Uno.

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𝐍𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚!”

“𝐍𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚!”

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Venere,

Si svegliò urlando. Aveva sognato, ancora una volta, Julia.

Le lacrime scorrevano dai suoi e lei tremava come una foglia, si alzò a fatica e arrancò verso la finestra che spalancò. Il suo pigiama estivo venne investito da una folata di vento gelido che la fece fremere estasiata da quell'aria.

Respiró a pieni polmoni ed il suo occhio cadde sui malandrini che sgattaiolavano fuori dalla scuola di stregoneria e magia. Si sentì esclusa, ma alla fine, Venere era la prima a nascondere loro i suoi segreti. La luna piena brillava sul suo corpo coperto da un pantaloncino ed una maglietta di Remus.

Quando si rilassò, scese quei quattro gradini che c'erano nella pozza d'acqua nella sua stanza. Ringrazio mentalmente Silente per aver modificato la sua la camera in una camera unica con tutti i comfort per la sua... Malattia.

I vestiti fradici non ci misero molto a galleggiare liberi dal suo corpo, lo sapeva. Sapeva che più lo faceva più la sua maledizione avanzava, eppure, giunta a quel punto... Cosa sarebbe cambiato?












«Buongiorno» esclamarono in coro i tre malandrini, seguito da un "buongiorno" più timido di codaliscia.

Venere non sapeva perché dall'anno prima i suoi migliori amici, avessero deciso quei soprannomi eppure l'avevano fatto, di pinto in bianco tutti e quattro. Tranne Remus. Remus erano già due anni che veniva nominato come Lunastorta.

La bionda fece un sorriso tirato, conscia che i suoi amici volevano delle spiegazioni, ma quando Sirius fece per parlare, Remus li tirò una gomitata. Fu così che James si avvicinò e le tese una mano che ella prese volentieri.

«Buongiorno anche a voi ragazzi.»

E così, James e Venere mano nella mano, mentre gli altri li seguivano a ruota, si diressero tutti insieme a fare colazione.

«Sai, amore, non capisco come tu faccia a vivere!» esclamò ad un certo punto Sirius mentre si abbuffava.

Lei di solito non faceva colazione, beveva semplicemente due bicchieri pieni di acqua.

«Esattamente come te, idiota. Semplicemente non mangio tutto quelli che mangi tu.» scrollò le spalle.

«Andiamo Felpato. Lasciala stare, non è da ieri che mangia così l'ha sempre fatto.» difese Remus esausto dalla notte precedente e James annuì in accordo.

«Si ma, si perde tante cose deliziose! Il pollo o il maiale ad esempio! Non capisco come tu faccia a mangiare così tanta verdura e certe cose anche crude!» lamentò ancora.

«Vero, molto buone le costine» mormorò Peter pensando a quelle mangiate la sera precedente.

Venere ridacchiò, era da quando si era seduta al loro tavolo professando di essere vegetariana che lui non riusciva ad accettarlo. Ma aveva motivazioni ben precise, oltre il fatto che non le piacevano, mangiava persino pochissimi  derivati degli animali proprio perché non erano di suo gusto.

«Bambolina, andiamo a lezione?» propose James. Era presto, lo sapeva ma voleva toglierla da quella conversazione.

Lei sorrise ed annuì, camminando successivamente a braccetto con Remus e Sirius che sussurrava quali fossero i suoi piatti preferiti.

«Potremmo venire a casa tua questa estate così ci mostri quali sono i tuoi piatti» propose James mettendo le mani in tasca.

Lei sbiancò quella che voleva essere una semplice richiesta amichevole diventò il suo piccolo incubo.

«Potremmo. Ora siamo ancora a inizio anno.» cercò di defilarsi.

«Per natale allora bambolina, manca un mese e mezzo. Sono proprio curioso!»

E così tre dei quattro malandrini decisero categoricamente che avrebbero passato il Natale a casa della ragazza bionda che non aveva idea di come non far venire i suoi amici nella sua casa abbandonata.

𝓥𝓮𝓷𝓮𝓻𝓮. // 𝓙𝓪𝓶𝓮𝓼 𝓟𝓸𝓽𝓽𝓮𝓻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora