Un marchio sulla mia pelle.
Venere guardava l'uomo in silenzio.
«La vostra amica è silenziosa.» ridacchiò Voldemort avvicinandosi di qualche passo.
“Così innocentemente timida. Posso ferirla?”
La bionda fece un passo indietro intimorita e Voldemort ghignò.
«Ordunque è vero. Sai Nagini, il mio serpente accanto a me è un Maledictus, un tempo era un giovane è bella ragazza, proprio come te. Il tempo l'ha resa un animale ed io non conosco la cura ma sono desideroso di vedere il tuo di animale interiore.»
Severus girò un poco la testa dato che si era nascosta praticamente alle sue spalle. Lei avanzò di qualche passo e lui non poté che essere curioso.
Arrivò molto vicina a lui, non tremava più così tanto dalla paura e si rese conto di essere una sciocca in parte. Non l'avrebbe uccisa, lui la voleva.
In men che non si dica un cigno prese posto alla giovane grinfodoro.
“Eccolo, l'animale che il tuo signore desiderava vedere.” disse a Nagini e lei lo riportò a Voldemort.
«Fantastico, potete anche comunicare tra voi. Davvero, davvero curioso. Venere, come già Regulus ti ha detto, voglio che tu sia dalla mia parte. Ti voglio tra le mie fila. Voglio sapere cos'altro puoi fare come Maledictus e soprattutto quanto tu sia forte in combattimento, si dice siate tra i maghi più forti.» raccontò affascinato.
Nagini si avvicinò e l'annusò.
“Il suo lato umano morirà a vent'anni.”
«Tre anni dunque. Non è molto, ma è comunque qualcosa.»
Regulus e Severus si guardarono, non sapendo cosa si stessero dicendo. Presto la bionda tornò nella sua forma umana.
«Non conosci un modo per vivere, vero?» mormorò stringendosi le braccia al petto, indossando ora il suo vestito bianco da trasformazione.
«No, come ti ho già detto. Ma posso regalarti tre anni splendidi, se solo ti piegherai a me. Se non lo farai Bellatrix sarà più che contenta di torturarti fino alla tua resa. Ma sono certo che tu sia ragionevole, giovane Maledictus.»
Bellatrix la salutò con un gesto della mano ed un sorriso a trentadue denti.
«Fallo allora.» rispose secca.
Non si aspettava fosse così facile, così la guardò diffidente.
«Se devo soffrire ed accettare o solo accettare, sceglierò la seconda. Credo di aver già sofferto abbastanza e soffrirò lo stesso per il resto della mia vita, ma sono grata di sapere quanto tempo ho ancora a disposizione con certezza. Non posso cambiare le mie abitudini però. Mi siederò sempre al tavolo dei Grifondoro e dormirò sempre in quel dormitorio. Frequenterò gli stessi maghi che frequento da quando sono entrata in quella scuola e lo farò anche dopo, cambiare radicalmente le mie abitudini e stare con i due serpeverde alle mie spalle desterebbe sospetti per chiunque, soprattutto sapendo che tra loro ci sono Mangiamorte e futuri Mangiamorte.» spiegò che calma
«Si, sei una perfetta Grifondoro. Forte, coraggiosa, orgogliosa. Ma saresti stata anche un ottima Corvonero, sveglia e saccente. Iniziamo allora!»
Esclamò con fin troppa foga per i suoi gusti, le prese il braccio sinistro con forza e lo girò verso l'alto mostrando il suo avambraccio chiaro e candido.
Lord Voldemort la guardò negli occhi con serietà e un pizzico di follia.
Ello pronunciò deciso la sua versione dell'incanto Proteus e sulla pelle dalla bionda si tracciò pian piano il tatuaggio nero.
Se dapprima le mancò l'aria e cedettero le gambe, appena esso fu completo sul suo avambraccio lasciò un urlo disumano carico di dolore.
Tremando raggiunse con l'altra mano il suo avambraccio e la posò delicatamente sopra quel disgustoso segno, capendo l'errore appena compiuto.
Regulus era totalmente irrigidito e impaurito per potersi muovere, ma Severus no. Severus la raggiunse subito e posò la propria giacca sulle spalle di lei, tenendole fermamente le spalle, aspettando che l'Oscuro le lasciasse il braccio.
«Ora, piccolo Maledictus, sei mia.»
Diverse lacrime sgorgarono dai suoi occhi mentre in ginocchio guardava andare via Voldemort e Bellatrix.
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𝓥𝓮𝓷𝓮𝓻𝓮. // 𝓙𝓪𝓶𝓮𝓼 𝓟𝓸𝓽𝓽𝓮𝓻
FantasySi può vivere anni talvolta senza vivere affatto, e poi tutta la vita si concentra in una sola ora. Questo è ciò che succede alla sedicenne Venere, che visse poco, si finse felice finché non trovò la felicità davvero, nei piccoli gesti, in coloro ch...