Diciotto.

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Le urla della notte.

(Avvertenze: questo capitolo è un po' tosto da digerire, se non ce la fate proseguite con quello pubblicherò domani che riprenderà la fine del capitolo senza troppa sofferenza

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(Avvertenze: questo capitolo è un po' tosto da digerire, se non ce la fate proseguite con quello pubblicherò domani che riprenderà la fine del capitolo senza troppa sofferenza.)

Erano passati due mesi, James e Venere avevano deciso che di sposarsi una volta finita la guerra, portando solo che felicità in un periodo tetro e mai come prima casa Hadley era così piena.

Severus aveva fatto pace con Lily e ora erano una splendida coppia di futuri genitori. James era venuto per stare accanto alla sua ormai compagna accanto e così avevano fatto anche gli altri due Malandrini.

Vivendo tutti in quell'enorme casa. Venere e Lily sognavano di crescere quel marmocchio insieme e Severus aveva categoricamente deciso che se fosse nata una femmina si sarebbe chiamata come la loro amica, cosa che le riscaldò il cuore.

Quella sera Venere non riusciva a dormire, aveva una terribile sensazione che la teneva sveglia, oltre ovviamente al suo marchio che non smetteva mai di bruciare.

Così si alzò dal letto il più silenziosamente possibile in modo da svegliare James, mise una vestaglia e scese scalza.

Uscì in giardino e mentre di dirigeva a nuotare accarezzò la sua pianta di lavanda.

Era quasi arrivata quando un urlo di terrore proveniente dalla casa la fece scattare e correre fino alla stanza di Lily.

I ragazzi arrivarono insieme a lei. Ciò che vide la fece quasi rimanere paralizzata: sul letto c'era una quantità estrema di sangue.

Portò una mano alla bocca e tremò leggermente, prima di agire di impulso.
Chiuse gli occhi e fece un bel respiro, dopodiché mandò fuori i ragazzi dietro di lei e chiamò a gran voce l'elfo, infine chiuse la porta.


«Il mio bambino, il mio, il mio bambino.» La rossa tremava vistosamente e Severus che aveva le mani ricoperte di sangue non era da meno.

«Atticus, portala in bagno, nella vasca. Sev? Severus! Siediti qui e non ti muovere.» ordinò mentre lo aiutava a sedersi sul letto ma lui non riusciva a smettere di guardarsi le mani.

Venere corse poi in bagno dove la sua amica non smetteva di piangere ed urlare. Atticus guardò la bionda che già sapeva cosa stava succedendo.

«Ok tesoro, ora ascoltami. Ti farà malissimo, ma devi spingere ok? Devi spingere.»

Lily annuì ed iniziò a spingere. Presto nacque una minuscola bambina che Venere si affrettò a prendere e coprire quel corpicino nato senza vita. Pianse, ancora una volta.

Odiava piangere sempre. Ma quello, quella piccola Venere quel dolce visino, quei pochi capelli rossicci.

Lily stava perdendo conoscenza ma grazie alle cure dell'elfo si stava lentamente riprendendo.

«Venere, perché non piange?» riuscì a mormorare.

La bionda aprì la porta del bagno e lo sguardo di Severus fu subito di lei. Vide che stringeva qualcosa tra le braccia in un asciugamano che prima era bianco.

Si alzò piangendo. Prese in braccio loro figlia e andò da Lily.

Venere assieme all'elfo uscirono dalla stanza dove i Malandrini li aspettavano. Venere aveva sangue ovunque: mani, braccia, vestiti. Crollò in ginocchio e James le baciò la fronte stringendola a sé.

«Non c'è più, non c'è più.»

Tutti tacque e tutti piansero.



Il giorno dopo, Severus e Lily chiesero a Venere di aiutarli a cremare il corpo.

Lei lo fece, insieme poi lasciarono le il vento né prendesse le ceneri.

«Voglio che nostra figlia sia libera, libera di vedere il mondo, di viaggiare e di amare. Anche se non lo farà più con il corpo, lo farà con l'anima.» sussurrò Lily mentre si stringeva a Severus guardando le ceneri volare via.

𝓥𝓮𝓷𝓮𝓻𝓮. // 𝓙𝓪𝓶𝓮𝓼 𝓟𝓸𝓽𝓽𝓮𝓻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora