twelve

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«una sorella eh?» lo presi in giro osservandolo togliersi in una veloce mossa la maglietta nera
«la sorella che ho sempre voluto» si stese di fianco a me lasciando un veloce bacio sulle mie labbra
«di solito non ci si bacia tra fratelli» risi baciandolo anch'io
Sentì la sua leggera risata e osservai i suoi occhi desiderosi di più, mi avvicinai al suo volto e subito percepì la sua mano sulla mia nuca per spingere le mie labbra il più possibile contro le sue. Era un bacio lento e dolce come mai ce l'eravamo scambiato fino ad ora, ci staccammo senza fiato l'uno dall'altro sentendoci come dei ragazzini alle prime armi, imbarazzati e felici.
«sai quando vorresti dire qualcosa ma non sai cosa?» rise facendo ridere anche me
«mi piaci davvero tanto Bill» sussurrai osservando il suo viso esser illuminato dalla luce della luna
«lo stesso vale per me Astrid» mi accarezzò i capelli
«e non credere mai più di non essere abbastanza per questo mondo, è il mondo a non essere abbastanza per te» passò il pollice sulle mie labbra
«ne hai passate tante e meriti tutto questo»
Ascoltavo le sue parole in silenzio, incapace di dire qualcosa. Bill era una creatura così pura che avevo sempre timore potesse sporcarsi stando a contatto con me. Nel mentre i suoi profondi occhi vagavano sul mio viso osservandone ogni centimetro, la sua mano scivolò lungo la mia schiena e nell'esatto momento in cui sussurrai il suo nome la porta si aprì bruscamente mostrando la figura di Tom solo in jeans.
«tu che ci fai qui?» ammiccò con un sorriso passando lo sguardo da me al fratello
«parlavamo» alzai le sopracciglia
«di anatomia?» ci prese in giro
Scossi la testa e mi alzai dal letto spingendolo, mi posò un bacio tra i capelli e andai nella mia stanza. Il risveglio la mattina successiva fu traumatico, ci alzammo tardi ancora stanchi dalla serata precedente.
«buongiorno» stiracchiai le braccia stendendomi sul divano di fianco a Gustav
«da oggi sei una star»
Sentì le braccia di Georg avvolgermi le spalle e subito osservai il cellulare che aveva tra le mani. Internet era pieno di mie foto, agenzie di moda e grandi marchi mostrava in loro articoli i vestiti di Pamela annunciandomi come nuova modella e modella dell'anno, i commenti erano pieni di apprezzamenti ma anche di insulti a causa del rapporto con i quattro ragazzi.
«mio dio» mi portai le mani alla bocca ridendo a causa dell'emozione
«e adesso? come funziona? verrò tormentata anch'io?»
«adesso sentirai il brivido della fama, non è facile essere un'icona degli anni duemila» sorrise Tom mostrando i muscoli
«ma zitto, icona tu?» lo presi in giro
«le ragazze mi amano» aprì le braccia teatralmente
«non io» sussurrai facendolo ridere
«perché ami mio fratello» asserì ovvio, mi alzai di scatto iniziando a rincorrerlo per tutta casa ridendo e scherzando come due bambini 
Amavo stare con loro, riuscivano a farmi sentire viva.
«oggi che si fa?» domandò Georg guardando la televisione
«proviamo» lo guardò male Gustav ovvio
«non dovevamo andare lì?» schioccò le dita più volte senza però riuscire a ricordare il nome del posto
«domani mattina idiota» gli diede un leggero pugno in testa Tom
«dove?» posai i gomiti sul divano curiosa
«all'agenzia, staremo tutto il giorno lì per annunciare il giorni del tour» parlò Bill apparendo alle mie spalle, si avvicinò e accarezzò dolcemente la mia schiena
«dove verrai anche tu» sussurrò al mio orecchio
«te l'ho detto, è una cosa importante per voi e adesso con il lavoro non so se potrò venire» gli cinsi i collo con le mani osservando il suo volto rattristarsi
«ma sai che sono la tua fan numero uno» gli posai un veloce bacio sulle labbra ridendo
Il telefono squillare interruppe quel momento e quando lessi il nome di Emma mi accigliai.
«ha detto che Pamela mi vuole subito lì» sussurrai posando la fronte contro il suo petto
«andiamo allora, ti accompagno» fece per afferrare le chiavi della macchina
«sta già arrivando Chris» lo guardai trattenendo le risate 
«quel tipo?» sbuffò cercando di nascondere il fastidio in una leggerissima risata
«non sanno che hai già qualcuno che può accompagnarti?» continuò
«dai tranquillo, ci vediamo dopo» gli accarezzai i capelli e gli posai un bacio sul collo
«Pamela ciao, volevi vedermi?» mi sedetti sulla sedia in raso blu
«si e ho bisogno di parlarti anche con una certa fretta» posò gli occhiali sulla scrivania e io annuì non ancora abituata al suo carattere sfacciato
«sono tutti impazziti, ti amano» squadrò il mio volto
«ne sono davvero felice» sorrisi rassicurandomi
«il mese prossimo terrò un tour mondiale per presentare a tutti la nuova collezione e tu dovrai seguirmi» sussurrò puntando i suoi occhi nei miei
«il mese prossimo? non è possibile spostare l'evento?» sussurrai speranzosa
«sei impazzita?» rise scuotendo animatamente la testa e scrivendo qualcosa sul pc
«sei la mia modella, il punto di riferimento di questa sfilata e proprio nel passo più importante vuoi abbandonarmi?» mi guardò con ovvietà sapendo di aver ragione
«questo è ciò che ti aspetta, il mondo della moda o delle celebrità non è un mondo facile» fece una pausa di qualche secondo
«non vuoi arrivare ai grandi schermi un giorno?»
«devi prendere una scelta, batterti per ciò che sei nata per fare o lasciarti sottostare da piccolezze, qualsiasi cosa tu debba fare non è più importante del tuo futuro»
«non siamo qui per perdere tempo» annuì silenziosamente non sapendo cosa dire
Quando entrai in camerino Emma era già lì con un sorriso in volto, mi sedetti e mi lasciai cullare dal suo dolce tocco.
«che succede?» domandò osservandomi attentamente dallo specchio
«hai saputo dell'evento del mese prossimo?» annuì felice
«è meraviglioso Astrid, è la tua opportunità, così giovane e hai la possibilità di diventare una supermodella» scosse la testa con un sorriso a trentadue denti
«ma non ti vedo così tanto eccitata o sbaglio?» sussurrò
«il mese prossimo i ragazzi andranno in tour e Bill vuole che vada con loro» sentì un "ah" uscire dalla sua bocca
«oggi è il primo, hai un mese per decidere e passare il tempo con lui ma so che farai ciò che vuole il tuo cuore» mi posò un bacio tra i capelli e uscimmo per un nuovo shooting
«ma guarda, era da un po' che non ti vedevo» sorrise Camilla avvicinandosi al set vestita e truccata in modo simile a me
«era meglio non credi?» domandai sorridendole falsamente
«sarò ancora più triste quando dal mese prossimo saremo costrette a vederci per un po'» mi accigliai dal momento che sapevo che Camilla non avrebbe partecipato all'evento, ma lei sapeva che io avrei partecipato
«che intendi?» la osservai fare un piccolo sorriso
«il tour no? seguirò i Tokio Hotel per una settimana» rispose ovvia, sorrisi e prima che potessi rispondere venimmo riprese dagli stagisti
Attesi Bill all'interno della struttura a causa della forte pioggia, notai una macchina accostare e lui venirmi incontro con un ombrello.
«andiamo» sorrise stringendomi tra le sue braccia
Nonostante l'ombrello ci inzuppammo e quando chiudemmo le portiere ridemmo come dei bambini. Era così bello, persa tra i pensieri non mi accorsi di lui che si avvicinava e mi ritrovai bloccata sul sedile con le sue labbra sopra le mie.
«ehi» sussurrai staccandomi dalle sue labbra
«devo parlarti» gli posai una mano sulla guancia e notai il suo sguardo mutare, trattenni le risate
«Pamela mi ha scelto per rappresentare il suo marchio in un tour mondiale»
«ma è fantastico, sono così felice per te» mi strinse in un abbraccio
«l'unico problema è che sarà il mese prossimo» feci un mezzo sorriso mentre cercavo di capire quale fosse l'espressione presente sul suo viso; felicità? tristezza?
«oh, quindi non verrai con noi» sospirò
«non ho ancora scelto» osservai le macchine passare fuori il finestrino ma improvvisamente sentì la mia mano esser afferrata
«sei impazzita? devi andare assolutamente, il tour per me era importante solo per passare altro tempo con te ma ti ricordo che viviamo insieme» rise e si avvicinò al mio viso mordendomi il labbro inferiore
«possiamo fare tutto quello che vogliamo» baciai le sue labbra e lui accarezzò il mio interno coscia salendo lentamente verso la mia intimità
Il telefono squillare fece formare un'espressione di disapprovazione sul volto del ragazzo che si allontanò da me, tornammo a casa dei gemelli e restammo bloccati al suo interno a causa delle incessanti piogge.
«state insieme?»
Georg fece quella domanda improvvisamente, ci guardammo tra noi curiosi e quando girò il telefono le mie guance si tinsero di rosso. La foto di me e Bill baciarci nella sua auto aveva fatto il giro di internet in meno di un'ora scatenando critiche e commenti su ogni piattaforma.
«non è che stiamo insieme» cercai di dire qualcosa nonostante l'imbarazzo
«si stiamo insieme» sussurrò Bill osservando i suoi amici
Sorrisi sentendomi quasi più leggera.
«io già lo sapevo» alzò le mani Tom provocandomi una risatina
«perché io e Gustav non sappiamo mai nulla?» sbuffò guardando l'amico che evitò il suo sguardo
«parla per te» alzò le sopracciglia ricevendo dal moro un'espressione scioccata
«perché io ero l'unico a non saperlo?» incrociò le braccia mostrando i suoi muscoli
«perché non ti sei trovato sul momento» lo osservò Gustav nel mentre Tom gli dava corda annuendo
«allora meglio così» sorrise parlando tranquillamente facendoci ridere

Black cat | bill kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora