twenty-three

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«è uno stronzo»
Continuavo ad osservare in silenzio Pamela che infieriva contro il noto conduttore Jordan Lock.
«Pamela si calmi, così spaventerà Astrid» le si avvicinò Emma nel mentre la guardavo con gli occhi sbarrati
«deve, sappi che farà di tutto per di metterti a disagio» puntualizzò accendendosi una sigaretta
«era il 92 e avevo appena venticinque anni, al tempo le donne non erano nessuno soprattutto per i grandi intervistatori» parlò con fretta mista a rabbia
«ricordo che mi pose questa domanda "pensi che se non avresti mostrato le tette Hector Riedel ti avrebbe notato lo stesso?"» restai pietrificata nel mentre osservavo gli occhi della donna incupirsi dalla rabbia
«Hector Riedel senza di me non sarebbe nemmeno dov'è adesso» rise sfacciatamente
«quindi non farti intimorire e qualsiasi cosa controbatti, non farti frenare dalle telecamere in qualsiasi caso anche se stessi zitta troveranno qualcosa da dire» annuì dando completamente ragione alle sue parole
Quando tornai a casa, Finn la mia nuova guardia del corpo mi accompagnò fino al portoncino per assicurarsi che stessi bene.
«chi era quello?» domandò una volta aver chiuso la porta in legno bianco
«Finn, il mio bodyguard» sorrisi felice e rise anche lui
«Pamela ti ha parlato dello show televisivo?» annuì pensierosa
«che ne pensi?» lo osservai nel mentre ci sedevamo sul divano accendendo entrambi una sigaretta
«Lock è un tipo strano, credo che inviti le celebrità solo per fare scandalo o per far ricevere maggiori visualizzazioni al programma» scosse la testa lasciando uscire il fumo dalle sue labbra
«non ne ho idea, è la mia prima intervista» mossi nervosamente la gamba
«tu sta tranquilla ci saremo anche noi»
Mi trovavo in camerino da, forse, una mezz'ora quando uno stagista bussò alla mia porta per avvisarmi che stavano per andare in onda. Sistemai con le mani il mini vestitino di Vivienne Westwood rosso e la collana del medesimo brand.
«pronta?» mi sussurrò Georg
«buonasera a tutti» udimmo delle urla non appena l'uomo di mezza età uscì da dietro le quinte posizionandosi al centro del palco
«qui è il vostro amato Jordan Lock che vi parla e che questa sera ha una bella sorpresa in serbo per voi» applaudirono
«tanto bravi quanto acclamati, desiderati da tutti i vostri figli maschi o femmine che siano. Uno stile particolare quasi a dire strano» aggrottai le sopracciglia
«le chiamano le star della nuova generazione, una rivoluzione della musica e della moda»
«diamo il benvenuto al Lock's Show Astrid Hoffman e i Tokio Hotel»
Entrammo salutando il pubblico che ci acclamava stringendo la mano all'uomo prima di sederci sulle poltrone in pelle nere.
«ciao ragazzi, come state?» domandò osservando i nostri vestiti
«che stile pazzesco non trovate gente?» si rivolse al pubblico e alla telecamera indicando Bill con una mano
«grazie grazie» sorrise guardandomi e stringendomi una mano
«Astrid è un piacere averti nella mia trasmissione, io e i ragazzi ormai ci conosciamo bene» sorrisi e notai il come Tom non avesse mai aperto bocca serrando la mascella per osservare con sguardo duro l'uomo difronte a noi
«anche per me è un piacere essere qui stasera» sorrisi
La conversazione sembrava andare bene, l'uomo iniziò a farmi delle domande apparentemente molto sciocche quasi come se volesse mettermi prima a mio agio, interpellava molto spesso i ragazzi che scherzavano e commentavano tutto ciò che dicevo.
«senza madre, senza padre, senza nonni, completamente sola soletta» rise rivolgendosi poi al pubblico che lo copiò
«ma sei comunque arrivata fin qui diventando l'icona d'ispirazione tra tutte le ragazze della tua età, cosa credi penserebbero di te i tuoi genitori?»
Aprì di poco la bocca dalla sorpresa, mai mi sarei aspettata una domanda del genere. Percepì la mano di Bill scivolare lungo la mia schiena provocandomi miliardi di brividi.
«se non si sono interessati di me fin dalla nascita non credo nemmeno gli interessi cosa stia facendo adesso, sempre se si ricordino di avere una figlia» risi leggermente cercando di non dar a vedere il disagio che, però, non passò inosservato ai quattro ragazzi al mio fianco
«posso farti una domanda?» annuì cercando di mostrarmi il più sicura possibile
«cosa ne pensi di loro?» feci un respiro profondo muovendo con la lingua il piercing al labbro
«la mia vera famiglia è morta quando avevo solo dieci anni, di loro non mi sono mai interessata anche perché a cosa mi avrebbe portato? a nulla»
«ho saputo badare a me stessa fino ad adesso e le uniche persone che devo ringraziare per essere arrivata fin qui sono loro» sorrisi dolcemente ai quattro ragazzi, pensando però alla signora Rose, tornai con lo sguardo sull'uomo che annuiva con un sorriso capendo di aver trovato pane per i suoi denti
«a proposito voi cosa ne pensate della crescita di Astrid? insomma lei è arrivata fin qui grazie alla vostra immagine, non vi sentite usati e messi da parte quando c'è lei?»
Alzai un sopracciglio per la domanda di pessimo gusto, il primo a parlare fu inaspettatamente Gustav che prese le mie difese.
«Astrid merita tutta la fama che ha e il solo pensiero che qualcuno possa pensare che lei ci abbia usati è impensabile» scosse la testa portando le mani sulle ginocchia
«noi siamo stati solo un tramite ma il
lavoro è il suo, non siamo stilisti tantomeno modelli di fama mondiale dov'è arrivata è per il suo talento» mi posò un braccio sulle spalle Georg sorridendo con sfida all'uomo
«e credo sia anche abbastanza scontato, non crede? altrimenti non sarebbe in prima pagina ovunque o definita icona dell'anno» parlò duro Tom
«anche l'occhio meno esperto riuscirebbe a distinguere un talento e qualcuno che si trova lì solo per pura raccomandazione» ghignò riferendosi a sua nipote che lavorava anche lei nelle industrie di moda, ma che di modella non aveva un bel niente
«cavolo hai davvero una bella squadra alle spalle» rise di gusto osservando me e poi il pubblico che rise assieme a lui
«mi ritengo molto fortunata per questo»
«Bill tu non parli?» attirò l'attenzione del moro alla mia sinistra che era fissa su me
«sto ascoltando per adesso» sorrise facendo capire che non avesse bisogno di prendere le mie difese
«qui arriva un'ultima domanda da qualcuno del pubblico» afferrò gli occhiali dal taschino della giacca grigia e lesse la frase sul foglio di carta
«a Milano, ultima tappa del famosissimo tour ti viene posta una domanda a cui tu non dai risposta andandotene» alzai il capo sapendo perfettamente a dove volesse arrivare
«e dato che da qui non puoi scappare te la poniamo noi» rise osservando il pubblico che iniziò ad urlare e applaudire
«chi è per te Kurt Weber?»
Bingo.
Sorrisi sfacciatamente e abbassi lo sguardo cercando si mantenere la calma.
«chi è per me Kurt Weber» mormorai fingendo di pensare
«beh come si può definire con una sola parola qualcuno che ha rovinato tutta la tua vita?»
«un violento? uno stalker? un sadico? ce ne sono così tante che quasi non so scegliere» risi toccandomi nervosamente gli anelli, la sua mano afferrò la mia intrecciandola cercando di calmarmi
«quindi la vostra storia non è andata bene?» continuò imperterrito con le domande come se quello che avessi detto non bastasse per risponderne a tutte
«affatto eravamo la coppia più felice del mondo» lo presi in giro stavolta con espressione seria
«credi che lui sia ancora innamorato di te?» domandò curioso provocandomi una risata
«quello che pensa o che fa per me è irrilevante, sono poche le persone che odio ma lui è nella lista e credo che questa risposta possa bastare per questa e per tutte le altre domande che ha intenzione di fare»
Urla, applausi e fischi si aizzarono per tutta la sala riprese. L'uomo annuì sorridendo non sapendo cos'altro dire. Si alzò e porse la mano a tutti noi. Salutammo il pubblico e la telecamera e ci recammo oltre le quinte per dirigerci ai camerini. Quando arrivammo davanti era mezzanotte, avevamo cenato fuori e di rientrare non se ne parlava.
«questa sera non avevamo la festa?» chiese Georg osservando Bill fermo con le mani sul volante
«quale festa?» abbassi il finestrino accendendomi una sigaretta
«di una fan» parlò Gustav
«e andiamo no?»
«io ci sto» annuì Tom contagiando anche gli altri tre
Bill fermò l'auto in un parcheggio di un grand hotel affittato esclusivamente per la festa.
«gente ricca?» domandai gettando il
mozzicone sull'asfalto
«chi inventerebbe delle celebrità al proprio compleanno?» domandò ovvio Tom, effettivamente aveva ragione
Salutammo la festeggiata e dei camerieri ci portarono dello champagne, la musica era alta e c'era davvero tanta gente per essere una festa di compleanno. Verso le due eravamo tutti ubriachi, i ragazzi parlavano tranquillamente a delle ragazze nel mentre io mi chiedevi cosa ci facessi lì.
«Kyra?» urlai osservando la ragazza che si osservava intorno con un bicchiere mezzo pieno tra le mani
«Astrid? che ci fai qui?» venne verso di me abbracciandomi
«sei ubriaca?» domandò ridendo
«forse leggermente» risi e rise con me
«Kyra bellezza» urlò Tom dopo essersi avvicinato a noi, cinse il fianco della bionda con un braccio facendola diventare tutta rossa
«loro sono il resto dei Tokio Hotel» indicai Gustav e Georg presentandoglieli di persona
Bill era completamente ubriaco, si avvicinò a noi e mi gettai tra le sue braccia per baciarlo. Quando si allontanò le sue labbra erano sporche di rossetto così come il suo collo. Gli afferrai la mano e lo portai in bagno chiudendo la porta principale a chiave. Lo feci posare contro il lavandino inginocchiandomi per sbottonargli la cintura e abbassargli i pantaloni. Senza aver fatto nulla il rigonfiamento nei boxer era già bello evidente. Gemeva forte quando ridendo lo avevo messo in bocca nel mentre le sue mani stringevano e accarezzavano i miei capelli, mi tirai su e in un secondo mi afferrò dalle gambe per spostarmi sul lavandino in marmo, alzò il vestito a metà e spostò le mutandine a lato. Urlai quando entrò dentro di me con fretta e senza darmi un secondo per respirare prese a muoversi avanti e indietro. Risi a causa del piacere e mi tenni alle sue spalle. Il suo volto era concentrato nel mentre la sua testa era gettata all'indietro mostrandomi l'espressione più pura di godimento. Si staccò prima di venire e mi osservò con il fiato corto e un'espressione soddisfatta, posò le mani ai lati delle mie gambe e con un sorriso si sistemò i pantaloni.
«è sempre così bello scopare con te» risi con la testa che mi girava
Mi resi nuovamente presentabile anch'io e dopo un ultimo bacio, poco casto, uscimmo dal bagno sotto gli sguardi dei tre ragazzi che ci osservavano avvicinarci.
«com'è stato scopare in bagno con centinaia di persone fuori?» rise Georg appoggiando la testa contro il muro
«siamo stati abbastanza larghi» risi posizionandomi tra lui e Gustav che stava in silenzio con le mani in fronte
«che ne dici di andare a vedere?» domandò Tom abbracciando Kyra che non si reggeva più in piedi
La vidi annuire e alzai le braccia incitando i due. Non ricordo a che ora tornammo ma ricordo che il sole era già alto in cielo, tornammo a casa e ognuno si chiuse nelle proprie stanze ubriachi da far schifo e con ancora i vestiti addosso. Andai in cucina per prepararmi un caffè ma improvvisamente iniziai a sentire una voce femminile chiamare il mio nome, non ci feci molto caso dando la colpa alla post sbronza di ieri ma quando mi voltai notai la figura di Kyra scendere le scale con velocità.
«e tu che ci fai qui?» restai completamente sorpresa
«non lo so» si grattò la testa con espressione disperata e solo in un secondo momento osservai la grande t-shirt bianca che indossava
«hai passato la notte con Tom?» le chiesi con occhi sbarrati
«credo di si» sussurrò sorridendo ansiosa ed imbarazzata
«oh mio dio» mi portai una mano alla fronte
«e ora?» domandò mordendosi un dito
«giorno»
La voce de ragazzo in questione apparì da giù le scale, si fece spazio tra di noi e afferrò una tazzina di caffè con nonchalance.
«Tom hai fatto sesso con Kyra ieri notte?» notai la bionda tingersi di rosso nel mentre si voltava da tutt'altra parte
«puoi dirlo forte» rise e alzai gli occhi al cielo
«credo sia il momento di andare, i miei mi aspettano a casa»
Salì di nuovo sopra e dopo poco scese per salutarci e uscire dalla porta.
«adesso?» lo guardai nel mentre fumava una sigaretta
«adesso cosa?» aggrottò le sopracciglia
«Tom» parlai con tono di rimprovero
«Kyra è una brava ragazza e tu gli piaci davvero, non merita di esser trattata come una delle tue storielle di una notte» lo sentì sbuffare
«se non ti interessa basta che le dici che hai sbagliato e che eri ubriaco, solo questo, me lo prometti?» mi avvicinai posandogli una mano sulla spalla, annuì e gli posai un bacio sulla guancia prima di rubargli la sigaretta che stringeva tra le dita

Black cat | bill kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora