twenty-four

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Il tempo passò con velocità e io, Tom e Bill riuscimmo a diplomarci a pieni voti. Il lavoro ormai iniziava ad occorrerci le giornate intere e  sempre più spesso mi trovavo costretta a dormire in camerino assieme a tutte le altre. Tom non parlò più con Kyra convinto di voler trasformare quella notte in una frequentazione più seria. I ragazzi questo stesso anno decisero di far uscire altri nuovi album e quando capitava li ascoltavo ore e ore provare e riprovare per cercare le parole e la base perfetta. Nonostante fosse luglio inoltrato quel giorno a Berlino il cielo era nuvoloso eppure le persone intorno a me riuscivano ad emanare soltanto energia positiva, senza un apparente motivo, arrivai in agenzia e tutti sembravano eccitati per qualcosa. Emma si avvicinò a me con un sorriso a trentadue denti indicandomi la porta del lussuoso ufficio di Pamela.
«giorno» sussurrai osservano Anthony in piedi in un angolo e un'uomo dai capelli neri seduto difronte Pamela
«buongiorno Astrid»
Quando l'uomo si voltò il mio cuore quasi perse un battito, in carne ed ossa davanti i miei occhi c'era Edward Razek, direttore del più grande marchio d'abbigliamento femminile; Victoria's Secret. Osservai sottecchi Emma e mi sedetti di fianco all'uomo in silenzio.
«salve Astrid è un piacere poterti vedere da vicino, sei un vero incanto» sorrise
«io sono Edward Razek e lui è Oscar Ulric, il tuo futuro manager» si alzarono porgendomi la mano e il più anziano l'afferrò baciandola mentre io ancora non mi ero resa conto della situazione
«onore mio signor Razek, signor Ulric» sorrisi come un ebete osservando ogni loro movimento con attenzione
«ti starai chiedendo il perché Edward sia qui, ebbene ha viaggiato da Los Angels a Berlino solo per poterti fare una proposta di persona» mi guardò fissa Pamela e già capì cosa volesse dire, mai e poi mai avrei dovuto rifiutare quell'offerta qualunque essa sia
«certo mi dica» parlai con il fiato corto
«Astrid tu hai talento, sei la sensualità incarnata a persona»
«il tuo sguardo, i tuoi passi, il movimento del tuo corpo è tutto completamente perfetto»
«la ringrazio» sorrisi osservando i suoi occhi scuri essere illuminanti da una strana luce
«sai che gestisco e ho gestito supermodelle dal calibro di Heidi Klum, Adriana Lima, Daniela Pestová, Gisele Bündchen, Miranda Kerr e tu sei partita da zero ma col botto»
«sono anni che conosco Pamela e l'ho sempre ammirata per il suo occhio critico per quando riguarda l'accurata scelta delle ragazze» Pamela gli sorrise dolcemente posando poi nuovamente lo sguardo su di me
«e per questo sono certo che se a te ha dato la possibilità di fare come prima esperienza l'apertura della sua nuova collezione, nonché sfilata più importante dell'anno, io non posso far altro che lasciarmi influenzare dalla sua scelta» Emma alle sue spalle si portò una mano davanti le labbra
«volevo proporti di lavorare per Victoria's Secret»
Strabuzzai gli occhi trattenendo il respiro, cosa stava succedendo? era tutto reale?
«il mondo della moda si stravolgerebbe se gli angeli e te collaborassero» mi afferrò la mano
«diventerai una delle migliori e già al tuo livello non ci vorrà molto» annuì come per cercare di convincermi e ricevere un sì diretto
«Emma e Anthony ti seguiranno» mi guardò Pamela e spostai lo sguardo sui due che annuivano fieri di me
«la città degli angeli è tutta per te, rinascerai»
«quando dovrei trasferirmi?» lo guardai cercando di non dar a vedere la mia preoccupazione dopo aver fatto una breve pausa
«per fine stagione ho già pronto un meraviglioso attico tutto per te, da settembre» mi guardò l'uomo, sorrisi e una strana sensazione iniziò a invadermi il petto
«sarebbe un onore per me»
Mi voltai verso Pamela che mi fece un cenno con la testa e tornai a sorridere guardando l'uomo che si alzò per abbracciarmi e lasciarmi il numero del collega in sua compagnia.
Quando l'assistente di Pamela li scortò fuori la porta richiudendosela alle spalle nell'ufficio calò il silenzio. Non sapevo se essere felice o meno.
«Astrid questa è un opportunità che davvero non puoi perdere» prese parola Pamela facendo annuire Emma
«ma questo significa abbondare tutti» cercai di non guardala
«Astrid io ti ho fatto nascere e non permetterò che tu distrugga tutto il tuo lavoro per dei capricci da ragazzina innamorata» mi alzò il mento con una mano sporgendosi oltre la scrivania
«cos'è che ti dico sempre?» con gli occhi fissi nei miei cercò quasi di scrutare la mia anima
«non permettere ai tuoi sentimenti di intralciare il personaggio lì sopra»
Sussurrai e dolcemente staccò le mani dal mio volto dopo avermi lasciato una lieve carezza.
«hai ancora un mese, prenditi tutto il tempo per parlargli» mormorò accendendosi una sigaretta spazientita
Annuì e uscì dall'agenzia trovandomi già Finn aspettarmi a braccia conserte davanti il suo Range Rover nero.
«buongiorno signorina Astrid è arrivato un pacco per lei, sta bene?» mi osservò attraverso lo specchietto retrovisore
«no Finn, come faccio a dire al mio ragazzo che tra un mese e mezzo mi traferirò a diecimila chilometri da lui?» gli domandai retoricamente
«deve pensare prima alla sua vita e soprattutto al suo futuro, di sicuro il signor Kauliz vi capirà»
Sembrava facile a dire, ma molto più difficile da fare. Pensare alla propria vita e al proprio futuro, ma se fosse proprio lui entrambe le cose per me?
«entra per favore, ti faccio un caffè» lo pregai
«salve signor Kauliz, io sono Finn la guardia del corpo della signorina Hoffman» strinse la mano al ragazzo che lo osservò quasi divertito
«ti prego chiamami Bill» l'uomo annuì osservando poi me
«ecco a te» gli porsi la tazzina di caffè
«oddio» mormorò Tom aggiustandosi il capello prima di mettersi davanti all'uomo, aggrottai le sopracciglia cercando di trovare delle risposte da Bill che però non arrivarono
«ve lo giuro che stavolta non ho fatto nulla, dall'ultima volta non ho più alzato le mani»
Scoppiai a ridere e assieme a me anche suo fratello nel mentre i due ci osservavano quasi sconvolti.
«che avete da ridere? è vero» alzò le mani difendendosi
«Tom chi credi che sia?» gli posò una mano sulla spalla Bill
«l'avvocato?» domandò titubante di sbagliare ma ci fece solo ridere
«è la mia guardia del corpo, Finn, lui è Tom» li presentai e l'espressione di Tom era impagabile
Salutai l'uomo che doveva andare e mi diressi in camera mia, osservai il pc sulla scrivania e sentì le sue braccia stringermi da dietro.
«sei felice di partire?» mi baciò il collo
«super emozionata» sorrisi voltandomi verso di lui per baciarlo
«oggi mi è anche arrivata questa» gli mostri la t-shirt nera con il nome della band
«portati una valigia grande che staremo per un po'» sussurrò posando la fronte contro la mia
«abbiamo bisogno di un po' di tempo per noi non credi?» annuì dandogli ragione
La stessa sera eravamo a tavola quando Tom prese parola.
«perché il mese prossimo non andiamo in vacanza? un meritato riposo servirebbe a tutti»
«puoi dirlo forte amico» si stiracchiò Georg con gli occhi pesanti
«stavo pensando in Grecia o in Italia» continuò
«si può fare» sorrisi volendo passare più tempo possibile con tutti loro
«quando torneremo dall'America ne parleremo meglio» addentò della carne Bill
«ma quanto starete?» chiese il gemello
«una settimana» alzò le sopracciglia Tom osservando con espressione provocatoria Georg e Gustav
«mi raccomando non portatemi nessun nipotino» risi e ricevette uno schiaffo dietro la nuca dal mio ragazzo
Finalmente dopo giorni eravamo tutti insieme a rilassarci sul divano quando però mi arrivò uno strano messaggio da parte di Kyra.

"Astrid ti prego puoi venire? c'è un tipo che continua a chiedere di te e mi sta seguendo"

Mi alzai di scatto facendo focalizzare l'attenzione dei quattro su di me.
«che succede?» domandò Gustav alzandosi anche lui in piedi senza sapere per cosa
«Kyra» Tom scattò in piedi afferrando le chiavi dell'auto e dopo aver chiuso a chiave contattai la ragazza per sapere dov'era
«a destra»
Tom correva come un pazzo sfrecciando tra le auto come se la strada fosse completamente libera, svoltò in una traversa quasi desolata con poche luci e qualche pub ancora aperto. Le uniche due persone in strada erano una ragazza e un ragazzo. Scesi dall'auto correndo verso di loro, la teneva stretta per il braccio nel mentre lei chiedeva di esser lasciata in pace. L'allontanai da lui stringendola a me. Tom si scaraventò contro il ragazzo che cadde a terra tirandogli un pugno. Bill si mise in mezzo ma venne colpito anche lui facendo scattare anche Georg nel mentre Gustav cercava di fermarli.
«basta Tom» urlai
«lo ammazzi» riuscirono ad allontanarlo dal corpo del ragazzo che con il volto sporco di sangue continuava ad osservare i tre con sguardo provocatorio
«devi lasciarla stare hai capito?» gli afferrò il colletto Bill dicendo quelle parole a pochi centimetri dal suo volto
Stavano per entrare tutti in macchina quando afferrai Bill per la mano obbligando anche lui a sedersi.
«Astrid» mi voltai leggermente osservandolo steso a terra dolorante
Abbassai il capo e chiusi la portiera.
«Kyra stai bene?» mi sporsi verso il sedile del passeggero osservandola annuire
Tom le accarezzava la gamba per tranquillizzarla e lei accarezzava la sua mano, Georg aveva gli occhi chiusi e le braccia conserte, Gustav non proferiva una parola mentre osservava fuori dal finestrino. Spostai lo lo sguardo verso Bill che come il biondo osserva le macchine passare, allungai la mano verso di lui e si voltò facendomi un dolce sorriso nel mentre io trattenevo le lacrime.
La mattina successiva mi svegliai presto e con fretta, indossai un jeans a vita bassa e un top in pizzo nero abbinati a una borsa e degli stivali del medesimo colore.
«buongiorno signorina Astrid»
«giorno Finn» mi alzai gli occhiali da sole non appena entrai in macchina

"Pamela buongiorno"
"giorno Astrid che succede?"
"ho bisogno che tra un quarto d'ora un avvocato mi aspetti davanti la stazione di polizia"
"certo"

«signorina cosa dobbiamo fare alla stazione di polizia?» si voltò verso di me l'uomo
«non preoccuparti Finn»
Quando arrivammo davanti la caserma ad aspettarci c'era un uomo abbastanza giovane in giacca e cravatta che si presentò a me e la mia guardia del corpo come Paul.
«prego?» alzò la testa una donna osservando tutti e tre
«vorrei esporre denuncia» parlai sicura di me
«si segga, un agente verrà presto da lei» aspettammo qualche minuto prima
che un uomo in divisa si avvicinasse a noi a testa bassa
«per la denuncia?»
«eccomi» mi alzai in piedi e anche l'uomo alzò lo sguardo facendo poi un sorriso
«Astrid Hoffman» annuì felice
«prego mi segua»
Lo seguimmo per pochi passi arrivando alla scrivania dell'uomo.
«lui non si siede?» indicò Finn con la penna
«no» rispose duramente con le braccia conserte
«allora mi dica perché è qui?» iniziò a prendere appunti
«voglio denunciare Kurt Weber, ventiquattro anni, nato a Lipsia il 4 gennaio dell'83» segnò tutto continuando ad ascoltare
«cause?» domandò curioso
«stalking, minaccia, aggressione»
Feci un respiro profondo chiudendo gli occhi per mantenere la calma. Stavo per farlo davvero?
«e abuso sessuale»

Black cat | bill kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora