La delicatezza del loto

5 1 0
                                    

-Riposa adesso- incoraggiò Ren suo fratello ancora stanco che provava dolore sul petto e addome per via dei punti che gli avevano cucito sui tagli inflitti.

-Io vado a casa e ci vediamo domani- dandogli un bacio sulla fronte e sospirando.

Arrivato alla villa si sentiva vuoto e non pronto per affrontare una nuova giornata che sarebbe arrivata l'indomani.

Fece una doccia lavando la pesantezza della giornata e rilassando i suoi muscoli tesi. La testa, però, continuava a fargli male con tutti i farmaci che prendeva.

Si toccò i punti che aveva tra i capelli e sentiva la pelle sensibile sotto il bendaggio.

Era fortunato. Sia per essersi svegliato dal coma subito pochi giorni dopo l'entrata e soprattuto per aver Alex che l'ha protetto.

L'acqua lo rilassò ma non gli ha levato la paura del futuro. Sarebbe stata dura, molto dura.

Mise tuta e maglia, il primo caldo di fine primavera si stava facendo sentire.

Accese la sua auto e molto lentamente arrivò alla villa di Alex. Le guardie lo fecero passare. Ovviamente lo conoscevano e riconoscevano la sua auto rossa rombante.

-Dragoni- lo salutò con un cenno la guardia che era davanti la porta con la fondina esposta.

-Ci conosciamo da tempo, chiamami Ren. Per piacere- lo faceva sentire fuori luogo chiamandolo per cognome, lui non era il suo cognome.

-Come vuoi, Ren- acconsentì il ragazzo dagli occhi verdi che era illuminato da una sola luce del lampione.

-Ti annuncio?- chiese alzando la mano pronta per toccare la cuffia.

-Si, avvisa Alex che sto salendo-.

-Non serve, ti ho visto- disse invece lui dietro la porta mentre la apriva -Forse non ricordi che hai un'auto sportiva che avvisa il tuo arrivo da un chilometro per il rumore che emette- specificando lo prese per una mano facendogli varcare la soglia.

-Devi portarmi brutte notizie?- chiese timoroso, era ora di cena ma Ren non aveva fame e quanto sembrava neanche il suo ragazzo.

-No, Ares è in ospedale e sembra tranquillo- spiegò rimanendo fermo sullo stipite mentre Alex teneva la mano poggiata sul bordo della porta -Volevo vederti- sorridendo timidamente.

-Sono qui, sempre per te- fece Alex per poi aspirare aria con i denti stretti con lamento di dolore.

Lo vide perdere l'equilibrio e reggersi sulla sua spalla.

-Cosa hai?- disse subito Ren sostenendolo. -Stai bene?-

Lui non parlava mentre cercava di respirare in modo controllato.

La guardia fuori venne in soccorso ma subito Alex la scansò dicendogli andava tutto bene.

-Andiamo in camera- fece lui sofferente con andatura lenta fino ad arrivare nella sua stanza.

-Perdonami ma ogni tanto mi prendono le fitte alla schiena che mi spezzano il fiato- commentò infine accarezzando Achille che sedeva al suo fianco ansante dopo che lo vide stendersi.

Ren si sentì in colpa per il dolore che provava Alex. Era a causa sua se soffriva.

-Non devo perdonarti nulla- stendendosi accanto a lui che sembrava essersi rilassato -I medici lo sanno?-

-Mi hanno detto loro che sarebbe capitato all'inizio. Passerà- facendo spallucce.

Ren si attaccò a lui come un koala.

-Cosa hai?- fece Alex dolcemente. Sentiva che il suo ragazzo era triste.

-Tante cose ma tu hai i tuoi problemi e non mi va di appesantirti- portava un fardello che non avrebbe voluto. Alex non voleva quella vita e sarebbe scappato se avesse potuto, molto tempo prima ma la prematura morte ha accelerato i tempi e il peso delle responsabilità si faceva sentire.

Il dio guerriero e il lotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora