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Tutto intorno a me era sfocato, i miei occhi stavano per chiudersi definitivamente fin quando non sentì la squillante voce della professoressa di matematica richiamarmi all'attenzione.
«Hoffmann» sobbalzai
«dormi durante la mia lezione?» continuò ad urlare
«mi perdoni» mi alzai con la schiena
«fuori dalla mia aula» continuò sotto le risate dei miei compagni
Era una settima che i ragazzi non venivano a scuola a causa delle continue e incessanti prove per il tour, l'aria a scuola era diversa, non essere infastidita da Tom tutti i giorni era strano.
«attenzione» richiamai la ragazza a cui era caduto un foglio
«tieni» glielo passai
I suoi occhi mi scrutarono attentamente con imbarazzo nel mentre il suo viso si tingeva di un leggero rosso.
«grazie mille» sussurrò
«ma ciao Kyra anche tu fuori?»
Da lontano sentì la voce di Ben e quando mi voltai lo osservai assieme ai suoi amici accerchiare la ragazza di prima.
«posso passare?» domandò
«dove vuoi andare? non vuoi stare un po' con noi?»
«Ben» lo ripresi dopo aver gettato il mozzicone a terra
«che vuoi Astrid? vorresti unirti anche a tu a noi?» posò un braccio sulla spalla della ragazza che sembrava molto infastidita
«lasciala stare» feci un passo avanti e lo vidi spingersi verso di me
«sei sempre stata una stronza ma da quando tutto il mondo ha iniziato a darti attenzioni lo sei diventata ancora di più» mi guardò con sguardo inorridito, lo ignorai e afferrai la mano della ragazza venendo bloccata dalla sua presa
«non dimenticare che tutto lo schifo che facciamo noi l'hai fatto anche tu»
Scrutai i suoi occhi incrociando il
groppo che si era formato alla gola, chiusi gli occhi mantenendo la calma e liberandomi dalla sua mano stretta al mio polso. Era ora di pranzo e ci avviammo entrambe alla mensa, lei non proferiva parola e ciò mi stava mettendo a disagio.
«grazie ancora, non dovevi» finalmente parlò
«ma sta tranquilla, Ben è un cretino» scossi la testa
«infastidisce tutti» le sorrisi facendole strada al tavolo dove pranzavo con i gemelli
«spero qualcuno lo picchi un giorno» rise alla mia affermazione
«comunque io sono Astrid» allungai la mano che afferrò timidamente
«Kyra»
Pranzammo in tranquillità e mai mi ero sentita così serena, era una ragazza dolce e pura con lunghi capelli biondi e occhi azzurri come i miei. Ognuno tornò alle proprie aule e quando l'ultima campanella suonò mi accesi una sigaretta aspettando qualche minuto prima di avviarmi verso casa. Una macchina familiare si fermò qualche metro lontano da me e sorrisi quando vidi i suoi occhi oltre il finestrino. Salì in macchina e mi catapultai tra le sue braccia.
«mi mancate, quando tornerete?» sussurrai con il mento poggiato alla sua spalla
«dobbiamo fare l'ultimo sforzo» mi accarezzò il mento alzando lo sguardo sui paparazzi che correvano per appostarsi davanti l'auto
Arrivammo a casa dopo un po' e proprio quando misi piede oltre lo stipite della porta ricevetti una chiamata da Emma che mi avvisava di dover essere in agenzia tra dieci minuti. Sbuffai e osservai Bill.
«ho voglia di passare un po' di tempo con te» sussurrai contro il suo petto
«allora domani tieniti libera» baciò le mie labbra e d'istinto portai le mie mani dietro il suo collo
I suoi capelli erano morbidi così come le sue labbra, percepì le sue mani scivolare lungo il mio corpo e stringermi il sedere. Risi e mi avvicinai di più con il bacino al suo corpo per approfondire il bacio. Afferrò le mie gambe e mi portò sullo schienale del divano permettendo ai nostri visi di essere più vicini, mi accarezzò la schiena da sotto la maglietta e ciò gli permise di avere la meglio sul mio corpo che si cosparse di brividi. Gemetti a causa degli anelli gelidi e lo sentì ridere fin quando non gli morsi leggermente il labbro inferiore, a farci staccare fu la porta aprirsi e i tre membri mancanti entrare in casa.
«abbiamo interrotto qualcosa?» ci prese in giro Georg
«purtroppo» gli feci una linguaccia posando la testa contro il petto del mio ragazzo
«non voglio diventare zio precocemente» si fermò da quel che stava facendo Tom provocando una risata a tutti
«chiamami quando devi tornare» annuì e gli posai un bacio sulle labbra che trattenne per qualche secondo in più
«ciao» salutai tutti ricevendo uno sguardo strano 
«Emma» sorrisi alla ragazza che veniva verso di me con occhi sbarrati
«non dire niente e va in camerino» annuì e corsi verso la mia postazione
«che succede?» domandai incuriosita
«il tour la sta facendo impazzire» sussurrò e sotto udimmo un urlo da parte di Pamela
«lo vedo» alzai le sopracciglia
«Astrid nel mio ufficio» entrò dalla porta di botto con sguardo duro
«cazzo» guardai Emma che mi portò istintivamente una mano alla bocca
Quando andai in ufficio era tutto sottosopra, bozzetti e stoffe di tutti i tipi mentre lei mi aspettava con una mano sulla fronte e le solite gambe accavallate.
«non hai niente da dirmi?» ci pensai su
«nessuna bella notizia?» la mia mente si illuminò
«si certo che si, effettivamente ci ho pensato molto ma ovviamente accetto» le sorrisi dolcemente
«Dio esiste» osservò il soffitto e aprì le mani quasi come se volesse invocarlo
«bene» si mosse per cercare qualcosa che subito trovò
«hai bisogno di un book fotografico proprio come questo, da quando sei qui quanti scatti hai fatto?» domandò assottigliando gli occhi per ricordare 
«tanti» annuì
«voglio che tu lavora giorno e notte su questo» indicò il book
«ci siamo capiti? tu sei la mia stella confido in te tutto» sussurrò avvicinandosi pericolosamente a me
«dovranno invidiarmi tutti» mormorò non staccando lo sguardo dal mio
«io ho creato una star che il mondo della moda non dimenticherà facilmente»
Ascoltai le sue parole con orgoglio e determinazione, mi alzai in piedi e le sorrisi.
«non la deluderò»
Il giorno successivo stavo impazzendo, la stessa sera Pamela mi riferì che avrei dovuto prepararlo in soli cinque giorni e se sommavo i giorni di stampa e di assembramento ne restano poco meno di due.
«ehi» sentì una voce e notai un vassoio posarsi davanti a me
«ciao Kyra» alzai velocemente lo sguardo per poi abbassarlo subito dopo
«tutto bene?» domandò timidamente osservando quasi senza farsi vedere le foto sparse sul tavolo
«non molto» ammisi
«devo scegliere delle foto per un book» la vidi annuire
«fai la modella?» mi osservò
«si per Pamela Schneider»
«cosa?» quasi urlò e di scatto alzai la testa verso di lei
«scherzi?» continuò e io negai
«aprirò la sfilata del suo tour mondiale la settimana prossima e ho bisogno di un book al più presto ma tra tutti questi scatti non si quale scegliere» mi portai le mani tra i capelli
«io direi questo» annuì e la vidi quasi sbiancare
«stai bene?» mosse velocemente la testa
«io avevo sentito parlare di te ma non credevo fossi tu quando ieri mi hai aiutato» osservò i miei occhi
«ma guarda che non sono così tanto famosa è normale che non tu mi riconosca» asserì ovvia
«scusami» mi feci distrarre dal cellulare

"Bill"
"Astrid dopo non riesco a venire, è un problema se vieni a piedi? noi siamo in studio"
"va bene, quante canzoni vi mancano ancora? ho bisogno di una mano per il book"
"non lo so ma faremo tardi, Elia mi chiama ci vediamo dopo"
"a dopo"

Sbuffai sonoramente e vidi i suoi occhi fissi nei miei.
«quello era Bill Kaulitz?» annuì
«oh mio dio» posò una mano sul suo cuore
«questo è Bill Kaulitz?» indicò il primo scatto in studio con me e il moro, annuì una seconda volta
«è il mio ragazzo» risposi normalmente e risi per la sua espressione
«state insieme allora?» domandò curiosa
«si, ormai lo sanno tutti, i giornali stanno impazzendo»
«non l'ho letto da nessuna parte» iniziò a scrollare la home page del telefono
«scusa se te lo chiedo ma è un problema se ci facciamo una foto? faccio parte di un forum sui Tokio Hotel e si parla anche molto di te»
«spero bene» risi e arricciò leggermente il naso
«vai» sussurrai e scattò la foto inviandola e ricevendo in un secondo decine di commenti
«grazie mille» sorrise gentilmente
«ora però mi aiuti tu a scegliere qualcosa?» domandai alzando le sopracciglia e annuì ridendo

Black cat | bill kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora