Ventitre.

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Lily e James Potter.

Pochi giorni dopo Venere aveva fatto comprare una casetta a James, non aveva voluto sapere dove

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Pochi giorni dopo Venere aveva fatto comprare una casetta a James, non aveva voluto sapere dove. Gli aveva dato i suoi soldi e lui era andato.

Nel mentre il suo pensatoio era sempre più pieno di splendidi ricordi, appartenenti a tutti i suoi amici.

Era li posata con le mani sul pensatoio. Aveva appena visto l'ultimo ricordo di Regulus. Molti erano legati alla sua infanzia e a dei momenti specifici con suo fratello, altri alla loro amicizia.

«Posso?» mormorò James bussando leggermente sulla porta.

«Ogni parte di questa casa è tua James. Non mi devi chiedere alcun permesso.» ridacchiò lei girandosi.

Era poggiato sullo stipite della porta con quel suo sguardo innamorato che la fece sentir male.

«Perché non hai voluto dire a Peter che era nostro?»

Venere scrollò le spalle.

«Sensazione. Sai che non mi mai piaciuto molto Peter, lo accettavo perché tuo amico... Ma noi avremmo avuto vita lunga insieme.»

James annuì infilando le mani nelle tasche dei jeans.

«Siamo pronti a partire, davvero non vuoi essere il custode segreto o sapere chi è.» mormorò avvicinandosi.

Lei negò.

«No, meno sono a sapere qualunque cosa meglio è. James, mi mancherai e ricorda che ti amo.»

«Suona come un addio!» rise. Finché non la vide abbassare lo sguardo.
«Non era il tuo ventesimo compleanno, ma il ventesimo anno di vita. Entro fine anno, tu non ci sarai più. Venere non mi puoi chiedere di allontanarmi da te.» singhiozzò avvicinandosi.

«Devo. La priorità al momento è il nostro Harry, il resto non conta, voglio che tu sappia che senza di te non so che fine avrei fatto.»

«Saresti stata la donna migliore di tutte, avresti trovato qualcuno che ti avrebbe amato come ti amo io. Sii prudente.»

James posò la fronte su quella di Venere.

«Anche voi. Amalo anche per me.»

Lui annuì prima che lei lo stringesse a sé.

Venere accompagno tutti alla porta di casa. Baciò il pancione di Lily.

«Mamma ti ama, piccolo Harry.»

Alla rossa vennero gli occhi lucidi quando lo sentì muoversi a seguito della voce di sua mamma.

«Lo proteggerò come se fosse mio.»

«Lo so.» annuì con un sorriso rialzandosi.

Strinse tutti e li osservò andare via con Severus al suo fianco che lacrimava all'idea di non vedere Lily per un po', ma nel cuore il fatto di rivederla lo tranquillizzava e nessuna delle persone che se n'era appena andata poteva dire lo stesso di Venere.

Nessuno di loro sapeva se l'avrebbe più vista, sicuramente Harry non l'avrebbe fatto e James così come Lily nemmeno.

Lo trovò crudele.

«James vorrebbe che Sirius fosse il padrino di Harry, io volevo te, ma non me la sentivo di lottare. Ti posso chiederti di proteggerlo da lontano?»

«Sempre.»















La riunione era iniziata da poco, Voldemort aveva un sorriso così euforico che Venere ebbe quasi il terrore.

«Ho un nome mio signore. Alice e Frank Paciock.» si alzò subito Alecto Carrow.

«Anch'io, James Potter avrà un bambino da una nata-babbana. È lui. Il loro figlio che bisogna uccidere.»

Venere e Severus si strinsero la mano. Erano nella merda.

𝓥𝓮𝓷𝓮𝓻𝓮. // 𝓙𝓪𝓶𝓮𝓼 𝓟𝓸𝓽𝓽𝓮𝓻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora