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«ciao Astrid, è un piacere fare la tua conoscenza»
All'entrata venni accolta subito da una bellissima donna che mi strinse la mano con un sorriso smagliante, mi guardai intorno cercando Emma che però non vidi.
«piacere mio» sorrisi osservando i suoi meravigliosi capelli legati in tante piccole treccine
«mi hanno detto che sei una risorsa fondamentale e che quest'anno andrai a ruba» alzai le sopracciglia ridendo assieme a lei
«io sono qui per spiegarti le basi sul come funziona una sfilata d'alta moda» unì le mani sedendosi sulla poltrona in velluto rossa
«l'importante è partire decise e senza alcuna paura, devi essere sempre apparire pronta e impacciata, rilassata ma soprattutto devi sentirti a tuo agio»
«devi fare della passerella il tuo mondo»
Parlava gesticolando in maniera sensuale, più la osservavo e più credevo di non essere all'altezza di questo compito.
«una sfilata dura dai quindici ai venti minuti e si provano dai sessanta ai settanta abiti» alzai le sopracciglia sorpresa, in passato mi era capitato di guardare in tv sfilate ma mai avrei creduto che in così poco tempo si provassero così tanti abiti
«tieni sempre la testa alta, non guardare nessuno e tieni sempre lo sguardo dritto, ciò ti permetterà di focalizzare l'attenzione su di te attraverso la tua sicurezza» annuì sorridendole
«e fidati eviterai imbarazzi e brutte cadute» risi leggermente sempre più curiosa nel sapere
«le pose dovranno esser semplici e molto eleganti, tu sì sciolta e vedrai che andrà tutto bene» sorrise dandomi una pacca sulla spalla
«per quando riguarda la tua parte è semplice ma estremamente importante» mosse la testa cercando di convincermi al meglio
«tu sarai la star della serata, il tuo compito è aprire la sfilata ma soprattutto concluderla»
La giornata passò con estrema velocità nonostante l'ansia e il senso di responsabilità che cresceva l'ora di andarsene era finalmente arrivata. In camerino riuscì finalmente a vedere Emma che sistemava alcuni vestiti, feci per parlare ma sentì il mio cellulare squillare.

"Bill"
"stavolta vengo a prenderti io e tieniti pronta che questa sera usciamo"

«quando capirà che non bisogna attaccare in faccia per mostrarsi arrabbiato sarà troppo tardi» risi facendo focalizzare l'attenzione della rossa su di me
«i maschi sono sempre bizzarri» alzò le spalle pulendosi le mani
«mica puoi darmi una sistemata? stasera ceno fuori» notai un sorriso
«sei nelle mie mani tesoro»
Mi cambiai anche d'abito e quando fui pronta uscì dal camerino imbattendomi nell'unica persona che non volevo incontrare.
«mio dio» fischiò guardandomi da testa a piedi
«sei fantastica» mi fece fare una giravolta per osservare il mio fondoschiena
«si lo so grazie» dissi velocemente
staccando la mia mano dalla sua e salutandolo per uscire all'esterno dalla struttura
I suoi occhi brillarono alla mia vista, gettò il mozzicone sull'asfalto e si avvicinò a me con fare compiaciuto.
«sei stupenda, andiamo» asserì con uno strano ghigno in volto
«a cosa devo tutta questa gentilezza?» risi mentre lo osservavo aprirmi la portiera
«io sono sempre gentile» disse chiudendola per poi fare il giro e sedersi al mio fianco
Accese la radio e in silenzio ci godemmo quel breve momento di relax meritato per entrambi. Un brivido percorse la mia schiena quando la sua mano sfiorò la mia gamba nuda, mi portai un dito alle labbra cercando di nascondere il sorriso provocato dall'aver capito le sue intenzioni.
«quel tipo stamattina sembrava esser molto affettuoso» afferrò con forza la mia gamba iniziando a pizzicarne leggermente la carne
«e tu non eri da meno» andò più in alto facendo aumentare i battiti del mio cuore
«bisogna essere gentili con le persone» lo guardai attentamente scrollando le spalle
«sii gentile con me e non toccare altri uomini che non sia io»
Trattenni il respiro quando percepì le sue dita gelate sulle mie mutandine in pizzo, sentì una lieve risata da parte sua e mi voltai osservandolo con sguardo duro.
«non parli più?» premette contro di essa
«mi aspettavo una delle tue solite battutine»
«va all'inferno Bill»
Sussurrai sentendo l'intimo esser spostato e le sue dita iniziarla a massaggiare giusto per bagnarsi le dita e infastidire me.
«e scelgo io chi deve toccarmi» mi drizzai con la schiena fingendo che non mi stesse piacendo, ma i miei respiri facevano intendere tutt'altro
«questo non l'hai scelto tu eppure stai ancora lasciando che io ti tocchi» si avvicinò al mio viso in procinto di darmi un bacio che non arrivò mai, sistemò le mie mutandine e staccò la mano portandosi le dita alla bocca
«sei un vero bastardo» sussurrai uscendo dalla macchina ed entrando nel ristorante a passo svelto e con il cuore a mille
In lontananza notai i tre aspettarci seduti ad un tavolo posizionato a centro della sala.
«Astrid sei stupenda» ammiccò Georg facendomi ridere
«ti ringrazio» lo presi in giro scompigliandogli la folta chioma
«allora? sei in ansia?» domandò Gustav osservandomi con un sorriso dolce in volto
«ti dirò la verità, si» annuì guardandolo
«ma è giusto un po', non vorrei inciampare o cosa» mossi nervosamente la gamba immaginando una caduta in tacchi a spillo
«sta tranquilla andrai benissimo, ti sei esercitata tanto e stai facendo molti sacrifici quindi non c'è di che preoccuparsi»
Mi portai una mano al petto fingendo di piangere.
«Gustav ti amo, davvero» mi allungai per scompigliargli i capelli
«paparazzi» parlò Tom sorseggiando del vino osservando verso le fotocamere puntate su di noi, mi avvicinai a lui e gli posai un braccio intorno al collo nel mentre lui fingeva di strozzarmi
«su fate i seri» ci rimproverò Bill ridendo
«tralasciando, voi tra un mese avrete il tour» applaudì più che emozionata
«come vi sentite?» addentai un pezzo di carne
«super carico» mostrò i suoi bicipiti Georg facendo fare la stessa cosa a Tom ed iniziando una discussione su chi fosse più muscoloso dove per me avrebbe vinto Georg
«andrà benissimo, finché ci saranno Bill e la sua voce nulla potrà andare storto»
osservò il ragazzo al mio fianco Gustav
«ti meritavo nella mia vita» sorrisi quasi emozionata allungando la mano verso di lui
«tu come ti senti invece?» gli sussurrai all'orecchio distogliendo lo sguardo dal biondo che era stato chiamato dai due che ancora discutevano
Le sua lingua passò lentamente sulle sue labbra rosse osservandomi con il suo solito sguardo da predatore, mi morsi un labbro attirando la sua attenzione su di esse. Al di sotto del tavolo percepì uno strano movimento e poi la sua mano scorrere lungo la mia pelle fredda.
«io sto bene» sussurrò stringendomi l'interno coscia, allungai la mano afferrando la sua anch'essa gelida
«non sei triste? non ci vedremo per un mese» feci la finta offesa allontanandomi dal suo viso anche se di poco
«cosa dici?» mi afferrò il mento costringendomi a guardare i suoi meravigliosi occhi scuri
«verrai con me» iniziò ad accarezzare lentamente il dorso della mia mano con il pollice
«non potrei mai» scossi la testa ridendo
«è una cosa importante, non potrei mai intralciarvi»
«non lo faresti affatto e anche tu sei importante» mi guardò quasi male
«non potrei mai lasciarti qui un mese intero da sola» si voltò completamente con il corpo verso di me afferendo entrambe le mie mani
«te l'ho già detto, non sarai mai più sola Astrid»

Black cat | bill kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora