Quando mettemmo piede fuori dal nostro jet privato qui a Chicago si respirava un'aria completamente diversa, sembrava che l'estate non se ne fosse mai andata ma che fosse rimasta qui dall'anno scorso. Uscimmo con fretta dall'aeroporto per dirigerci alla fermata dei taxi, non avevamo voluto nessuno che ci accompagnasse, né Finn né la sua guardia del corpo. Saremo rimasti noi due in un paese sconosciuto a fare quello che più ci pare.Posai la testa sulla spalla di Bill cercando di godermi tutti quei momenti.
«grazie»
Il ragazzo porse i soldi all'uomo dopo averci fermato davanti l'enorme entrata in vetro di un grand hotel.
«salve» salutammo la donna dietro la reception dopo essere stati accolti con uno smagliante sorriso
«signor Kaulitz è un piacere ospitarla nel nostro hotel, lo stesso vale per lei signorina Hoffman» sorrisi e dopo averle passato i documenti con l'ascensore ci dirigemmo alla nostra stanza
«cazzo» sussurrai osservando la suite con un'enorme vasca idromassaggio al centro
«è un sogno poter stare con te qui» saltai dalla gioia abbracciandolo
«grazie mille» mormorai
«farei di tutto per vederti felice Astrid» mi alzò il mento con due dita osservando i miei occhi chiari
«sono stata così fortunata ad averti conosciuto, senza di te chissà dove sarei adesso» risi fintamente cercando di non dar a vedere il mio rammarico
«il passato non è importante» scosse la testa afferrandomi le spalle
«adesso devi solo concentrarti sul presente e per adesso neanche il futuro è importante, come verrà così sarà» annuì sospirando
«come verrà così sarà» pensai
«andiamo a fare un giro?» gli sorrisi lasciando che la sua mano accarezzasse dolcemente la mia guancia
Per farmi una sorpresa affittammo una Mercedes-benz SLK per riuscire ad andare dove volevamo. Il vento batteva contro il mio viso scompigliandomi i capelli, attraverso gli occhiali neri osservai il moro avere lo sguardo fisso sulla strada con una mano sul volante e una sulla mia coscia. I suoi capelli neri brillavano a contatto con il forte sole americano così come i suoi gioielli e il suo viso.
«cosa?» domandò con i capelli al vento sentendosi osservato
«sei bellissimo»
Mi avvicinai al suo corpo e posai la testa sulla sua spalla allungando le gambe sui sediolini per godermi la vista degli imponenti palazzi dal basso. Si fermò dopo qualche minuto davanti una spiaggia completamente desolata, sporsi la testa dall'auto e l'osservai con un sorriso in volto.
«andiamo» mi afferrò a mo di sposa e ridendo arrivammo davanti la distesa d'acqua
Ci spogliamo e incuranti di essere in intimo ci gettammo nell'acqua fredda. Il sole batteva sulle le nostre teste ed era possibile anche sentire qualche pesciolino muoversi intorno le nostre gambe. Nuotai verso di lui e aggrappai le gambe ai suoi fianchi.
«che succede Astrid?» posò la fronte contro la mia, scossi la testa
«amo stare con te» sussurrai posandogli un bacio sulla punta del naso
«vorrei che il tempo non andasse mai avanti» sospirai
«l'importante è che adesso stiamo insieme no? passeremo una settimana da soli e vuoi pensare a come fermare il tempo?» rise leggermente
«io sinceramente sto pensando a quando utilizzare quella vasca» mi appiccicai al suo corpo e lo vidi alzare lo sguardo verso il cielo trattenendo una risata
«e diamo a Tom del pervertito» risi gettandolo con la testa sott'acqua
«sei tu che l'hai pensato io non ho detto nulla» uscì dall'acqua con tutti i capelli che gli coprivano il viso, iniziai a ridere non riuscendo più a smettere
Mi osservava con un sorriso sulle labbra e avrei pagato oro per sapere cosa stesse pensando.
«guarda che se non la smetti ti affogo» rise, alzai le sopracciglia facendo un'espressione d'approvazione provocandogli una grossa risata
Il sole quando uscimmo dall'acqua stava tramonta, ancora un po' zuppi ci infilammo le magliette pronti per andare alla macchina.
«vieni» si voltò Bill tendendo la sua mano verso di me
«la sabbia» osservai i granelli gialli
Alzò gli occhi al cielo con un sorriso e mi afferrò nuovamente per i fianchi, mi accoccolai a lui aspirando il suo meraviglioso profumo mischiato all'odore della salsedine. Quando arrivammo in hotel rientrammo in stanza solo per infilare i pantaloni e le scarpe e scendemmo nuovamente ai piani bassi per attraversare un'enorme porta che rivelò la sala pranzo. Gli occhi delle persone erano puntati tutti su di noi, erano anziani e ben vestiti rispetto noi giovani e in jean e maglietta. Cercammo di trattenere le risate passando attraverso i loro tavoli per arrivare al nostro. Ci sedemmo e tutti tornarono a farsi gli affari loro.
«che paura» risi osservandomi intorno
«è bellissimo qui Bill, non posso credere che hai speso tutti questi soldi per me» scossi la testa sentendomi quasi in colpa
«ne abbiamo già parlato» allungò la mano e subito gliel'afferrai
«ora godiamoci questi momenti» mi versò del vino rosso osservando il cameriere posare attentamente il piatto davanti a noi
«a noi due» mi sorrise raggiante come sempre
«a noi due» feci scontrare i calici osservando fissi i suoi occhi che non si erano mai staccati da me
«sono stanchissimo» mormorò gettandosi sul letto
«non ti va di provare la vasca?» salì a cavalcioni su di lui
«amore vorrei tanto ma rischierei di addormentarmi» rise accarezzandomi dolcemente i fianchi
Era la prima volta che mi chiamava in quel modo.
«va bene» sussurrai posandogli un bacio sulla guancia prima di togliermi da dosso il suo corpo
«dove vai?» mi afferrò la mano
«in doccia» aggrottai le sopracciglia
«e quello ti sembrava un bacio della buonanotte?» sorrisi e mi allunghi verso il suo volto per posargli un casto bacio sulle labbra
Quando uscì dalla doccia Bill stava beatamente dormendo, le enormi vetrate riflettevano la luce della luna attraverso le onde del mare. Il suo profilo era sereno così come la sua espressione, mi sdraiai di fianco a lui afferrando la sua mano per portarmela verso il viso. La mattina seguente sembrava tutto incasinato e di fretta, facemmo colazione, ci lavammo, pranzammo e all'ora del concerto mancava sempre meno.
«oh mio dio» continuai a ripetere saltando dalla gioia
«sta calma Astrid» parlò Bill dal bagno
«sto per vedere Chester Bennington e devo stare calma?» quasi urlai osservando i due pantaloni indecisa sul quale indossare
«hai visto me e non sapevi neanche chi fossi» rise fingendosi arrabbiato
«quello di chiama effetto farfalla» lo
rimproverai avvicinandomi alla porta del bagno osservandolo cotonarsi con attenzione i capelli
«se fossi stata una tua fan sfegatata mi avresti notata in quel senso?» non rispose
«appunto e fa presto che ho bisogno di una mano» tornai ad osservare i vestiti
Alla fine optai per un jeans a zampa a vita bassa, una cintura borchiata che riprendeva la pelle degli stivali col tacco e la t-shirt della band accorciata con un nodo. Afferrammo borsa e occhiali e aspettammo l'auto che avevamo prenotato per portarci direttamente al luogo del concerto. Migliaia di persone erano appostate fuori e altre migliaia al suo interno. Facemmo il giro dell'edificio ritrovandoci sul retro dove c'erano buttafuori ed altre persone.
«Jeff» il ragazzo al mio fianco salutò un uomo che si voltò immediatamente
«Bill ciao, come stai? la band?» aprì le braccia stringendo il mio ragazzo in un abbraccio
«io sto bene e la band va davvero forte» annuì soddisfatto
«ho sentito l'ultimo album congratulazioni» gli posò una mano sulla spalla passando poi lo sguardo su di me
«lei è la mia ragazza Astrid, lui è Jeff Blue manager dei Linkin Park» strabuzzai gli occhi stringendo la mano all'uomo che mi osservava con un sorriso
«Astrid Hoffman, ho sentito davvero tanto parlare di te» afferrò anche la mia mano
«la ringrazio, è un onore essere qui con voi questa sera» parlai felice
Si fece ora e venimmo divisi dagli altri in un'area privata davanti al palco.
«cazzo cazzo cazzo»
Iniziai ad urlare quando notai i sei salire sul palco con energia. Delle urla si aizzarono per tutte le tribune ed io mi unì a loro provocando delle risate da parte del moro. Cantavamo a squarcia gola ondeggiando a ritmo della melodia e della voce angelica di Chester. Bill mi stringeva a sé sussurrando al mio orecchio le frasi di alcune canzoni. Stavo bene, non avrei voluto mai più andarmene da quel luogo, da quel momento. Il concerto terminò e mentre tutti applaudivano io mi voltai per baciarlo e baciarlo ancora.
«grazie grazie grazie» mormorai velocemente tra un bacio e l'altro
Mi afferrò la mano e senza dirmi nulla salimmo dietro le tribune del palco. Osservai le tante persone e i fan appollaiati timidamente pronti ad aspettare qualcuno, e solo quando la porta del camerino si aprì rivelando la figura del cantante a petto nudo il mio cuore iniziò a battere.
«Chester» lo richiamò Jeff, alzò la mano e si diresse verso di noi dopo aver scattato foto e parlato con i fan
«lui è Bill Kaulitz, il cantante dei Tokio Hotel» osservò i due
«piacere, complimenti sei stato eccezionale» strinse la mano all'uomo
«piacere mio, Jeff mi ha parlato molto di te e della band» sorrise
«e complimenti a te, essere così giovani e gestire una tale fama non è facile» annuì fiero per poi puntare lo sguardo su di me, osservavo gli scurissimi occhi marroni e gli innumerevoli tatuaggi sparsi sul suo corpo senza dire una parola
«lei è Astrid Hoffman ed anche lei per la giovane età è una delle modelle più influenti di quest'anno» mi posò le mani sulle spalle il suo manager incitandomi a parlare
«ed è anche una tua grandissima fan» parlò Bill cercando di eliminare l'ansia che mi stava divorando
«piacere Astrid, ti ho visto sui giornali e su internet»
Sorrisi, Chester Bennington aveva notato me.
«è un onore per me essere qui, uno dei miei più grandi desideri davvero» scossi la testa afferrando la sua mano non sapendo cos'altro dire
«che succede qui?»
Una quinta voce si unì al discorso e dalle spalle del cantante sbucò fuori Mike Shinoda. Guardai Bill sorridermi e tornai ad osservare i due uomini.
«Bill Kaulitz?» indicò il mio ragazzo che annuì presentandosi
«tu sei Astrid Hoffman complimenti» rise accarezzandomi una guancia
Cosa stava succedendo? La situazione si stava ribaltando?
«noi andiamo a cena, volete unirvi?»
Nonostante l'ora tarda arrivammo davanti un ristorante con appostati centinaia di paparazzi e giornalisti. Scendemmo dall'auto e attraversammo la folla entrando senza molti problemi.
«allora? come vi siete trovati ad un nostro concerto?» domandò Mike sorseggiando del vino
«Astrid è una grandissima fan» sorrise l'amico osservandomi
«vero» dissi solamente a causa dell'imbarazzo
Parlammo del più e del meno, passammo una serata meravigliosa forse una di quelle difficili da dimenticare. Ridemmo e scherzammo come vecchi amici, si confrontarono con Bill di musica facendogli complimenti per il nuovo album e anche per quelli vecchi.
«ci becchiamo in giro ragazzi, è stato un piacere» ci abbracciò Chester
«al prossimo concerto conserva due biglietti mi raccomando» parlò Mike stringendo la mano al ragazzo per poi stringerlo a sé in un abbraccio fraterno
«Astrid sono davvero felice di averti incontrato» mi afferrò dolcemente le mani l'uomo sorridendomi come un padre
«la tua storia mi ha davvero colpito, per me è una soddisfazione sapere che la nostra musica ha aiutato così tanto» sorrise e istintivamente lo strinsi a me, percepì tutto il suo calore
«grazie davvero, spero di potervi rivedervi ancora dal vivo» sorrise e annuì rassicurandomi che mi avrebbe aspettato
«ciao Mike è stato un piacere» strinsi la mano all'uomo che però mi avvicinò a sé per abbracciarmi
Alle quattro uscimmo dal pub in cui eravamo entrati dopo cena e dopo aver salutato i due salimmo in auto per tornare in hotel, chiuso lo sportello mi portai le mani alla bocca credendo di star sognando.
«mio dio» sussurrai facendo ridere il
moro al mio fianco
«è successo davvero?» annuì e feci lo stesso per convincermi
«ti amo, ti amo, ti amo così tanto» mi gettai tra le sue braccia
«sei tutto per me Astrid» rise osservando il mio volto rosso e sorridente
«pur di vederti sempre così farei qualsiasi cosa» mi accarezzò una guancia e sorrisi come una bambina
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Black cat | bill kaulitz
Fanfiction❛La sensazione del sentirsi diversi, del vuoto al petto e della solitudine erano le uniche cose che riuscivano a spaventare Astrid, una ragazza così tanto forte quanto debole. Sola e con mille paranoie si ritroverà a porre la sua completa fiducia in...