.

Batteva le dita lunghe e bianche sui braccioli di legno della poltrona, sembrava infastidito dal suo silenzio quello stesso fastidio che aveva visto più volte sul viso di suo marito, che però ora non riusciva ad associare alla persona che aveva di fronte.

Sembrava impossibile che fossero la stessa persona.

"Adesso farò portare da mangiare e starò qui finché tu non finirai di mangiare ogni singola briciola presente nel piatto."

Rea fece per protestare quando la voce roca del dio la fermò.

"Se continui ad negarti andrò nel tuo mondo, nel tuo villaggio e sterminerò ogni persona presente. È quello che vuoi mio fiore?"

War God // Kim TaehyungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora