three

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«giorno ragazzi» entrai in macchina dei due sedendomi ai sedili posteriori
Durante il tragitto parlammo del più e del meno accompagnati in sottofondo da un orribile canzoncina pop, scendemmo dall'auto e come ogni mattina i ragazzi venivano circondati dagli altri studenti che gli impedivano di passare.
«alla buon'ora, la signorina Hoffmann vi sta influenzando?» ci sgridò la professoressa di matematica
«prof vi giuro che stavolta non è colpa mia» alzai le mani
«va a sederti prima che ti mandi dalla preside» mi scrutò attentamente, le sorrisi fintamente e seguita dai due mi sedetti al solito posto in silenzio
«se c'è qualcuno che odio nel mondo quelle sono le trentenni represse che se la prendono con le ragazzine» sbuffai facendo ridere Tom che concordò con me
Prima che iniziasse la seconda ora notai Ben avvicinarsi all'ultimo banco della terza fila, ovvero il nostro. Feci segno a Tom che lo osservò per poi voltarmi anch'io attirando l'attenzione di Bill che prima era posta sul cellulare.
«cosa vuoi?» domandai piegando la testa di lato
«ti faccio una proposta» alzai gli occhi al cielo già consapevole della cazzata che stava per sparare
«si» gli feci segno con la mano di andare avanti
«per cinquanta euro ci vieni a letto con me?»
Mi alzai di scatto dalla sedia puntando il ragazzo con un pugno ma a bloccarmi fu Tom che si trovava alla mia destra, Bill si alzò dalla sedia tirando un pugno in pieno viso al ragazzo che cadde a terra con una mano sul naso. Io e Tom ci guardammo sconcertati per poi scoppiare a ridere nel vedere l'espressione del ragazzo steso a terra.
«stai bene?» domandai ridendo al ragazzo che aveva compiuto l'azione
«fin troppo» sorrise fiero di sè
«e tu prova a dire qualcosa o finirò quel che ha iniziato mio fratello» si alzò Tom andando verso il ragazzo
«Bill davvero non me l'aspettavo» continuai a non credere a quello che fosse successo mentre mi sedevo su una delle panche della mensa
«perché l'hai fatto? avrei potuto farlo io, adesso romperà anche a te» sussurrai pensandoci meglio
«di me non mi importa basta che la smette di fare queste battute» rispose più nervoso del solito
Osservai Tom che lo scrutava con il solito sorriso sul volto, scosse la testa e continuò a mangiare.
«stasera che fate?» domandai poggiandomi al finestrino una volta sul marciapiede
«dopo esser andati a provare, nulla» cercò di ricordarsi Tom
«bene alle undici da me, vi porto a ballare» iniziai a muovermi sentendo gli occhi dei due addosso
«ovviamente invitate anche Gustav e Georg, anche se non credo Georg se lo faccia ripetere due volte» lo presi in giro
«no» sussurrò Tom osservando il fratello che era rimasto zitto per tutto il tragitto in macchina
«Bill stai bene? se no stasera saltiamo e ci vediamo direttamente domani» mi abbassai ancora di più per riuscire a vedere in viso il ragazzo
«ehi Astrid» salutò uno dei miei vicini
«vaffanculo» urlai di rimando osservando poi le facce scioccate dei due
«lasciate stare è un tossico a cui piacciono le ragazzine»
«ci sono» sorrise improvvisamente Bill dopo essersi ripreso da quella sorta di trance
«bene» sorrisi alzandomi
«se qualcosa chiama» mimai verso Tom facendo il segno del cellulare ricevendo un occhiolino
Erano le undici e un quarto quando sentì il rumore di una macchina fermarsi fuori il mio viale, presi velocemente la borsa e chiusa la porta alle mie spalle mi voltai alzando le mani verso i quattro ragazzi.
«ehi» allungai la i sedendomi al fianco di Gustav
«sei una favola» mosse la testa Georg in segno d'approvazione mentre osservava il mio vestito
«lo so» copiai la sua espressione scompigliandogli i capelli
«ma tra quanto arriviamo?» domandò Tom per l'ennesima volta guardando fuori il finestrino
«non lamentarti» lo rimproverò Bill alla guida
«ci vuole un po', ma è un posticino davvero carino sono in pochi a conoscerlo» posai le mani sulle spalle di Tom sorridendogli
«almeno così potrete rilassarvi e comportarvi normalmente» posai la testa sulla spalla di Gustav che rise leggermente, lo adoravo era così tranquillo
Arrivammo finalmente dopo un quarto d'ora, osservai bene il territorio e sorrisi quando notai la persona che mi interessava.
«venite con me» guardai i ragazzi
«Derek» sbracciai per farmi notare dal buttafuori
«Astrid» mi posò un bacio sulla guancia
«è da tanto che non ti si vede che fine hai fatto?» domandò continuando a controllare la folla
«solite cose, vado un po' di la un po' di qua» mossi la testa facendolo ridere
«stasera vuoi divertirti allora» annuì e subito aprì la porta per farci passare
«loro stanno con me» indicai i quattro alle mie spalle prima che dicesse qualcosa
«perfetto» sorrise gentilmente facendoci entrare
«ah Astrid» mi afferrò per un braccio guardandomi con aria preoccupata
«lui è dentro» trattenni il respiro annuendo
Quando varcammo la porta sotto le lamentele di chi era in fila, la musica era al massimo e un forte odore di alcool ci fece socchiudere gli occhi, le persone si scatenavano senza dar conto alle quattro star.
«ve l'avevo detto» li guardai iniziando a ballare
Ci scatenavamo in pista fregandocene di tutti, bevvi un sorso dal drink quando intravidi la sua figura osservarmi da lontano. Smisi di ballare attirando l'attenzione di Gustav al mio fianco, mi osservò per cercare di capire cosa stessi guardando.
«stai bene?» sobbalzai quando mi toccò un braccio
«si» annuì persa tra i miei pensieri
Tom e Georg ballavano animatamente attorno a delle ragazze che incoscienti di chi fossero i due si buttavano, mentre io e il resto del gruppo ballavano osservandoli divertiti. Mi sentì sfiorare la spalla e quando mi voltai il suo corpo era a pochi centimetri dal mio, alzai il mento osservandolo con sguardo ostile ma ignorandomi alzò un lato della bocca formando un fastidioso ghigno.
«allontanati» lo spintonai e venni afferrata con forza falla sua mano che provai a strattonare
«che sta succedendo?» parlò Gustav osservando le sue mani su di me
«tranquillo amico» continuò a sorridere
«ho solo bisogno di parlare» lo guardò
«non abbiamo niente di cui patire, va via» diedi le spalle al biondo per osservarlo negli occhi
«voglio che tu torni da me»
Nonostante la musica alta riuscivo a percepire il suo solito tono duro.
«sai che non succederà mai» risi
«e smettila di scrivermi o giuro che ti porto in tribunale»
In un secondo venni allontanata da lui, Bill si parò davanti a me facendomi scudo con il suo corpo, ad affiancarlo c'erano suo fratello e Georg mentre Gustav si assicurava che stessi bene.
«le stai dando fin troppo fastidio» parlò Bill guardandolo con occhi pieni di sfida
«tu sei il suo nuovo ragazzo?» mi guardò ridendo
«adesso te la fai con i maschi mancati?» lo guardò dal basso verso l'alto
Un pugno gli arrivò dritto in faccia, Tom si era parato di fronte al fratello per difenderlo. Afferrai le mani dei due e iniziammo a correre verso l'uscita mentre le persone si accalcavano.
«veloci» urlai ridendo a causa dell'ansia mentre salivamo tutti in macchina
Bill partì e in macchina non volava una mosca.
«ragazzi» cercai di parlare ma il rumore della mano di Bill sbattuta sul volante mi fece zittire
«no» urlò
«abbiamo una reputazione, non possiamo andare in giro e picchiare le persone» continuò
«io non ho mai chiesto di farlo» risposi di rimando
«allora evita» mi osservò dallo specchietto retrovisore
«cosa pensi che sia io a volerlo?» mi spinsi verso i loro sedili
«se ti infastidisce com'è fatta la mia vita nessuno ti ha mai obbligato a farne parte» urlai udendo poi il completo silenzio
«fermati»
Non rispose.
«ho detto fermati» ripetei duramente
«cosa stai facendo?» domandò osservandomi scendere dall'auto
«vado a casa, se dobbiamo tenere le distanze è meglio iniziare da subito» presi a camminare
«non ci tengo a rovinare la vostra reputazione»
Sentì qualcuno dire di voler scendere ma venne fermato dal moro che aspettò qualche secondo prima di sbuffare e sfrecciare per le strade di Berlino, lasciandomi sola.

Black cat | bill kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora