twenty

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Continuavo a muovere nervosamente la gamba, com'era possibile? Il volo stava facendo ritardo e molto probabilmente saremo saliti tra un'ora. Mi sedetti sulle sedie in metallo e presi a sfogliare qualche rivista in cui mi trovai anche in copertina. Alzai lo sguardo quando sentì un vociare non troppo lontano da me, osservai il gruppo di ragazze che mi guardavano sottecchi, sorrisi e le invitai ad avvicinarsi.
«ciao Astrid» parlarono all'unisono emozionate
«ciao ragazze» sorrisi osservandole, alcune della mia età, altre più piccole ed altre più grandi di me
«possiamo fare una foto?» annuì e facemmo una foto di gruppo gentilmente scattata da un vecchietto di fianco a noi
Firmai le loro riviste e vedere i loro sorrisi riempiva il mio cuore, far provare emozioni così forti a qualcuno era meraviglioso.
«ci tenevamo anche a dirti che siamo sempre state dalla tua parte, non abbiamo mai creduto a quelle foto o che tu avessi tradito Bill» parlò una di loro
«nemmeno una volta» continuò la ragazza al suo fianco
«è vero, è bello che la verità sia uscita fuori» le abbracciai
Trascorremmo tutto il tempo buca insieme e solo quando il loro volo stava per partire ci salutammo per l'ultima volta non sapendo più quando ci saremo riviste. Passarono una decina di minuti ed anche l'avviso che il mio volo fosse pronto arrivò. Mi diressi in prima classe e attesi con pazienza che le cinque ore trascorressero.
«signorina»
«signorina» sentì una voce chiamarmi più volte, quando aprì gli occhi una donna con un completo rosso era a pochi passi da me
«il volo è terminato» mi alzai di scatto ringraziandola ed uscendo dall'aereo con fretta
Mancava mezz'ora all'inizio del concerto e dovevo muovermi. Osservai velocemente la mia figura su uno specchio e sorrisi. Indossavo un vestito della nuova collezione di Chanel e degli stivali alti che richiamavano il velluto nero del vestito. Chiamai un taxi che si fermò ma un uomo mi intralciò e salì prima che potessi far entrare un piede.
«ragazzina» la voce di un uomo mi richiamò all'attenzione
«salve» dissi impaziente
«allora dove andiamo?» domandò inoltrandosi tra le enormi strade russe
«non conosco il nome dello stadio ma i Tokio Hotel terranno un concerto» mi avvicinai al suo sediolino
«è una fan dei Tokio Hotel? le mie figlie ci vanno pazze, so tutto di loro» rise osservandomi dallo specchietto retrovisore
«conosco anche la nuova ragazza di Bill, la conosce? le mie figlie indossano i tacchi della madre imitandola» stavolta sorrisi io
«allora le dica che Astrid Hoffman le manda un saluto» si voltò leggermente osservandomi sorpreso dopo essermi tolta gli occhiali da sole
«come ho fatto a non riconoscerla?» si portò la mano alla fronte
«possiamo fare delle foto insieme?» annuì felice e scattammo alcuni selfie bloccati nel traffico
«mi scusi quanto manca?» chiesi osservando l'orologio che segnava le otto meno cinque
«circa dieci minuti, questa è una zona trafficata purtroppo» annuì poggiando la schiena contro il sedile
«è in ansia?» mi osservò e annuì
«e se non volesse vedermi?» sospirai torturandomi le labbra ricoperte da un rossetto rosso sangue
«l'amore è la cosa più bella che esista, in qualsiasi sua forma, so quello che è successo ed ha ragione ad essere nervosa ma se Bill la conosce realmente non farà fatica a chiedere scusa» ascoltavo attentamente le parole di quell'uomo, aveva ragione
«lei è una brava ragazza Astrid e il suo ragazzo lo sa, non deve avere timore»
Quando terminò di parlare arrivammo davanti l'arena, già da fuori erano ben distinguibili le urla delle fan rivolte ai ragazzi.
«grazie mille davvero, è un brav'uomo, tenga il resto e dia un bacio alle bambine» lo ringraziai porgendogli una banconota da duecento euro
I cancelli stavano per chiudere ma riuscì ad intrufolarmi tra le ultime fan ed esternamente alle transenne cercai di arrivare davanti al palco.
«dove va lei?» chiese una guardia
«mi mostri il suo biglietto» mi afferrò per un braccio
«vorrei parlare con il signor Elia, lo chiami sono una sua amica» obbiettai strattonandomi dalla sua presa
«senza biglietto non può stare qui» fece per portarmi via ma venne fermato dalla voce dell'uomo in questione
«sta con me» si scusò e mi lasciò andare
«cosa ci fai qui Astrid?» domandò osservandomi
«ho bisogno di parlare con Bill, per favore» gli posai le mani sulle spalle guardando i suoi occhi neri
«so cos'è successo ma adesso devi stare buona, i ragazzi stanno per entrare» lo seguì verso l'entrata
«la faccia entrare, ci vediamo dopo» annuì e seguì la guardia di sicurezza che mi fece prendere posto proprio davanti al palco
Sentivo commenti dalle ragazze intorno a me ma non ci feci caso fin quando la musica non partì. I suoi occhi splendevano al di sotto di quelle luci colorate, il suo sorriso era smagliante e pieno di vita.
«buonasera a tutti» urlano
«è un piacere essere qui, amiamo Mosca ed amiamo voi» altre urla
«siete pronti?» stavolta fu lui ad urlare
«fatemi sentire le vostre urla» tirò fuori un megafono
La canzone partì e tutti iniziammo a cantare, osservavo i ragazzi ed erano come non li avevo mai visti. Pieni di vita, forti e raggianti. Guardai Tom che subito si accorse di me, alzò gli occhi al cielo facendo poi un sorriso che non passò inosservato. Continuò a suonare e anche Georg e Gustav si accorsero di me, il primo mi mandò un bacio che afferrai e posai sul petto, aspettavo solo lui. I suoi capelli ricadevano morbidi sulle sue spalle, il solito jeans nero fasciava le sue gambe così come una camicia nera ripiegata a tre quarti. Le sue labbra si muovevano creando quella soave melodia che inebriava tutte le mie giornate, si leccò le labbra facendo un passo indietro e, come se per sbaglio, puntò gli occhi su di me. Trattenni il respiro avendo fatto a meno di quello sguardo per troppo tempo. Non capì le sue emozioni, distolse lo sguardo da me tornando a cantare come se nulla fosse. Lo ascoltavo e cantavo assieme a lui e gli altri come una pazza, era fantastico, la fine del concerto si avvicinava ma alla fine della penultima canzone la musica si interruppe credendo uno stato di confusione nell'aria.
«questa fantastica notte sta per giungere al termine e volevo ringraziarvi ancora per averci fatto compagnia» sorrise
«la prossima canzone la conosciamo tutti bene, la primissima» rise malinconico osservavo poi le centinaia di migliaia di persone davanti a lui e per qualche secondo anche me
«quando la scrissi sapevo che mancasse qualcosa, o meglio qualcuno, qualcuno che la completasse» respirò profondamente
«che mi facesse capire a pieno il significato di quelle parole, sono passati due anni e ho trovato quella persona, la persona che mancava e spero che possiate trovarla anche voi»
Concluse il suo discorso tenendo gli occhi fissi su di me, il mio cuore iniziò a battere in sincronia con la melodia della mia canzone preferita.
«vai» sentì urlare da una ragazza alle mie spalle
«su vai Astrid» continuò una al mio fianco
Scavalcai le transenne e iniziai a correre sulle scale che portavano alle quinte del palco, mi bloccai non sapendo se stessi facendo la scelta giusta eppure i ragazzi che mi invogliavano a camminare mi diedero la forza. Passo dopo passo sotto le urla del pubblico arrivai alle sue spalle, si voltò lentamente e il mio cuore saltò un battito quando sul suo volto comparve uno dei sorrisi più belli che avessi visto. Mi gettai tra le sue braccia e subito avvertì la sua mano alzarmi il mento per baciarmi. Le sue labbra mi erano mancate, sembrava esser passata un eternità dall'ultimo bacio. Ci staccammo senza fiato e cercai di trattenere le lacrime nel mentre tenevo salde le mie mani tra le sue.
«mi dispiace, mi dispiace così tanto» piansi, scosse la testa accarezzandomi una guancia
«io ti amo Astrid» disse
Mi allontanai di qualche centimetro per osservare interamente il suo volto, risi.
«ti amo» mi catapultai sulle sue labbra sotto le urla e gli applausi da parte di tutti
«la mia ragazza gente» urlò al microfono baciandomi la mano che portò poi al suo petto, riuscivo a sentire il suo cuore battere e giurai quasi di riuscire a percepire il mio battere alla stessa velocità
Infondo si dice che quando due persone innamorate si guardano negli occhi, i loro cuori battono all'unisono.
«allora gliela dedichiamo insieme questa canzone?» chiese al pubblico che urlò di sì

Black cat | bill kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora