Resistenza

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Mancavano pochi giorni per dare l'esame e lei non riusciva a studiare. Iniziava ma si perdeva, non trovava la concentrazione. Nella biblioteca dell'università c'era silenzio come al solito e non faceva altro che amplificare questa distrazione. Leggeva parole senza dargli un senso, controllava costantemente il telefono per vedere l'orario ma i minuti scorrevano lentamente. Il suo pc la avvisava che c'era una mail da leggere e approfittò per schiarire la mente.

Il suo datore di lavoro le aveva spostato di nuovo, di un altro mese, l'inizio del contratto di lavoro quindi significava che questo mese doveva chiedere i soldi a suo padre per l'affitto e le tasse.

Dopo avergli lanciato ogni sorta di maledizioni si mise sui social e vide il post di Sal che era nel parco antistante l'edificio per cui decise di uscire fuori a prendere una boccata d'aria fresca. Una volta inserito il portatile nella borsa, abbracciò i libri, il quaderno e si diresse verso la meta.

La gente le passava intorno e lei era persa nel suo mondo. Aveva preso la decisione giusta? La sua vita era cambiata e ancora stentava a crederci. A breve sarebbe diventata ufficialmente adulta con una laurea e pronta ad immettersi nel mondo del lavoro.

Doveva procurarsi anche una nuova auto in quanto la sua era arrivata al capolinea ma senza lavoro non aveva neanche il coraggio di cercare gli annunci su internet, per non parlare della casa il quale affitto era appena aumentato e la stava costringendo a dividere il costo con un'altra persona.

Odiava dividere i suoi spazi con sconosciuti, era abituata ai fratelli ma non a quella ragazza che non era gentile ed ascoltava sempre la musica a volume alto, e se non era la musica erano i gemiti del sesso col suo fidanzato. Perché non faceva silenzio? Sapeva che nella stanza accanto si trovava lei che era costretta a mettere le cuffie per non pensare allo sterminio di quei due ragazzi in intimità.

La sua era pessima da quando scelse, non era più la stessa.

Nulla era più lo stesso.

Un'altra mail la avvisava della scadenza della tassa della luce e aggiunse l'evento al calendario.

Mentre vagava tra costi di tasse e libri che avrebbe dovuto acquistare lesse che la porta d'uscita era chiusa per un guasto e in fretta decise di svoltare a destra nell'ala est dell'edificio ma in un istante si ritrovò spinta indietro e con i libri a terra.

Venne costretta a tornare sul pianeta Terra e prese a raccogliere il suo armamentario spalmato sul pavimento.

-Scusami, non ti avevo vista- una voce maschile la penetrò nel cuore e pregò che non fosse vero. Quella voce la conosceva. Non la ascoltava da più di un anno. Quel profumo non lo sentiva da più di un anno. Rimase pietrificata, cosa ci faceva lui nel suo territorio.

Una mano la aiutava a raccogliere i fogli degli appunti e vide il tatuaggio sul dorso. Un giglio nero con una lettera su un petalo e un anello Chevalier in oro sul dito medio completava la bellissima mano che ricordava bene.

Non poteva e non doveva essere lui. Lo aveva promesso. Non si sarebbero più rivisti. Stava cercando il coraggio di alzarsi e tornare nel passato. Un'altra mano le passò il libro che stava odiando da giorni e la pelle mostrò il viso e gli occhi di un drago.

Era lui. Se prima credeva e sperava in un abbaglio, adesso era certa che fosse lui.

Cavolo, come poteva averle fatto questo. Era difficile andare avanti senza vederlo e adesso sarebbe stato difficile farlo avendolo rivisto.

Alzò il viso e il cuore si fermò per un attimo, sentiva che stava per perdere l'equilibrio.

Vuoi diventare mia moglie? echeggiarono le parole nella sua testa. Sentiva ancora l'odore del mare e della sabbia. Il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli e quel sorriso che amava vedere.

Il dio guerriero e il lotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora