I

1.1K 32 1
                                    

𝐆𝐫𝐢𝐟𝐨𝐧𝐝𝐨𝐫𝐨!”

“𝐆𝐫𝐢𝐟𝐨𝐧𝐝𝐨𝐫𝐨!”

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Grifondoro!»

Urlò a gran voce il cappello parlante.
Venere si alzò sorridente e corse verso il suo tavolo che la stava applaudendo. Si sedette vicino al ragazzo che era stato chiamato prima di lei, lo stesso che le aveva gentilmente spiegato come attraversare il binario 9¾.

«Venere, giusto?.» Lei annuì.

«Remus, Remus Lupin. Ma l'avrai sentito, voglio dire—.» cercò di spiegare mostrandosi a disagio.

«Piacere Remus. Grazie ancora per il treno.»

«Venere? Come il pianeta Venere?» domandò un ragazzo con gli occhiali davanti a lei deridendola.

«Qualche problema Potter? Solo perché conosci un minimo di astrologia?».

«Sei proprio un cretino James! — rise a gran voce un altro ragazzo al suo fianco. — Sirius.» le porse la mano.

«Venere, è un piacere Sirius!»

Finalmente aveva dei veri amici.









Venere ricordava quei giorni con gioia, i primi giorni, per lo meno.

I giorni in cui tutto era perfetto e felice. I giorni in cui non soffriva, non come ora che quasi la notte non riusciva a dormire per la mancanza d'acqua.

Silente le aveva permesso di frequentare Hogwarts nonostante le sue gravi condizioni. Entrambi erano a conoscenza di ciò.

Venere odiava sua madre, la odiava per quello che le aveva fatto.










«Bentornati ragazzi! Oggi Mollicci, oh non preoccupatevi. Nulla vi nuocerà, non fisicamente per lo meno... Credo.»

James era accanto a Venere con Sirius e Remus. Come sempre... come sempre in realtà c'era anche Peter che Venere non sopportava, lo trovava solo un codardo ma faceva parte dei malandrini e questo la metteva tacere.

I quattro maschi erano curiosi di conoscere quale fosse la paura più profonda di Venere. La loro unica amica e consigliera. Ma lei non era della stessa opinione.

Quando il professore la chiamò lei si avvicinò in silenzio.

La creatura cambiò forma divenendo una donna dai folti capelli biondi ed un amorevole falso, odioso a tratti, sorriso. La donna si trasformò in un canarino che volò in giro per la stanza, Silente capì. Vide le lacrime rabbiose e tristi scendere dai suoi occhi.

«La lezione è finita.» proclamò non vedendola reagire. I pugni stretti.

I suoi tre amici cercarono di raggiungerla ma il professore fu più veloce.

«Ragazzi, ho bisogno di parlare da solo con la vostra compagna, voi... Avrete modo più tardi di vedervi.»

Silente consolò tutto il giorno Venere, la tenne nel suo studio e cenarono persino insieme. Dopotutto, l'aveva vista nascere.

«Preside. Come hai fatto a perdonare mia madre?»

«Tua madre non mi ha mai fatto alcun torto.»

«Ma l'ha fatto a me.»

«Non ho mai dato alcuna colpa a Julia di essere nata come è nata. Così come i tuoi amici non né faranno a te.»

«Ma non è neanche colpa mia!» protestò infuriata. Spinse il piatto lontano da sé e si alzò, andando a coccolare la splendida fenice.

«Venere. È nella tua famiglia, tu... Hai avuto meno di tempo di altri, ma perderlo odiando tua madre o il meteo o un molliccio, non risolverà le cose.» le spiegò avvicinandosi a lei per abbracciarla.

«Ho solo paura, Professor Silente.»






{Venere, Elle Fanning in Maleficent.}

𝓥𝓮𝓷𝓮𝓻𝓮. // 𝓙𝓪𝓶𝓮𝓼 𝓟𝓸𝓽𝓽𝓮𝓻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora