Lily-Perfetta-Evans
C'erano poche cose che odiava Venere, o non sopportava.
Sua madre, la morte, la tristezza, Peter Minus e Lily Evans.
Soprattutto nell'ultimo periodo era diventata un puntino nella sua testa.Lily era ovunque.
Era la prima ad ogni corso, cosa che lei non era, troppi intenta a crogiolarsi per la sua malattia.
Era una delle ragazze più belle di grifondoro: capelli rossi, occhi verdi.
Aveva una saccenza fastidiosa ed irriverente.
Ma in cima a tutte queste, anche se diceva di no, era totalmente follemente innamorata di James Fleamont Potter.Lo vedeva nei suoi occhi, nei suoi “no” quando James le chiedeva di uscire.
Venere aveva creduto ciecamente a Queenie, eppure il suo amico o meglio, la sua cotta, continuava a chiedere di uscire alla rossa.
Ultimamente aveva visto che si era avvicinata particolarmente anche a Remus, si era accorta di come i suoi amici le stessero nascondendo qualcosa da anni e che Lily-Perfetta-Evans invece né era più che a conoscenza. Si sentì offesa e dispiaciuta.
Si chiedeva dove aveva sbagliato, se si erano resi conto del natale di qualche mese prima. Ma nessuna domanda eguagliava la risposta.
Finché a son di pensare a vuoto e guardare la rossa, il suo calderone non esplose.
Tutti rimasero a bocca aperta spaventati da quell' improvviso trambusto. Persino Piton la guardò da qualche banco più in là.
Non erano amici, a malapena conoscenti, ma sapeva perfettamente che Venere era più che in grado di effettuare una pozione semplice come quella.
Lei mormorò delle scuse ed uscì da lì diretta verso l'ufficio di Silente.
«Tu lo sai? Non è così? Ho bisogno di saperlo zio ti prego.» parlò a raffica entrando nella stanza senza bussare né dire nulla lui la guardò in silenzio leggendole la mente.
«Perché non chiedi loro mia cara?»
«Perché l'ho fatto, ci ho provato! Loro hanno sempre evitato l'argomento. Io sono esausta.»
Silente tolse gli occhiali a mezzaluna e li posò delicatamente sulla scrivania.
«Hai mai fatto caso al giorno preciso in qui escono?» le chiese. Ma lei negò con la testa. Rammentava che il mese prima era stato un mercoledì e quello prima ancora forse un venerdì ma non era sicura.
«Remus, è un lupo mannaro.» lei spalancò gli occhi e cadde sulla sedia alle sue spalle. Lui era un lupo mannaro, nessuno le aveva detto niente, per anni aveva visto le sue ferite, per anni era stata al suo fianco e mai ci aveva pensato. Che amica era stata se si era trovato tanto in confidenza da dirlo a Evans?
«Di nascita o...»
«Fenrir Greyback.» rispose lui e lei annuì.
Dopo averlo ringraziato uscì. Ancora più triste di quella mattina stessa.
Li vide parlottare tra loro, i Malandrini e Evans. Era indecisa, se andare dritto o cambiare strada, quando un ragazzo Black non si posizionò davanti a lei facendole corrugare le sopracciglia.
«Dobbiamo parlare.» professò serio.
«Non sono dell'umore per gli scherzi Black.»
«Non sto scherzando Hadley. Lui sa di te, come sa di Julia.»
Non c'era bisogno che specificasse oltre, Venere avrebbe voluto mentire. Ma era troppo spaventata per farlo.
Aveva nominato i suoi più grandi incubi, uno dietro l'altro.
«Incontrami sta notte al lago, ti dirò tutto. Voglio solo aiutarti, anche se mi è stato ordinato diversamente.»
Regulus sparì dalla sua vista lasciandola disorientata. Vide che i suoi amici la stavano fissando.
Vide il braccio di James su quello di Lily, vide i loro sguardi confusi ed odiosi.
Non c'è posto per me in questo mondo, prima lo capirò, meglio sarà.
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𝓥𝓮𝓷𝓮𝓻𝓮. // 𝓙𝓪𝓶𝓮𝓼 𝓟𝓸𝓽𝓽𝓮𝓻
FantasySi può vivere anni talvolta senza vivere affatto, e poi tutta la vita si concentra in una sola ora. Questo è ciò che succede alla sedicenne Venere, che visse poco, si finse felice finché non trovò la felicità davvero, nei piccoli gesti, in coloro ch...