Uscita dal camerino infiniti applausi rimbombarono nelle mie orecchie. Sorrisi e feci un inchino ringraziando la folla che urlava per me, quando mi voltai leggermente di lato mi ritrovai davanti i quattro che mi osservavano. Mi fermai indecisa sul cosa fare, spaventata di commettere una mossa sbagliata ma quando notai il dorso delle mano di Gustav asciugarsi una lacrima mi catapultai tra le loro braccia. I tre mi stringevano come se fosse passata una vita ed effettivamente lo sembrava.
«ehi» sussurrai accarezzando le loro guance
«come state?» li guarda esser cresciuti
«ci sei mancata tantissimo» parlò Georg
Lo strinsi a me facendo lo stesso con Tom che era rimasto immobile senza sapere cosa dire e Gustav che non smetteva di piangere. Poi passai a lui, mi sorrideva titubante e anch'io lo ero ma me ne fregai e mi gettai tra le sue braccia, si bloccò quasi come se non si aspettasse un gesto del genere e solo a quando prese coscienza di ciò che stesse succedendo mi strinse a sè, ormai eravamo adulti e appigliarci alle cose del passato non ci avrebbe reso diversi o migliori. Mi staccai da lui dopo un infinità di tempo e mi era mancato, tanto.
«dobbiamo andare alla cena,m» mi guardò con un sorriso materno Emma
Salimmo ognuno nelle rispettive auto ed io mi ritrovai come al solito tra i sedili posteriori con Finn alla guida.
«Finn alza un po'» intesi la voce alla radio
«questa sera il famoso gruppo emo-rockw, conosciuto come i Tokio Hotel, hanno aperto la sfilata di Victoria's Secret per annunciare la nuova collezione Primavera-Estato 2010 con angelo la super modella Astrid Hoffman» guardai Finn concentrato anche lui all'ascolto
«la canzone la conosciamo tutti bene, "Dogs Unleashed" dal loro ultimo album Humanoid» si sentirono fischi e applausi
«ma adesso a grande richiesta ascoltiamo insieme il loro ultimo cult»
Feci per dire di cambiare non volendola ascoltare ancora ma mi bloccai quando sentì la base differente.
«the pain of love won't break us up
we don't need your salvation
the pain of love will never stop
we are our own creation»
Piegai la testa a lato concentrandomi bene su ogni singola parola.
«the pain of love lives in our hearts
it's deeper than the ocean
the pain of love waits in the dark
we take it in slow motion»
Sorrisi osservando lo sguardo di Finn guardarmi attraverso lo specchietto retrovisore, sapevo anche lui ma non osava dire nulla.
«and we go on
and we go on
and on, and on, and on
we don't belong
we don't belong
belong to anyone»
«è carina» ammise Finn muovendo la testa a ritmo provocandomi una risata
«the pain of love will last forever
promise me, promise me
we'll celebrate the pain together
the pain of love, love, love»
Quando sentì il ritornello corrugai le sopracciglia, aveva un qualcosa di familiare eppure non capivo cosa ma come se fosse un déjà vu la mia mente ricreò quella scena.«io sono innamorato di te» aprì di nuovo gli occhi
«e questo dolore non ci separerà, potrà anche durare per sempre ma lo accetteremo, insieme» mi baciò la fronte e risi leggermente
«lo celebreremo insieme» risi
«oggi allora è il nostro giorno» baciai il suo petto ricoperto di tatuaggi«che bastardo» risi di gusto attirando l'attenzione dell'uomo che si incuriosì
«che succede Astrid?» domandò osservando la strada libera per parcheggiare
«puoi rimetterla?» rimase spiazzato dalla domanda
«ma così faremo tardi alla cena, ti staranno aspettando tutti» parlò ovvio
«per favore»
Mi guardò e anche se contrario smanettò velocemente per collegare il cavo AUX al suo cellulare, sentì ancora e ancora quella canzone rendendomi conto del come, nonostante avesse ammesso di avermi dimenticato, non lo avesse mai fatto mentre io ci avevo provato più volte. Scesi dall'auto e centinaia di paparazzi e giornalisti erano appostati contro le transenne, scattai qualche foto con i fan dopo aver fatto degli autografi ed entrai nella famigerata struttura. Tutti applaudirono alla mia entrata ritrovandomi anche i suoi occhi addosso. Mi avvicinai ai quattro che parlavano animatamente con Emma, Anthony e le due super modelle.
«Astrid perché non ci hai mai presentato i tuoi amici?» ammiccò Heidi seduta di fianco a Tom che aveva sostituito i suoi dread con delle lunghe treccine
Cenammo in tranquillità e tra scatti ed esibizioni di famosi cantanti la serata procedeva al meglio. Riuscì anche ad avere una conversazione di qualche minuto con Jason Statham, la mia attenzione però venne attirata da Adriana ferma immobile davanti il tavolo del buffet.
«che succede?» le posai il
mento sulla spalla
«Marko mi aveva promesso che sarebbe venuto» fece un mezzo sorriso continuando ad osservare la porta d'entrata
Odiavo il suo ragazzo, era letteralmente il suo contrario anche in bellezza oltre il lato caratteriale.
«non avevi detto che stava facendo una partita?» annuì
«è finita un'ora fa»
Cercai di consolarla posando le un bacio sulla guancia e pur di farla distrarre la spinsi con me al centro della pista da ballo.
«sono passati tre anni da quell'accaduto, ricordate?» rise di gusto Tom prendendo in giro Georg che aveva un'espressione mista alla rabbia e alla felicità
Erano le due inoltrate quando la cena finì e
i quattro mi invitarono a bere qualcosa insieme per ricordare le serate in quell'appartamento tra calci di vino e risate. Per tutto questo tempo da sola non mi ero mai resa conto di quanto la loro presenza mi fosse mancata fino ad adesso.
«tu Astrid?» chiese Georg
«abbiamo sentito che ti sei data alla pazza gioia con l'attore di One Tree Hill» mi prese in giro Tom, non era affatto cambiato
«esagerato» risi aspirando il fumo
«siamo stati insieme e basta» osservai il moro sottecchi mentre sorseggiava il super alcolico
«e ora?» domandò Gustav, tutti e tre apparentemente interessati
«e ora è finita» lo vidi annuire
«anche se non era mai iniziata» sussurrai quasi impercettibilmente guardando Bill che aveva capito perfettamente
«sai i giorni successivi alla tua partenza la casa era spoglia» parlò finalmente
«anche qui, stare da sola in una casa così grande è stato difficile» ammisi con un mezzo sorriso
«però» parlò felice Tom
«dobbiamo darti una bella notizia, Gustav» fece segno al biondo di parlare, quest'ultimo si schiarì la gola raddrizzando la schiena come se stesse per annunciare una cosa seria
«verremo a vivere a Los Angles»
Aprì di poco la bocca, ero sorpresa, non mi sarei mai aspettata una notizia del genere.
«davvero?» annuirono
«e l'attico è proprio nel tuo palazzo» annuì Tom
«grattacielo» puntualizzò Georg facendogli alzare le mani
«ragazzi, è una notizia stupenda» mi morsi il labbro inferiore cercando di trattenere le lacrime che però uscirono senza il mio consenso
«sono così felice di riavervi qui con me»
Sorrisi osservando la sua mano allungarsi per stringere la mia. Il suo sguardo era dolce, tutt'altro dà come l'avevo immaginato. Sotto i suoi occhi il mio cuore iniziò a battere forte e staccai di scatto la mano quasi temendo che potesse sentirlo.
«grazie per avermi accompagnato» mi fermai davanti la porta di casa mentre lui si appoggiò con la spalla al ciglio osservandone l'interno
«non devi neanche ringraziarmi, sai che non è stato un problema» sorrise, annuì e senza sapere cosa dire abbassai lo sguardo
«vuoi entrare? ti offro qualcosa» parlai in imbarazzo facendogli spazio per entrare
«con piacere»
Lo osservavo guardarsi intorno per non perdersi nessun dettaglio della casa, finì di versare il vino e gli porsi il calice sedendomi di fianco a lui sul divano nero.
«è davvero bella» guardò la città dall'alto
«ci ho messo un po' per renderla del tutto mia» osservai anch'io il salotto
«ricordo ancora quando abbiamo scattato quella foto» rise osservando la cornice appesa alla parete
«quando Tom stava per cadere» risi anch'io
Ci fu silenzio per qualche secondo e in un attimo l'aria si fece tesa, mi morsi il labbro inferiore cercando di evitare il suo sguardo tentatore.
«io non ti ho mai dimenticato Astrid» parlò
«non avrei mai voluto lasciarti» scosse la testa
«ho sempre saputo che il mio comportamento e ciò che ti ho detto fosse sbagliato ma era l'unico modo per non far soffrire entrambi»
Lo ascoltavo parlare in modo nervoso mentre, come sua solita cattiva abitudine, si rigirava gli anelli tra le dita. Sorrisi quando notai il mio anello contornare ancora il suo anulare dopo tutto questo tempo.
«tutto quello che ti ho detto su quella spiaggia erano solo bugie» stavolta ricambiò il mio sguardo
«io non voglio che tu sia felice con qualcuno che non sia io»
Schiusi le labbra non aspettandomi una dichiarazione simile, il suo petto si alzava e si abbassava con velocità e quasi avrei potuto giurare di riuscire a sentire il suo cuore battere all'impazzata. Fece per alzarsi e andarsene ma qualcosa dentro di me mi disse di fermarlo, strinsi il suo polso sotto il suo sguardo mentre con uno scatto mi alzai per baciarlo. Le sue labbra inizialmente erano rigide a causa di quella mossa inaspettata ma quando si rese conto di ciò che stava succedendo ricambiò con dolcezza. Ci staccammo dopo un po' con il fiato corto e ad illuminare la stanza oltre le luci della città c'era solo la piccola lampada sul tavolo della cucina.
«io» mi bloccai non sapendo come giustificarmi, stavo forse sbagliando?
Non mi diede neanche il tempo di pensare a qualcosa da dire che si fiondò ancora sulle mie labbra, mi obbligò a salire a cavalcioni su di lui mentre sentivo le sue mani stringere la mia schiena con passione. Il mio cuore stava per esplodere e riuscivo a sentire la sua erezione spingere prepotentemente contro le mie mutandine.
«ho bisogno di te Astrid» mormorò baciandomi il collo
Ansimai quando le sue mani strinsero il mio seno e i suoi denti morsero dolcemente la carne del mio collo, con ancora me sulle sue gambe mi afferrò per alzarsi e un po' a sensazione indovinò la porta della mia stanza. Mi gettò sul letto togliendosi velocemente la maglia rigorosamente nera, le mie mani scivolarono sul suo petto accarezzando ogni minima parte. Sorrise furbo e velocemente mi tolse quel vestito che era diventato di troppo. Le sue labbra baciavano ogni centimetro e le sue mani erano ovunque, mi tolse le mutandine e con uno scatto dolce ma deciso entrò dentro di me. Feci un urlo strozzato sentendo le sue dita muoversi velocemente.
«quanto mi era mancato sentirti» leccò avidamente il mio ventre per poi tornare a baciare le mie labbra
Rigirai la situazione e mi ritrovai con il volto contro i suoi boxer, li abbassai e rapidamente presi in bocca la sua intimità. Gettò la testa all'indietro passandosi una mano sul volto, lo sentì gemere e sul punto di venire mi staccai. Afferrò i miei fianchi e mi ritrovai con la schiena schiacciata contro il suo petto, ingoiai il groppo alla gola e respirai pesantemente quando sentì la punta entrare. Iniziò con dolcezza e lentamente sentivo il paradiso avvolgere il mio corpo, ansimai e ciò bastò per fargli aumentare la velocità. Mi afferrò per il collo avidamente baciandomi una guancia.
«ti amo Astrid» sussurrò al mio orecchio accarezzandomi la pancia
«Bill» sussurrai non riuscendo a parlare, aumentò la velocità tenendosi ai miei fianchi
«non puoi fare così»
Urlai e sentì dei gemiti uscire anche dalle sue labbra e sfinito si stese al mio fianco. Il petto si alzava ed abbassava mente un leggero strato di sudore bagnava il suo corpo nudo, la mano sinistra gli copriva la vista mente i miei occhi osservavano ogni centimetro del suo corpo.
Mi era mancato, tremendamente.
Riaverlo qui con me aveva riacceso la luce che lui stesso aveva portato nella mia vita.
Ne ero follemente innamorata.
Non riuscivo ad immagine un futuro senza di lui eppure per la mia felicità mi aveva lasciato andare. Mi alzai con la schiena scacciando quei tristi pensieri dalla mente, nulla era più importante di poter stare di nuovo insieme. Avvicinai il mio corpo lentamente al suo e posai la testa sul suo petto, tolse la mano davanti agli occhi e prese ad accarezzarmi i capelli dolcemente. Mi lasciai cullare dal suo dolce tocco riuscendo a sentire il suo cuore battere con serenità.
«adesso però non lasciami più da sola» mormorai disegnando cerchi immaginari sul suo ventre
«ti prometto che sarò sempre al tuo fianco» arricciò tra le dita una ciocca dei miei capelli neri
«non rifarò lo stesso sbaglio di tre anni fa» scosse il capo e alzai la testa per guardarlo
«non darti la colpa, non saresti potuto venire a prescindere» lo guardai
«avevi tutto lì, casa, Tom, sala produzione» continuai ovvia
«prendermela con te è stato solo uno sbaglio, eravamo troppo piccoli per sapere cosa era davvero giusto» gli accarezzai una guancia
«adesso non conta»
«ora sono qui, per te e per riprovarci» osservò i miei occhi chiari brillare alla luce della luna
«non permetterò più a nulla di dividerci, neanche al dolorefine.
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Black cat | bill kaulitz
Fanfiction❛La sensazione del sentirsi diversi, del vuoto al petto e della solitudine erano le uniche cose che riuscivano a spaventare Astrid, una ragazza così tanto forte quanto debole. Sola e con mille paranoie si ritroverà a porre la sua completa fiducia in...