Sei pronto?

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-Ti piace?- fece Ares dopo aver aperto la porta.

Il suo fidanzato, nonché futuro marito, aveva acquistato una villa a due piani con doppia scalinata a mezzo arco sospesa. Pensò di essere a Versailles vedendo le decorazioni intorno alle magnifiche finestre.

Entrando al piano terra, una volta aperta la porta, un ampio spazio accoglieva chiunque mettesse piede in casa. Un grande appendiabiti con intarsi dominava la scena con alcune statuette di grandi opere del passato, mentre di fronte, un grande quadro ritraente Amore e Psiche a grandezza naturale la faceva sentire in un museo.

La pavimentazione bianca lucida la metteva a disagio, non era abituata a tutta quella luce. In casa sua era sempre tutto troppo scuro.

Poco più avanti vi era anche una madia che permetteva agli ospiti di riporre le scarpe.

Proseguendo in avanti si apriva un grande salone con angolo cinema contenente un divano con doppia chaise longue da 8 posti costringendo chi si sedeva a puntare gli occhi su una tela per proiettore da centoventi pollici. L'angolo bar era invece pieno di alcolici con bancone in vetro brunito.

-Dire di si, visto che abbiamo il cinema a casa- ridendo.

-Le casse audio sono in tutta la stanza e dietro i quadri, quindi non le vedi- commentò lui indicando in malo modo quello che ricordava appeso alla sua sinistra.

La pavimentazione era color tortora invece, forse per evitare i riflessi di luce del proiettore ipotizzò lei. Le piaceva quel colore.

Uscirono dalla stanza e dopo la porta della sala cinema c'era invece la stanza dedicata alla lettura.

-Questa sala è insonorizzata così non si hanno distrazioni mentre entri nel romanzo- spiegò Ares.

Le splendide poltrone in pelle occupavano l'area e le pareti erano ricoperte di librerie pronte per essere riempite.

Pensò che avrebbe passato molto tempo in quella favolosa stanza.

-Più avanti c'è il mio o nostro ufficio- la accompagnò alla stanza accanto il cui centro era occupato da una grande scrivania con un computer fisso in bella vista.

-In questa, il mobilio deve ancora arrivare, ma credo che non è un'esigenza impellente- e Sophia rise.

Come faceva a sapere tutti questi dettagli?

-Questa però non l'hai fatta in una settimana- guardando bene le pareti color crema del corridoio.

-No, ho acquistato la casa due anni fa per noi, poi sai cosa è successo ma ho continuato i lavori- prendendole la mano -Per questo è pronta-

-E quando saresti venuto a vivere in questa reggia?- osservando adesso le luci che uscivano dal soffitto che avrebbero creato un'area soffusa.

-Sinceramente non lo so, in fondo ho sempre sperato di viverci insieme a te- cercando l'altra mano per tirarla al suo corpo. Lei subito si attaccò a lui per sentire il suo calore.

Non era cambiato nulla, si sentiva a casa nelle sue braccia. Le mancavano i suoi occhi, si perdeva sempre in quel mondo chiamato Ares ma lui era lì, accanto a lei. Contava solo quello.

Abbracciandolo sentì ancora meglio il suo profumo, non quello che indossava tutte le mattine, quello della sua pelle. Unico e inconfondibile e non l'avrebbe scambiato per nulla al mondo.

Avrebbe voluto averne una boccetta e spruzzarselo addosso.

Inondandosi di quella delizia, Sophia, pensò anche ad un'altra stanza che avrebbe usato volentieri.

Da quando lui aveva accettato, avevano fatto varie uscite da soli o con gli amici ma, tranne qualche bacio, non erano andati oltre e in quel momento voleva andare in quell'oltre. 

Il dio guerriero e il lotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora