Adesso tocca a te

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-Sono due mesi che non lo sento e non lo vedo- disse Sophia ad Ari e Jeremy -Non ce la faccio- sfogandosi.

-Sophia, ti ha chiesto due volte di sposarlo e hai rifiutato. Se lo amavi potevi dirgli di si o alla prima o alla seconda- disse Jeremy

-Mi ha salvato al vita alla cascata, significherà qualcosa, no?- forse risultava un po' patetica.

-Sophia, è il suo senso del dovere. Ti ama e ti ha giurato protezione, farà così. Spunterà all'improvviso e ti salverà da una macchina che sta per investirti- lanciò il tovagliolo appallottolato nel posacenere.

Il dolcetto gli faceva schifo ma doveva fare qualcosa quando aveva Ari accanto.

-Ascolta, io e lei non stiamo più insieme per le stesse motivazioni che avete voi due- indicando la sua ex ragazza che lo metteva sempre in agitazione -L'ho lasciata per proteggerla. Siamo amici, ci vediamo quando capitiamo con te che ci inviti, con Ren ed Alex ma oltre non voglio andare. Questo è il modo di proteggerla- poggiandosi sulla schienale della panca.

-Fa male? Non sai quanto ma almeno, stando lontano da me, sono sicuro che non le accadrà nulla-

-Ma a me non interessa cosa mi accade se è accanto a me- guardandolo dritto negli occhi

-E cosa accadrà se un giorno non potrà proteggerti?- ferendola nel cuore -Con o senza occhi non ha il potere di onnipresenza-

-Zitto, sei maschio e non capisci- disse Ari mettendogli una mano sulla spalla e spingendolo leggermente. Sophia temeva per il peggio anche se si amavano, ormai non poteva più toccarlo in certi modi. Non era più il suo Dragoni.

Lui si scansò leggermente con il viso infastidito, chiudendo leggermente gli occhi. Sicuramente non per la frase ma per essere stato toccato.

-Ormai è passato un po' di tempo, prova ad andare a casa sua- iniziò lei ma quando la porta emise un trillo aggiunse -Anzi non serve, visto che è qui- vedendolo arrivare alle spalle di Sophia.

Lei si voltò e lo vide vestito elegante.

Cosa ci faceva in quel bar sperduto in periferia? Ma pensando al suo lavoro si diede una semplice spiegazione.

Era bellissimo col doppio petto blu e gli occhiali da sole. Le fece male sapere il motivo dell'utilizzo di quell'accessorio ma a lei non importava, era sempre il solito Ares.

Non portava il bastone ma vedeva che suo fratello Ren gli parlava costantemente affianco. Gli faceva da guida. Dedusse che doveva mantenere la stessa immagine forte sul lavoro anche se tutti ormai sapevano della sua nuova differenza.

Era così importante non far sapere che fosse non vedente?

Lei non ci pensò due volte e corse da lui.

Jeremy le urlò di non farlo ma ormai era lontano.

Ren, quando la vide, le fece un gesto di fermo così lei rispettò la volontà.

-Sophia- la salutò con un certo disagio Ares.

-Mi hai riconosciuta?- disse lei sbalordita.

-Sono cieco non sordo, e il naso mi funziona ancora- rispose lui secco mentre la ragazza emise un suono gutturale in quanto non capiva la risposta.

Spazientito -Quante volte devo ripeterti che ti conosco? Ricordo il profumo che indossi e riconosco i tuoi passi-.

Lei rimase interdetta ma era vero quello che diceva e glielo avevo dimostrato.

-Possiamo parlare?- chiese lei

-Parla- disse secco lui

-Da soli-

Il dio guerriero e il lotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora