Inizia

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Accendere la potente auto di Ren la fece sentire a casa. Ricevere la minaccia non significava che doveva smettere di vivere, così decisero, la mattina seguente, dopo un sonno turbolento fatti di corse e spari, che lei doveva proseguire la sua vita ma con loro che la proteggevano fino a quando il quadro non era completo. Il signor Dragoni aveva preso accordi con i Misalesi per la costruzione di varie villette ma sapeva che non pestavano i piedi a nessuno o per lo meno credevano.

Uscendo dalla porta di casa, vide la grande berlina che l'avrebbe scortata, nel cui interno c'era Ares.

Affermava che aveva da discutere di lavoro con i soci dell'Università ma lei sapeva che era solo per controllare la situazione. Non voleva assolutamente fare il viaggio per arrivare in facoltà con Ares soprattutto dopo quello che si erano detti.

Baciarlo fu come tornare nel passato, si trovava bene tra quelle labbra, era innegabile però non voleva quella vita. Aveva detto di no molto tempo prima e lei era il tipo di persona che manteneva le promesse. Non sapeva come reagire a questa situazione, non si era mai ritrovata in mezzo ad una faida tra clan.

Ren accettò di buon grado di prestare la sua auto a Sophia, era più sicura della sua fatiscente utilitaria e lei era contenta di guidare un auto degli anni che viveva e non dei quindici precedenti.

Aveva solo promesso di non smanettare troppo perché quell'auto aveva bisogno di esperienza per essere guidata in modo sportivo e lei non aveva intenzione di andare a schiantarsi. Voleva solo guidare in modo sicuro e se in caso la inseguissero, poter correre il più velocemente e quell'auto col quadrifoglio sul fianco era quella adatta.

Pensando a tutto questo era arrivata in facoltà e parcheggiando, tutti la notarono ovviamente. Un auto di quel calibro non passava inosservata, soprattutto guidata da una donna. Brutti gli stereotipi.

Pregò di non incontrare Sal e per fortuna non lo vide, però una sua amica conosciuta nell'ultimo anno senza i due fratelli tra i piedi, si palesò.

-Spiega- irruppe senza un buongiorno o simili, agitando le unghie nuove di manicure -Perché guidi l'auto di Ren Dragoni?-.

Come faceva a sapere chi era il proprietario di quell'auto?

Lo chiese sia con lo sguardo che a bassa voce come se dire quel cognome portasse ai doni oscuri.

-Perché viene spesso qui oltre al fatto che ha un drago disegnato dietro al portellone. Tutti sanno chi sono i Dragoni-.

Tutti tranne lei! Come poteva essere cieca? Oppure faceva finta di non vedere?

Tutta la città sa chi sono i Dragoni, lei li frequentava eppure non sapeva che fossero dei criminali.

Come era possibile tutto questo? Era così facile da manipolare?

-Cosa intendi per "tutti sanno chi sono i Dragoni"?- voleva sondare il terreno per capire la prossima mossa verbale.

-Sei seria?- sospirò -Sono dei giovani grandi imprenditori, che fanno affari con i piani alti di questa università oltre al fatto che sono strabelli- vedeva gli occhi a cuoricino della sua amica che era del tutto all'oscuro del suo passato Dragoniano. Cosa avrebbe dovuto rispondere? Negare di conoscerli non era un'opzione visto che girava con l'auto di Ren. Poteva dire che era un prestito, tra l'altro la verità, ma per quale motivazione una insulsa popolana riceveva in prestito una costosa auto da un Dragoni?

-Sophia tutto bene?- conosceva quella voce ed era l'ultima che voleva sentire in quel momento.

-Alexander- non capì per quale motivo lo chiamò col nome completo, lo faceva solo quando era arrabbiata con lui e il ragazzo ne rimase stupito.

Il dio guerriero e il lotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora