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Dire che Ares era arrabbiato era un eufemismo, la divinità era furioso

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Dire che Ares era arrabbiato era un eufemismo, la divinità era furioso.

Entrò nella residenza a grandi passi senza guardare in faccia nessuno, spaventando a morte ogni servitore o soldato che aveva la sfortuna di passarli vicino, senza nemmeno aspettare che Rea lo raggiungesse, anzi in quel momento la donna era l'ultima persona che voleva vedere in quelle condizioni.

Spalancò la porta del suo studio dove per decenni aveva fatto il suo dovere come divinità, e cominciò a distruggere tutto, indistintamente dall'oggetto che gli capitava tra le mani: scaffali, tavoli antichi, pergamene, libri, le spade appese, scudi, armature ogni cosa che finì tra le sue mani, fu completamente distrutto dalla sua furia.

La sua furia fu tale che anche i vetri della stanza cominciarono a tremare e a rompersi uno a uno riempiendo la stanza di schegge.

La divinità si dissociò completamente da quello che succedeva intorno a lui, accecato dalla sua furia, non notò le reazioni spaventate dei servitori né della probabilità di essere visto in quelle condizioni dalla propria moglie.

Il loro signore aveva certo avuto scatti di ira ma mai così violenti, Ares sembrava ad un passo da commettere un omicidio in pieno giorno.

I servitori erano così presi a guardare il loro signore, che non si accorsero nemmeno dei passi dell'umana che si avvicinarono in fretta allo studio.

La piccola umana si era appena svegliata da un pisolino e ancora intontita era andata a cercare suo marito, appena era uscita dalla stanza aveva subito capito che c'era qualcosa che non andava, l'atmosfera della residenza sembrava in qualche modo strano cambiata.

Probabilmente era qualcosa che un umana come lei non riusciva totalmente a percepire, ma sembrava che la residenza stessa rispecchiasse il malumore del proprio padrone.

Quando cercò la servitù e non la trovò da nessuna parte scese al piano di sotto, e gli vide tutti fuori dalla porta dello studio del dio, sembravano preoccupati e terrorizzati di paura allo stesso momento.

Inizialmente Rea non capì esattamente cosa stesse succedendo, senti solo un grande rumore proveniente dalla stanza.

La servitù cercò inutilmente di fermarla, che lei era già piombata testardamente nella stanza.

E fu lì che lo vide, fece un po' fatica ad riconoscerlo, sembrava completamente differente; era circondato da un aura oscura che non poteva vedere chiaramente con i suoi occhi mortali, ma in qualche modo riusciva a percepire.

Fredda da far venire i brividi sulle braccia.

Era girato di spalle e non si era voltato nemmeno quando la donna lo aveva chiamato più volte.

Quando si mise di profilo la donna riuscì a vedere i suoi occhi completamente annebbiati dalla collera, talmente neri da non distinguere l'iride dalla pupilla.

Ebbe un po' di timore ad avvicinarsi, ma camminò lentamente verso l'uomo, che si era girato nuovamente di spalle, le rune sembravano ancora più scure sulla schiena tanto da vedersi attraverso la tunica scura, gli tocco un braccio ingenuamente non pensando minimamente alla reazione che poteva causare nell'uomo.

War God // Kim TaehyungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora