Si può vivere anni talvolta senza vivere affatto, e poi tutta la vita si concentra in una sola ora.
Questo è ciò che succede alla sedicenne Venere, che visse poco, si finse felice finché non trovò la felicità davvero, nei piccoli gesti, in coloro ch...
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Venere si trovava come una volta alla settimana ormai al grande tavolo di Voldemort a casa Lestrange.
«Buonasera a tutti.» salutò lui andando a sedersi a capotavola.
Venere era ancora alla sua destra e Severus al suo fianco, il quale aveva calmato i suoi istinti dalla scoperta dell'amica incinta. Davanti a lei Rodolphus e Rabastan, la fissavano non ancora convinti che lei non sapesse niente di Regulus.
Quando Lui gliene aveva parlato lei era scoppiata in lacrime e sorretta da Severus, ancora provata dal dolore della perdita ma i due fratelli non si erano ancora convinti della sua totale innocenza.
«Sono venuto a conoscenza di una profezia dettata da Sibilla Cooman. Un mio, per così dire seguace me l'ha riportata il più in fretta che ha potuto. La cosiddetta veggente afferma che alla fine del di luglio nascerà un bambino, dai maghi che per tre volte hanno sfidato l'Oscuro Signore, un bambino che sarebbe stato l'unico in grado di vincermi.»
Pronunciò. Venere dentro di sé fece un piccolo calcolo e suo figlio sarebbe nato a fine luglio.
«Ora quello che voglio da voi è sapere il nome dei genitori, farà sicuramente parte dell'Ordine di Silente.»
Venere e Severus corsero a casa.
Venere bussò alla porta di Lily con Severus e James alle sue spalle che ancora non sapeva niente.
«Ho bisogno di chiederti un favore Lily, il più grande che io ti abbia mai chiesto. Voldemort sta cercando un bambino che nascerà a fine luglio.» pronunciò seriamente sedendosi sul letto Lily guardò Severus.
«Non è detto che sia lui, ma o vostro figlio o quello dei Paciock abbiamo fatto una ricerca.» spiegò.
«Per questo ho bisogno di te, Lily. Devi tenere in grembo mio figlio, io non posso più farlo, devo avvicinarmi ancora di più a Voldemort e scoprire chi gli passa le informazioni e soprattutto fargli credere di essere fedele totalmente. E non posso farlo con lui.»
Venere si toccò la pancia preoccupata.
«Ma solo se te la senti Lily, altrimenti troveremo un altro modo.» chiarì James. Voleva davvero che Venere vedesse suo figlio nascere, ma non voleva che lei obbligasse Lily ad essere più in pericolo di quanto non era.
«No ramoso, lo farò. Venere era lì quando mia figlia non ce l'ha fatta e mi ha sostenuto. Non lascerò che un'altro bambino muoia, non lo farò mai. Perciò facciamolo. E poi sono felice che l'abbia chiesto a me.»
Venere annuì sollevata e invitò i due ad uscire dalla stanza, quando rimasero sole la bionda prese le mani dell'amica.
«Ti devo chiedere di amarlo come se fosse tuo, quando io morirò. Aspettate che Voldemort sia morto prima di dirgli la verità. Desidero che lui, almeno per un po', sia felice e sereno. Vi manderò in una casa sicura e lascerò a James la scelta di un custode segreto, così che nemmeno io saprò chi sia.»
Lily annuì e sorrise.
Lily toccò il ventre gonfio e sorrise.
«Come vorresti chiamarlo?» mormorò Lily a Venere.
«Pensavo Harry. Era il nome di un babbano che si era innamorato di mia mamma, mi regalava molti giochi. L'aveva conosciuta per sbaglio, l'aveva vista trasformarsi davanti ai suoi occhi e l'aveva trovato fantastico. Non so gli sia successo, io ho iniziato a vivere meno in questa casa, ho passato un po' di tempo con zia Bathilda e non l'ho più rivisto.»
«Harry sia!» esclamò James entrando in camera. Gli faceva strano vedere Lily incinta e sapere che quello era suo figlio, stessa cosa di Severus ma era convinto. Per la sua amica Venere.
«Ospiti!» urlò Remus e scesero tutti tranne Severus che decise di riposare.
«Peter!» urlò James contento abbracciandolo.
«Oh mio... Lily! Sei incinta, chi è il fortunato?»
Lily sorrise imbarazzata.
«James!» rispose subito Venere. «Sai ci siamo lasciati e ho benedetto la loro unione, insomma guarda come sono carini!»
Peter spalancò la bocca.
«Insomma wow, quando dovrebbe nascere?»
«Luglio.» ripose semplicemente James lanciano un occhiata a Venere. Ma nessuno doveva sapere. Nemmeno Codaliscia.
