Ares, il detestabile dio della guerra si tramuta in umano per sedurre una ragazza che l'ha completamente stregato con la sua bellezza.
Il problema sorge quando scopre che la ragazza è l'unica atea di tutta la Grecia, e quindi non solo non crede nell...
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Trovare un'altra casa fu più semplice del previsto, nonostante fosse ovvio che Rea era ancora scossa da quello che era successo. Faceva spesso finta di niente come se in realtà non l'avesse profondamente spaventata.
Al villaggio erano diventati più cordiali mentre la divinità era nei paraggi spaventati a morte che l'uomo mettesse in atto le minacce dell'altra volta, ed era tentato di farlo, ma aveva timore di spaventare ulteriormente la sua umana quindi aveva deciso, di lasciare perdere momentaneamente.
Anche se era molto vicino a fare una strage. Non credeva affatto che l'incendio fosse stato un incidente, soprattutto per il fatto che coincidenza o no aveva preso fuoco giusto l'abitazione di chi era considerata da tutti in modo velato o meno una strega.
La piccola casa era meno isolata dell'altra ma abbastanza vicino al prato fiorito da non rinunciare alle loro passeggiate serali, il suo piccolo fiore sembrava apprezzare la nuova abitazione, non era affatto sfuggito alla divinità come l'umana era arrossita alla vista del letto matrimoniale facendolo ghignare.
Fino ad ora avevano dormito separatamente per evitare che la donna si sentisse a disagio, ma ora che avevano più intimità era inutile continuarlo a farlo, soprattutto se ai occhi di tutti erano dei novelli sposini.
E la divinità non vedeva l'ora di condividere il letto con l'umana, premersela addosso mentre dormiva, sarebbe stato meraviglioso.
La casa non era eccessivamente grande ma giusta per due persone, intorno alla casa offriva anche un pezzo di terra per un piccolo giardino in cui la sua umana poteva ripiantare le sue piante curative.
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Ares non aveva la più pallida idea di come si sposassero gli umani. Ci stava pensando da un paio di giorni e non aveva ancora idee.
Aveva addirittura pensato di chiederlo a qualche signora al mercato, ma aveva ancora un po' di dignità anche se era un inutile umano.
La bella Rea stava seduta tra le sue gambe divaricate dell'uomo facendosi intrecciare i capelli, era tranquilla nonostante a volte l'uomo piegava la testa per baciarle il collo spaventandola la metà delle volte.
