Ventiquattro.

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31 luglio 1980


Un tempo Venere era convinta che non ci fosse posto per lei nel mondo.

Ma negli ultimi momenti passati con la sua nuova famiglia si era completamente ricreduta.

Per anni si era trovata anche a chiamare la sua maledizione 'Malattia'  lo faceva da sempre, soprattutto da piccola, era quello che le aveva insegnato Julia, anziché insegnarle ad amarsi. Ricordava quando né aveva parlato a Regulus, il primo a saperlo.

Rammentava come se accadesse in quell'istante la sensazione di libertà che le aveva dato uscire dal Lago Nero completamente bagnata dalla sua nuotata e non dover dare spiegazioni o dir nulla. Perché lui già sapeva.

Le aveva regalato lo stesso cappotto che indossava in quel momento.

Le disse: “Me lo riprenderò tra due anni.”
Ma lui due anni dopo era morto e lei sarebbe mancata in pochi mesi.

Sorrise al pensiero e lasciò due lacrime, poi si tolse quel ricordo e lo aggiunse al suo pensatoio.

Percorse il corridoio fino alla sua camera dove iniziò a pettinarsi i capelli e le venne un sorriso pensando che fino a poco tempo prima era l'hobby preferito di James.

Le mancava, le mancava tutto. Era tornato quel senso di solitudine dopo aver conosciuto l'amore ed era quello che la feriva di più.

Un'improvvisa contrazione al basso ventre la fece bloccare.

Portò una mano lì e sentì come se un liquido fuori fuori uscisse da sé. Ma così non accadde.

«Atticus!» urlò terrorizzata.

«Atticus!» urlò ancora. Lui corse preoccupato la trovò piegata sulle ginocchia con gli occhi lucidi ed un lieve sorriso.

«Padrona Venere, che succede?» mormorò con la preoccupazione alle stelle.

«Smettila Atti', non devi chiamarmi padrona, non lo sono.»

«Lo sei. Del mio bene, mi hai reso libero dalla mia tristezza e Atticus ti sarà sempre grato di ciò.» rispose l'elfo anziano. E le abbozzò un altro tenero sorriso per lui.

«Mio, figlio, sta nascendo. — mormorò respirando a fatica data la forte contrazione. Desidero che tu aiuti Lily ad averlo e poi tornerai ad Hogwarts, dove Harry tra undici anni avrà bisogno di te. Grazie, grazie di tutto. So che sarai ciò di cui lui ha bisogno anche quando non saprà di volerlo.»

L'elfo la guardo un attimo immobile. Non riusciva a dire addio alla sua unica amica, l'unica che l'aveva amato.

Vide che si tolse una collana prima di lanciarla sul pavimento verso di lui.

«Custodiscila.» disse solo. Per lui. Pensò.

Ma non ci fu bisogno di dirlo.

La prese in mano ed la collana con l'anello di fidanzamento e quello di matrimonio. Dopodiché si materilizzò subito da Silente, l'unica altra persona a sapere dove abitassero i Potter, così da aiutare Lily Evans a dare alla luce Harry James Hadley Potter, che per tutti sarebbe stato il figlio di Lily.

Venere rimase in camera sua, sul pavimento a sentire ogni dolore del parto e sentì anche la gioia della sua amica quando nacque il suo bambino.

Quando Severus tornò a casa poche ore più tardi, la trovò con un bicchiere di firewhisky tra le mani seduta sul divano leggermente brilla.

«Cosa si festeggia?» mormorò lui stanco.

«La nascita di mio figlio.» rise con le lacrime agli occhi quando lui si corse ad abbracciarla. Nulla poteva toglierle la felicità di quel momento.

𝓥𝓮𝓷𝓮𝓻𝓮. // 𝓙𝓪𝓶𝓮𝓼 𝓟𝓸𝓽𝓽𝓮𝓻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora