Aiuto gridava Alex ma era tutto nella sua testa. Era buio pesto e l'eco delle sua richiesta gli rimbombava nel cervello. E faceva male.
Dove era? Perché era al buio? Non ricordava nulla.
Ren urlò per l'ennesima volta. Ricordava solo di essere con lui l'ultima volta che aveva visto la luce. Sentiva freddo e guardandosi era nudo e piccolo, non era delle proporzioni reali. Cosa stava accadendo? Era morto? Dove era Ren? Lo voleva accanto a sé. Non poteva averlo perso proprio adesso che si era dichiarato, che era uscito allo scoperto con lui.
Anche il suo Achille lo adorava, gli faceva sempre le feste.
Urlò di nuovo il suo nome ma niente, non accadeva nulla.
Ren urlò di nuovo e comparvero i suoi occhi, unici nel suo genere che solo lui poteva avere, sentiva il contatto del suo abbraccio. Lui ti stringeva in modo unico, sentivi tutto l'amore che emanava.
Uno scoppio gli urlò nelle orecchie, non capiva cosa era ma lo sentiva provenire da dietro di lui.
Voltandosi vide una grande villa e poi fuoco.
Il fragoroso rumore si ripetè e poi vide un'onda d'aria arrivargli contro.
Il dolore al petto gli fece uscire tutta l'aria.
Luce. Aperti gli occhi, inspirò aria ma subito il suo stomaco buttò fuori tutto quello aveva.
Perché aveva vomitato? Dove si trovava?
-Alexander- disse sua madre vedendolo tremare -Tranquillo, è tutto finito- accarezzandolo e porgendogli un fazzoletto.
Mettendo a fuoco bene il mondo, si accorse che era in una stanza di ospedale con la flebo attaccata al braccio.
Si sentiva come se un treno gli fosse passato addosso.
-Ren dove è?- chiese subito ricordando che era era con lui quando avvenne l'esplosione che lo fece volare contro una statua. Muovendo il braccio sentì la pelle tirare.
-Non muoverti. Peggiori la situazione- lo avvertì la donna bionda e austera.
Un'infermiera si palesò con coperte e lenzuola nuove, forse lo aveva visto dal vetro alla sua destra.
Una volta che fece il suo lavoro e lui bevve qualche sorso di acqua, ripetè la richiesta.
-Ren come sta?- rimanendo immobile a causa della pelle che tirava.
-Riposati, hai subito un grande trauma- stringendogli la mano -Cerca di non muoverti perché la pelle della schiena si è bruciata- spiegò la madre con gli occhi lucidi,
-Non mi interessa nulla della mia pelle, dove è e come sta Ren?- prendendo un respiro.
-Non pensare a lui, sei stanco e devi essere orgoglioso perché lo hai salvato-.
Alex sentiva che sua madre stava girando in tondo al discorso.
-Te l'ho chiesto da figlio, vuoi che te lo chieda da Capoclan? Il tono non sarebbe lo stesso. Anche se sei mia madre, io sono anche il tuo capo- prendendo un respiro visto aveva iniziato a bruciargli la schiena.
La donna si coprì la bocca. Non voleva dargli quella brutta notizia, non in quel momento di fragilità. Conosceva quel ragazzo da quando era piccolo, era sempre stata incuriosita da quegli occhi a mandorla e si era affezionata a lui nell'ultimo anno vedendolo girare e dormire a casa sua.
Tirò su col naso prendendo un respiro.
-Dopo l'esplosione tu sei volato indietro e hai battuto contro la statua che ti ha fatto svenire ma Ren era vicino l'auto e ha scontrato la testa sul parabrezza. Ti sei svegliato poco dopo e sei andato da lui. C'è stata una seconda esplosione, forse una conduttura del gas, che avvenne verso di voi e tu l'hai protetto abbracciandolo però un pezzo infuocato ti ha colpito sulla schiena quindi sei svenuto di nuovo- si asciugò le lacrime e poi riprese - Ares era nei paraggi sicuramente perché ti ha spento subito il fuoco che avevi addosso, tu eri svenuto e non sentivi nulla. Vi ha trovati abbracciati e senza sensi-. I suoi occhi erano rossi, sembra che stesse vivendo essa stessa quella tragedia.
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Il dio guerriero e il loto
RomanceSophia condivide l'amore per i due fratelli Ares e Ren, del primo è follemente innamorata mentre col secondo è eternamente amica. Loro sono l'uno l'opposto dell'altro, il primo è arrogante, freddo e non curante del prossimo e tutti credono che abbi...